giovedì 30 ottobre 2014

L'eredità di Roma. Storia d'Europa dal 400 al 1000 d.c.

L'eredità di Roma
Storia d'Europa dal 400 al 1000 d.C.
di Chris Wickham
Traduzione di Renato Riccardi
pp. 784, € 38,00
Laterza, 2014
ISBN: 9788858114094

Dopo il crollo dell’impero romano d’Occidente, dal V al X secolo, sullo sfondo di un’Europa ampia che va dall’Irlanda a Costantinopoli e alla Russia, dalla Scandinavia a tutta l’area mediterranea, si incontrano, si scontrano, si organizzano popoli diversi come i Goti, i Franchi, i Vandali, i Bizantini, gli Arabi, i Vichinghi. Sono loro i protagonisti dell’Occidente post-romano, dell’impero bizantino e degli imperi d’Oriente, dell’impero carolingio e post-carolingio. Saranno loro a dare una nuova forma al mondo dopo Roma: tutti si dovranno confrontare con la sua eredità, mediandola, traendone spunto, rinnegandola. Solo dopo sei secoli dal tracollo dell’impero, l’ombra di Roma comincerà così lentamente a scomparire.
L’alto Medioevo è stato spesso ridotto dalla storiografia tradizionale a puro intermezzo temporale tra l’impero romano e l’alba del Rinascimento, o all’opposto esaltato come origine quasi mitica delle identità nazionali europee. Per la prima volta un grande storico restituisce la complessità, i cambiamenti sociali, politici, culturali di un pezzo di storia spesso trascurato, dove l’Europa odierna affonda le sue radici.
Chris Wickham insegna Storia medievale all’Università di Oxford ed è Fellow presso l’All Souls College e la British Academy. La sua principale area di ricerca è l’Italia medievale, con particolare attenzione all’Italia centrale e alla Toscana. Il suo libro Framing the Early Middle Ages del 2005 (edizione italiana Le società dell’alto medioevo, Roma 2009) ha vinto il Wolfson History Prize, il Deutscher Memorial Prize e il James Henry Breasted Prize dell’American Historical Association.Tra le altre sue opere tradotte in italiano, Roma medievale. Crisi e stabilità di una città, 900-1150 (Roma 2013).

mercoledì 29 ottobre 2014

I racconti della tavola

I racconti della tavola
di Massimo Montanari
pp. 232, € 18,00
Laterza, 2014
ISBN: 9788858114032

Silenzio, si ascolta. Lasciamoci avvolgere dalle parole. Raccontano storie divertenti, drammatiche, edificanti o semplicemente curiose attorno a un tema centrale della vita di tutti, di sempre: il cibo e la sua condivisione, a tavola o altrove.
Pavia, qualche anno dopo il 774. Alla tavola di Carlo Magno, che festeggia la vittoria sui Longobardi, si insinua di nascosto Adelchi, il principe sconfitto. Ma perché si ingegna a spezzare diligentemente tutte le ossa di cervo, di orso e di bue che restano nei piatti?
Fonte Avellana, XI secolo. Pier Damiani è malato da tempo. Il suo corpo è debilitato perché nell’eremo il cibo scarseggia, in particolare manca il pesce. I confratelli insistono perché mangi carne, ma lui li rassicura: abbiate fede, il pesce prima o poi arriverà. Sarà Dio stesso a pensarci.
Alessandria d’Egitto, XIII secolo. Il cuoco Fabrat vede comparire un povero con un pane in mano. Non ha soldi per comprare altro cibo, tiene il pane sopra la pentola e intercetta il fumo che sale. Fabrat non è di buon umore; si rivolge al povero con modi sgarbati e gli dice: adesso pagami «di ciò che tu hai preso del mio». Il povero si schermisce: ma scusa, io non ho preso dalla tua cucina altro che fumo. Fabrat non molla: pagami quello che mi hai preso.
Come andrà a finire?
E che avventure sono quelle di Dante Alighieri ospite del re di Napoli, del contadino Bertoldo in fin di vita per non avere rape da mangiare, dei castelli di zucchero presentati al banchetto di nozze del signore di Bologna, del cuoco Martino che lavora a tu per tu con l’umanista Platina?
Si leggono d’un fiato le storie di questo libro, senza perderne una.
Massimo Montanari insegna Storia medievale e Storia dell’alimentazione all’Università di Bologna, dove è anche direttore del Master “Storia e cultura dell’alimentazione”. Fra i suoi lavori più importanti: L’alimentazione contadina nell’alto Medioevo (Napoli 1979); Campagne medievali (Torino 1984); Atlante dell’alimentazione e della gastronomia (curato con F. Sabban, Torino 2004).

martedì 28 ottobre 2014

La meretrice di Costanza

La meretrice di Costanza
di Iny Lorentz
pp. 528, € 13,90
Beat Edizioni, 2014
ISBN: 978-88-655-9215-1

Germania, 1410. Marie Schärer, figlia unica di mastro Matthis, è una ragazza di straordinaria bellezza, con il suo volto angelico, i grandi occhi color fiordaliso, i lunghi capelli biondi, il naso ben disegnato e la bocca appena arcuata, rossa come i papaveri. È inoltre erede di una cospicua fortuna, accumulata da mastro Matthis grazie ai suoi commerci con l’estero, così profittevoli da permettergli, oltre alla dimora di Costanza, un’altra residenza estiva nella zona delle famiglie più altolocate e un bel podere nei pressi di Meersburg, con alcuni tra i più prosperi vigneti sulla costa settentrionale del lago. Naturale dunque che la fanciulla, diciassettenne, sia chiesta in sposa dal Magister Ruppertus, giovane erudito di appena ventiquattro anni appartenente già alla cerchia dei consiglieri del vescovo di Costanza. Naturale anche che Mastro Matthis acconsenta subito alla richiesta. Ruppertus Splendidus è il frutto della relazione del conte Heinrich von Keilburg con una serva. Non ha dunque diritto all’eredità del padre che spetta al figlio legittimo. Tuttavia, si occupa stabilmente degli affari del conte – uno degli uomini più potenti dell’antico ducato di Svevia e suddito dell’imperatore – e, nonostante la sua giovane età, è già un noto avvocato con la prospettiva di un futuro radioso davanti a sé.
Dopo la stesura delle clausole del contratto matrimoniale – come si conviene a un’epoca che può pretendere sia messa per iscritto e debitamente firmata l’illibatezza della futura sposa – alla vigilia delle nozze accade qualcosa di sconvolgente e irreparabile. Ruppertus Splendidus piomba a casa di mastro Matthis con dei testimoni che mendacemente affermano di aver giaciuto con Marie in cambio di miseri doni. Appellandosi alle leggi della santa Chiesa e dell’imperatore, per le quali a una donna accusata di prostituzione non è concesso stare sotto un tetto onorato, il Magister Ruppertus trascina Marie in prigione, dove la ragazza subisce violenza da uomini rozzi e senza scrupoli.
Condannata per adulterio, la bella figlia di mastro Matthis conosce l'esilio. Sola, in fin di vita, privata della dignità e dell'innocenza, sa di essere ormai perduta, ma la sorte le viene in soccorso: Hiltrud, una prostituta itinerante, la incontra sul suo cammino e, colpita dalla sua bellezza, decide di portarla con sé e di curarla. Marie scopre la durezza e i pericoli della vita di strada, ma apprende anche  tutti i segreti della sottile arte del piacere, grazie alla quale sarà capace di sedurre uomini nobili e potenti, vicini, molto vicini a colui che un tempo le ha rubato la dignità, le ricchezze e l'amore del giovane di cui era segretamente innamorata.
Iny Lorentz è lo pseudonimo con cui firmano i loro romanzi Iny Klocke ed Elmar Wohlrath, una coppia di marito e moglie. La meretrice di Costanza è il loro primo romanzo e ha dato origine a una serie di grande successo in Germania con  milioni di copie vendute. Dai libri è stata tratta una trasposizione televisiva che ha realizzato 9.800.000 telespettatori.

lunedì 27 ottobre 2014

Crimine di Stato. La diffamazione dei Templari

Crimine di Stato
La diffamazione dei Templari
di Barbara Frale
pp. 192, € 10,00
Giunti, 2014
ISBN: 9788809797390

Agli inizi del Trecento, il secolo dei grandi processi politici, scoppia in Francia un caso che farà epoca: i Templari, il più potente ordine cavalleresco dell'Europa, sono processati e messi al rogo con la falsa imputazione di eresia e sodomia. In questa vicenda giudiziaria montata ad arte, la diffamazione si rivela un micidiale strumento al servizio di un ambizioso disegno di potere. Sarà il re Filippo il Bello a scatenare la feroce repressione che farà di lui un monarca assoluto e gli permetterà di sottrarre immense ricchezze ai Templari. La macchina accusatoria che spazza via l'ordine dei monaci-guerrieri è uno scandalo orchestrato da una sapiente regia e condotto da abili professionisti della comunicazione. Il medioevo anticipa le strategie politiche del mondo di oggi e si riflette nell'attualità.
Barbara Frale, storica del Medioevo, è Ufficiale presso l’Archivio Segreto Vaticano. Tra i suoi libri: «I Templari» (2007), «I Templari e la sindone di Cristo» (2009), «La sindone di Gesù Nazareno» (2009), «Andare per la Roma dei Templari» (2014).

sabato 25 ottobre 2014

Canossa. Il disincanto del mondo

Canossa
Il disincanto del mondo
di Stefan Weinfurter
pp. 288, € 22,00
Il Mulino, 2014
ISBN: 978-88-15-25276-0

«Là rimase per tre giorni davanti al portone del castello, dopo essersi spogliato di tutte le insegne regali, in misero abbigliamento, a piedi nudi e vestito di lana. Qui non smise di supplicare, molto piangendo e impetrando l’aiuto e il conforto della misericordia apostolica, fino a quando tutti i presenti… presero a intercedere in suo favore presso di noi… Spinti a cedere sia dall’insistente manifestazione del suo rimorso che dalle suppliche di tutti i presenti, lo abbiamo infine liberato dal vincolo dell’anatema e riammesso alla grazia della comunione, facendolo ritornare nel grembo di santa madre Chiesa»
Papa Gregorio VII
«Andare a Canossa»: ancora oggi, dopo mille anni, è l’icastica espressione con cui si descrive l’atto di riconoscersi in errore e chiedere perdono, a tal punto ha colpito l’immaginario «l’umiliazione di Canossa» subita da Enrico IV. Costretto nel gennaio del 1077 ad attendere per tre giorni sotto la neve di essere ricevuto da papa Gregorio VII, allora ospite di Matilde a Canossa, l’imperatrice ottenne infine la revoca della scomunica che gli era stata comminata. Momento culminante nella lotta per le investiture e cioè nel conflitto di poteri fra Impero e Papato, l’episodio è, come spiega questo libro raccontandone con chiarezza lo svolgimento su entrambi i fronti, un autentico punto di svolta. Il Papato, riuscendo a respingere l’ingerenza dell’imperatore nelle cose della Chiesa e ad affermare la propria indipendenza, avviava quella separazione fra potere religioso e potere politico che ha caratterizzato da allora in poi lo sviluppo della civiltà europea.
Indice:
Introduzione 
I. Canossa, un evento che ha scosso il mondo 
II. L'«unità del mondo» al tempo dell'imperatore Enrico III 
III. L'«unità del mondo» si rompe: Enrico IV e la guerra civile 
IV. I mutamenti nell'ordine sociale e nelle strutture del potere 
V. Roma e il papato prima di Gregorio VII 
VI. Papa Gregorio VII e la sua pretesa d'obbedienza «nell'intero orbe romano» 
VII. L'anno 1076: la solitudine del re e la «nuova religione» dei vescovi 
VIII. Buoni e cattivi: cambiamento dei valori, costrizione morale, nuovo ideale regio 
IX. La guerra dei re e la fine di papa Gregorio VII 
X. Il problema delle investiture e gli stadi del suo sviluppo 
XI. Il tradimento di Enrico V: l'«unità del mondo» si rompe di nuovo 
Conclusione 
Epilogo 
Note 
Carte 
Bibliografia 
Indice dei nomi
Stefan Weinfurter insegna Storia medievale nell’Università di Heidelberg.Tra i suoi libri: «Das Reich im Mittelalter» (2008) e «Karl der Grosse. Der heilige Barbar» (2013).

venerdì 24 ottobre 2014

Andare per l'Italia araba

Andare per l'Italia araba
di Alessandro Vanoli
pp. 144, € 12
Il Mulino, 2014
ISBN: 978-88-15-25204-3

La penisola reca, tracce profonde del suo rapporto col mondo musulmano (tanto arabo quanto turco), tracce perlopiù nascoste: la nostra ricerca comincerà da Palermo, per poi proseguire nelle terre di Campania, Puglia e Sicilia e arrivare sino a Venezia, la porta d'Oriente. Ci imbatteremo in una ricchissima "mescolanza mediterranea" - fatta di uomini, donne, viaggiatori, mercanti, ma anche di oggetti, spezie, cibi, gioielli, tessuti, libri, racconti, lingue, idee - che ha contribuito a forgiare eredità e tradizioni italiane. Un viaggio quasi millenario che non trascura la presenza odierna.
All’epoca della Palermo degli emiri, il mercato della Vucciria non esisteva: al suo posto vi era il mare e un porto ben più vasto di quello attuale. Accanto un lembo di terra, la Kalsa: una cittadella, destinata a ospitare uomini di rango e dotata di guarnigione militare, arsenale, uffici amministrativi, come pure due bagni pubblici e una moschea.
Alessandro Vanoli, storico medievista, è esperto di storia mediterranea. Per il Mulino ha scritto «La reconquista» (2009) e «La Sicilia musulmana» (2012).

giovedì 23 ottobre 2014

Roberto di Molesme e la fondazione di Cîteaux

Roberto di Molesme e la fondazione di Cîteaux
di Maria Gemma Tomaino
pp. 448, € 28,00
disponibile anche in versione ebook a € 16,00
Edizioni Nerbini, 2014
ISBN: 978-88-6434-082-1
Borgogna, 1098: un gruppo di monaci al seguito dell’abate Roberto abbandona definitivamente l’abbazia benedettina di Molesme, dopo una serie di tentativi vòlti a svincolarsi dai condizionamenti della realtà monastico-feudale del tempo, per edificare una nuova realtà spirituale, comunitaria e sociale ispirata alla Regula s. Benedicti e ai Padri del deserto. Nasce così il Nuovo Monastero nella località paludosa chiamata Cistercium, Cîteaux.
Al culmine di un serrato confronto tra le due comunità monastiche, che coinvolgono gli ambienti laicali ed ecclesiastici ad esse afferenti, un ordine di papa Urbano II intima infine a Roberto il ritorno a Molesme, causando una scia di polemiche protratta nel tempo.
Pertanto la figura del «capostipite» della generazione cisterciense, Roberto, lungi dall’essere rivestita dalla patina di una letteratura edificante (eccettuata almeno in parte la sua agiografia), si presenta al lettore odierno come l’oggetto di opposte interpretazioni a partire dal tempo della sua morte, fino ai nostri giorni.
Il presente volume intende fornire una ricostruzione e un’interpretazione della vicenda delle origini di Cîteaux nel contesto della riforma della Chiesa dell’XI secolo, attraverso un’originale rilettura delle fonti storiche e letterarie (tra cui testi rari o poco visitati) e uno studio sistematico del dibattito storiografico.
La figura di Roberto emerge in tal modo in tutta la sua complessità di uomo alla convergenza di due mondi.
Maria Gemma Tomaino, è dottore di ricerca in Filologia e Letteratura Latina Medievale presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane (Istituto di Studi Umanistici di Firenze). Attualmente svolge attività di ricerca nel settore medievistico e di insegnamento presso le scuole superiori di Firenze.

mercoledì 22 ottobre 2014

Federico Barbarossa e la battaglia di Monte Porzio Catone

Federico Barbarossa e la battaglia di Monte Porzio Catone
Lo straordinario piano militare del 1167
di Jennifer Radulović
pp. 206, € 18.00
Jouvence, 2014
ISBN: 978-88-7801-467-1

Migliaia di fanti, centinaia di cavalieri schierati all’orizzonte per muovere alle armi e la terribile consapevolezza di essere in minoranza. Un nobile a cavallo, vessilli alla mano, tra una morte virile e una gloriosa scelse il coraggio e mentre incitava i suoi all’attacco, si levarono canti cristianissimi. Il coraggio pagò e fu il trionfo. È questa la sintesi più appassionante delle fonti che narrano di quel 29 maggio 1167 in cui le milizie romane schierate con papa Alessandro III cedettero all’impeto travolgente delle esigue truppe dell’Imperatore, presso Monte Porzio Catone. Una sola grande discesa in Italia, un unico piano militare eccezionale per chiudere uno alla volta tutti i fronti: gli indisciplinati Comuni lombardi, lo spregiudicato imperatore bizantino, i facinorosi Normanni di Sicilia e un pontefice risoluto che non voleva cedere a un braccio di ferro apparentemente inesauribile. Aveva tutti contro Federico Barbarossa in quell’annata infuocata destinata a chiudersi con un colpo di scena, in una società bellicosa e aggressiva, fatta di macchine d’assedio, mura turrite e guastatori di professione. Questa è la storia di una delle più straordinarie operazioni strategiche di Federico Barbarossa. 
Jennifer Radulović (Milano 1978), storica medievista, archivista, è esperta di grandi battaglie in campo aperto e storia dell’Europa centrale e orientale. Ha recentemente curato l’edizione del Carmen Miserabile di Ruggero Apulo (Genova, 2013).

martedì 21 ottobre 2014

“Guerra santa” e conquiste islamiche nel Mediterraneo (VII-XI secolo)

“Guerra santa” e conquiste islamiche nel Mediterraneo (VII-XI secolo)
a cura di Marco Di Branco e Kordula Wolf
pp. 192, € 25,00
Viella, 2014
ISBN: 9788867283088

In seguito alle conquiste islamiche, il Mediterraneo diventò un fluido spazio di confine tra società musulmane e cristiane, contrassegnato da continui contatti e conflitti, intrecci e scambi, trasformazioni e tensioni.
Questo volume a più voci si propone di affrontare il tema del delicato passaggio che conduce dalla guerra di conquista islamica (ǧihād) alla creazione di strutture amministrative nei territori ­assoggettati, analizzando anche vari aspetti delle complesse dinamiche a esso inerenti.
Si prendono in esame alcuni importanti contesti mediterranei tra il VII e l’XI secolo: l’Egitto, il Maghreb, l’Andalusia, la Francia e l’Italia meridionale, le grandi isole. Lo scopo è quello di comprendere ancora meglio alcuni sviluppi e ­impatti dell’espansione musulmana, di affrontare le problematiche legate alla scarsità e all’interpretazione delle fonti e, non da ultimo, di invitare a guardare oltre l’orizzonte della propria disciplina.
Marco Di Branco, bizantinista e arabista, ha conseguito il dottorato in storia antica alla Sapienza-Università di Roma; si è specializzato alla Scuola Archeologica Italiana di Atene e presso l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente; dal 2010 è ricercatore presso l’Istituto Storico Germanico di Roma.
Kordula Wolf, ricercatrice in storia medievale, ha conseguito il dottorato alla Humboldt-Universität di Berlino; dal 2009 è membro dell’Istituto Storico Germanico di Roma.
Indice:
  • Kordula Wolf, Introduzione (p. 7)
  • Samir Khalil Samir, L’Apocalypse de Samuel de Qalamūn et la domination des Hagaréens (p. 17)
  • Marco Di Branco, Dalla guerra navale alla conquista delle grandi isole del Mediterraneo. Cipro, Rodi, Creta (p. 65)
  • Ann Christys, From ǧihād to diwān in two providential histories of Hispania/al-Andalus (p. 79)
  • Giuseppe Mandalà, Tra minoranze e periferie. Prolegomeni a un’indagine sui cristiani arabizzati di Sicilia (p. 95)
  • Marco di Branco, Kordula Wolf, Terra di conquista? I musulmani in Italia meridionale nell’epoca aghlabita (184/800-269/909) (p. 125)
  • Aldo A. Settia, «In locis qui sunt Fraxeneto vicina». Il mito dei Saraceni fra Provenza e Italia occidentale (p. 167)
  • Lutz Berger, Postface: Continuity and Change in the Early Medieval Mediterranean (p. 175)
  • Indici (p. 181)
    • Indice delle persone (p. 183)
    • Indice dei luoghi (p. 189)
  • Abstracts (p. 193)

lunedì 20 ottobre 2014

La Chiesa Rupestre di San Pietro De Morrone.

La Chiesa Rupestre di San Pietro De Morrone.
Scoperta e studio di un luogo di culto medievale nel Rione "Civita" di Matera
di Angelo Fontana e Raffelle Paolicelli
pp. 152, € 18,00
Edizioni Giannatelli, 2014

10 luglio 2013, durante un’escursione nel vecchio rione della Civita, incuriositi da un luogo abbandonato, Angelo Fontana e Raffaele Paolicelli si sono avventurati nell’esplorazione che ha permesso di scoprire un sito di culto medievale inedito e anonimo. Una chiesa rupestre scavata nella calcarenite, la pianta è irregolare, si sviluppa su una superficie di circa 109 mq e presenta due navate asimmetriche parallele tra loro. Alcune pareti sono decorate da pregevoli affreschi trecenteschi parzialmente ricoperti da intonaco che probabilmente li ha preservati per diversi secoli. La presente pubblicazione costituisce un primo esempio di studio approfondito a livello documentario se si tiene conto del fatto che sono stati impiegati 38 documenti, conservati in diversi fondi archivistici locali e non, di cui 27 risultano essere inediti. Tale preziosa documentazione, trascritta e riportata in appendice, copre un arco temporale di circa cinque secoli e ha permesso di dare un’intitolazione a una chiesa di cui si erano perse le tracce. Il primo documento che ha condotto gli studiosi alla identificazione della chiesa è datato 1623. Si tratta della visita pastorale del Mons. Fabrizio Antinori. La sua descrizione è, infatti, coincidente con le caratteristiche architettoniche che si rilevano attualmente sul posto. Interessante è stata anche la descrizione di una visita pastorale finora inedita, si tratta di quella di Mons. Vincenzo Giustiniani datata 1595, proveniente dall’Archivio Diocesano di Gravina di Puglia. A questi, si aggiungono altri documenti d’archivio che hanno permesso di collegare tra loro gli eventi e i vari passaggi di proprietà che si sono susseguiti. Tra i proprietari più illustri della chiesa di San Pietro de Morronibus è menzionato anche Pasquale De Cataldis, detto Tassiello, considerato uno dei mandanti che cinquecento anni fa, 29 dicembre 1514, commissionò l’uccisione del Conte Tramontano. Il testo è suddiviso in cinque capitoli: la contrada di San Pietro de Morronibus, la storia della chiesa, il beneficio, la chiesa rupestre con la descrizione della struttura architettonica e degli affreschi, la vita di Pietro del Morrone e la diffusione del culto. Sono presenti diverse illustrazioni che sono di ausilio per una maggiore comprensione del testo: foto attuali e d’epoca, piante, sezioni, prospetti, disegni e uno spaccato assonometrico. La struttura architettonica, così come si presenta oggi, versa in uno stato di abbandono e costituisce il risultato di svariate modifiche e adattamenti motivate dal cambio di destinazione d’uso subito dalla chiesa. Infatti nel 1701 la chiesa di San Pietro de Morronibus, ormai sconsacrata da anni, fu venduta e impiegata come cantina, prima, e come abitazione, dopo e fino al 1960 quando fu murata. Il libro è dedicato a due dei più valorosi e cari ricercatori della storia materana dell’ultimo cinquantennio: Mauro Padula e Mario Tommaselli.

mercoledì 15 ottobre 2014

Facino Cane. Sagacia e astuzia nei travagli d'Italia tra fine Trecento e inizio Quattrocento

Facino Cane
Sagacia e astuzia nei travagli d'Italia tra fine Trecento e inizio Quattrocento
a cura di Roberto Maestri e Pierluigi Piano
pp. 400, € 25,00
I Marchesi del Monferrato, 2014
ISBN: 978-8897103073

Le pagine di questo volume aiuteranno il lettore a meglio comprendere il disegno del condottiero le cui gesta, proseguite senza soluzione di continuità per un trentennio, interessarono circa 240 località italiane, e gli valsero non solo il rispetto dovuto al timore ma anche, e soprattutto, la considerazione dei contemporanei che lo giudicarono come "uomo del suo tempo" ovvero protagonista di atti sì crudeli ma comuni all'epoca in cui visse; la differenza essenziale fu che Facino Cane, diversamente da altri condottieri, seguì un progetto - magari disordinato - finalizzato alla costruzione di un suo Stato.

lunedì 13 ottobre 2014

Eloisa e Abelardo

Eloisa e Abelardo
di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri
pp. 224, € 13,00
Laterza, 2014
ISBN: 9788858114636

La storia di una passione tra le più affascinanti e tragiche della cultura occidentale: quello fra Abelardo, celebre filosofo del XII secolo, ed Eloisa, sua allieva, è un amore che sopravvive al dolore della tragica separazione. «La separazione dei corpi non fece altro che avvicinare ancor più i nostri cuori e l’impossibilità stessa di soddisfare il nostro amore ci infiammava ancora di più; perfino la consapevolezza della irrimediabilità dello scandalo ci aveva resi insensibili allo scandalo stesso; il senso di colpa del resto era tanto minore quanto più dolce era stato il piacere del possesso reciproco». È il passo di una delle tante lettere scritte da Abelardo a Eloisa alle quali lei risponde dal chiuso del monastero dove giovanissima ha preso i voti. Insieme discutono di filosofia, del mondo che li circonda, delle regole sociali del tempo, del ruolo della donna, dell’idea di amore ‘puro e disinteressato’. È il quadro di un’epoca intera che troveremo fra le loro pagine.
Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri ha insegnato Storia della filosofia medievale all'Università degli Studi di Milano. Tra le sue opere: La chiesa invisibile (Milano 1978); Ildegarda di Bingen. In un'aria diversa (Milano 1992).

sabato 11 ottobre 2014

La Colomba e i Leoni

La Colomba e i Leoni
Libro I - La terra del tramonto
di Cristina M. Cavaliere
pp. 610, € 19,50
Silele Edizioni, 2014
ISBN: 978-88-96701-84-3
 
Nell’anno di Nostro Signore 1095, o anno dell’Egira 488, e dopo l’appello di papa Urbano II, gli eserciti dei principi cristiani si preparano a fluire da ogni parte d’Europa per mettere a ferro e fuoco il Vicino Oriente in nome della fede. Le esistenze di diversi personaggi, nemici per etnia e religione, sono così destinate a intrecciarsi in maniera indissolubile. Un vecchio medico e seguace sufi parte dai pressi di Damasco per recarsi nella “terra dove il sole tramonta”, il lontano Marocco, e iniziarvi una missione singolarissima. Il conte fiammingo Geoffroy de Saint-Omer è costretto ad abbandonare tra i normanni di Sicilia il suo unico, adorato figlio, e partire per quella che diventerà la Prima Crociata. Un irrequieto cacciatore di leoni chiede allo zio, sovrano dell’impero musulmano almoravide, una nave per assaltare e saccheggiare le coste dei cristiani nel Mediterraneo. Passato, presente e futuro di popoli e individui scorrono così in un unicum inscindibile, sotto lo sguardo sofferente di un giovane schiavo cristiano con una maschera d’oro sul volto. Pur tormentato dalle visioni, anch’egli si prepara ad affrontare il suo orgoglioso Amīr. Sarà uno scontro dove combatteranno fra loro l’ultima, la più dolorosa delle battaglie… e dove si rivelerà il più terribile dei segreti.

venerdì 10 ottobre 2014

La Scienza e l'Europa. Dalle origini al XIII secolo

La Scienza e l'Europa. Dalle origini al XIII secolo
di Pietro Greco
pp. XXV-448, € 20
L'Asino d'Oro Edizioni, 2014
ISBN: 978-88-6443-251-9
Pochi lo ammettono. Ma l’Europa è l’ultimo dei continenti connessi a scoprire la scienza. Quando nell’anno 1202 scrive il Liber abaci, il pisano Leonardo Fibonacci non porta nel piccolo continente solo i numeri arabi e la numerazione posizionale indiana – vale a dire il moderno sistema di calcolo –, ma propone nuova conoscenza matematica. Prima di lui in Europa non lo aveva fatto nessuno.
Eppure la scienza era nata da almeno millecinquecento anni, nel mondo ellenico. Si era diffusa in Cina e in India. Era stata ripresa e sviluppata dall’Islam. Ma fino a quando Fibonacci non scrive il suo Liber abaci nessuno nelle terre europee aveva mai prodotto nuovo sapere scientifico. Perché?
L’incontro con la scienza, seppure giunta in ritardo nell’estremità più occidentale dell’Eurasia, ha effetti dirompenti: aiuta l’Europa a nascere e a consolidare progressivamente la sua identità. Cosa succede, però, durante la grande crisi del Trecento?
Questo volume, primo di una trilogia, ripercorre la storia del continente europeo dalle origini al XIII secolo mostrando come la scienza abbia giocato il ruolo di collante culturale nell’Europa nascente.
Pietro Greco, giornalista scientifico e studioso di comunicazione della scienza, è autore di numerosi libri e collabora con molte università italiane. Conduttore storico di Radio3 Scienza, dal 1987 è editorialista del quotidiano “l’Unità”.
 

mercoledì 8 ottobre 2014

"L'amoroso pensiero" il Petrarca di Marco Santagata

L'amoroso pensiero
di Marco Santagata
pp. 240, € 18,00
Monadori, 2014
ISBN: 9788804646471
 
Si dice comunemente che le parole con le quali parliamo d'amore - all'amata o all'amato, innanzitutto - se sono sincere vengono dal cuore, ma si potrebbe anche dire, con altrettanta verità, che vengono dai libri e, in particolare, da un libro che da sette secoli in qua ha insegnato a tutti gli amanti d'Occidente a esprimere quel che hanno, per l'appunto, «nel cuore». Questo libro è il Canzoniere di Francesco Petrarca.
Ma quale storia si cela dietro le sue straordinarie pagine? Nel 1348 in Europa infuria la peste, che mieterà un terzo della popolazione. Tra le sue vittime c'è Laura, la donna-musa alla quale da oltre vent'anni Francesco Petrarca dedicava poesie d'amore e della quale conosciamo poco o nulla, se non la carica seduttiva che il suo nome continua a sprigionare. Per reagire a questo clima di lutto e desolazione, oltre che a un profondo tormento interiore, il poeta aretino concepisce un progetto audace - un'autobiografia ideale dove si intrecciano realtà e finzione - e lo realizza con un'opera che costituisce una novità assoluta nel panorama della letteratura medievale: un libro di poesie sotto forma di romanzo che racconta l'appassionante storia d'amore fra un uomo e una donna in cui sono più che visibili i tratti del Petrarca storico e della misteriosa gentildonna di Avignone.
Nasce così il Canzoniere, il libro che si propone di «ammaestrare» il lettore con l'esperienza di Francesco, omonimo alter ego dell'autore, per dimostrare che l'amore è un sentimento irrazionale in grado di annientare chi lo prova e di dannare la sua anima, perché allontana dal vero bene. Ma condannare la passione amorosa e pentirsene significa condannare anche l'oggetto della passione, ovvero Laura, la cui luminosa immagine però si sottrae a questo disegno letterario e, verso dopo verso, da causa di perdizione morale si trasforma in sublime forza benefica e perfino salvifica. Il romanzo di Francesco diventa così il romanzo di Laura. Solo nella versione del Canzoniere che oggi leggiamo, ultimata poco prima di morire, Petrarca riuscirà a sciogliere la contraddizione e a riportare il libro d'amore al suo assunto originario. La limpida rilettura di Marco Santagata, uno dei più autorevoli studiosi di Petrarca, da un lato ci fa riscoprire l'inesauribile bellezza di un'appassionata storia d'amore che è stata per secoli l'archetipo della poesia amorosa, dall'altro ci rende familiare ed empaticamente riconoscibile la tormentata figura di chi quella storia ha in parte vissuto e in gran parte immaginato, con un carico di emozionalità - fatto di introspezione, inquietudine, dubbi, pena, desiderio, turbamento, nostalgia, «male di vivere» - che da allora la lirica europea ha portato sempre con sé.
Marco Santagata insegna Letteratura italiana all'Università di Pisa. È autore di numerose pubblicazioni di storia e critica letteraria, in particolare intorno a Petrarca, di cui ha commentato il Canzoniere (I Meridiani Mondadori, 1996), e a Dante. Su Dante, delle cui Opere dirige l'edizione nei Meridiani Mondadori, ha pubblicato il libro L'io e il mondo. Un'interpretazione di Dante (il Mulino, 2011), il saggio biografico Dante. Il romanzo della sua vita (Mondadori, 2012) e Guida all'Inferno (Mondadori, 2013). All'attività di critico affianca quella di narratore: con il romanzo Il Maestro dei santi pallidi (Guanda) ha vinto il Supercampiello 2003.

martedì 7 ottobre 2014

Le "mirabili vite" di san Francesco

Le "mirabili vite" di san Francesco
Autori vari
pp. 200, € 13,00
Ancora Editrice, 2014
EAN: 9788851414481

I Quaderni Francescani editi dall’Associazione Cardinal Peregrosso raccolgono gli Atti dei Convegni che si tengono con cadenza annuale a Pozzuolo Martesana nella chiesa di san Francesco.
Questo volume, che presenta gli atti del IV Convegno del 12 ottobre 2013, prende avvio dalla ricognizione delle biografie che, innumerevoli, vengono composte già subito dopo la morte del santo. Alcune nascono dal bisogno di ‘testimoniare’ un’esperienza di vita, avvertita come non comune. Altre accentuano la dimensione ‘esemplare’ ed ortodossa: sono ‘agiografie’ commissionate dal Papa o dall’Ordine.
Le diverse istanze si intrecciano in un fitto contesto da cui emergono le grandi narrazioni di Tommaso da Celano e di san Bonaventura, trattate nel primo saggio. Gli studi successivi si concentrano ora sulla presenza di Francesco in Petrarca, ora sulla rinascita francescana dell’età moderna nell’area di lingua tedesca (da Goerres a Hesse), o ancora sulla interpretazione ‘modernista’ o cattolica nel primo quarto del Novecento, da Sabatier a Buonaiuti, Joergensen e Salvadori.
L’ultimo saggio, con la tradizionale iconografia di Francesco, santo dei miracoli, cui aderisce anche Giotto nella Tavola Bardi, conferma l’impressione di un ininterrotto lavorio interpretativo con proposte variegate, all’insegna non solo della verità storica ma anche di ciò che noi ‘cerchiamo’ nel santo.
Contributi di: Cesare Vaiani, Edoardo Fumagalli, Marco Ballarini, Milvia Bollati, Ruggero Favaretto.

domenica 5 ottobre 2014

Vita di un uomo: Francesco d'Asssi

Vita di un uomo: Francesco d'Asssi
di Chiara Frugoni
Prefazione di Jaques Le Goff
pp. 184, € 11,00
Einaudi, 2014
ISBN: 9788806219475

«In questa Vita risaltano le ambizioni e la vivissima intelligenza di Francesco, le debolezze e, perché no?, le superstizioni radicate, che aveva in comune con gli uomini del tempo. Solo in questo modo mi è sembrato possibile percepire davvero il significato della santità di Francesco, della sua dissonante diversità rispetto al contesto storico in cui si trovò ad agire. Vorrei essere riuscita a farne apprezzare la profonda e dolente comprensione della sofferenza, l'insolito annuncio di pace, lo spirito di tolleranza di fronte a una chiesa in armi, l'amore intenso del prossimo, le geniali idee, la grande libertà mentale che lo rese capace di rifiutare una morte edificante».
Chiara Frugoni ha insegnato Storia medievale all'Università di Pisa, Roma e Parigi. Ha pubblicato numerosi saggi sulla figura di san Francesco, tra cui: Francesco e l'invenzione delle stimmate («ET Saggi», premio Viareggio per la saggistica 1994), Vita di un uomo: Francesco d'Assisi («ET Saggi») e Storia di Chiara e Francesco (Frontiere 2011). Presso Einaudi ha inoltre pubblicato: La Cappella degli Scrovegni di Giotto («ET Saggi» 2005), La cattedrale e il battistero di Parma («ET Saggi» 2007) e L'affare migliore di Enrico. Giotto e la cappella Scrovegni («Saggi» 2008), La voce delle immagini. Pillole iconografiche dal Medioevo («Saggi» 2010) e Le storie di San Francesco. Guida agli affreschi della Basilica superiore di Assisi («ET Saggi» 2010). Tra i suoi libri: Storia di un giorno in una città medioevale (Laterza 1997); Mille e non piú mille. Viaggio fra le paure di fine millennio, con Georges Duby (Rizzoli 1999); Due papi per un giubileo. Celestino V, Bonifacio VIII e il primo Anno Santo (Rizzoli 2000); Medioevo sul naso. Occhiali, bottoni e altre invenzioni medievali (Laterza 2001); Da stelle a stelle. Memorie di un paese contadino (Laterza 2003); Una solitudine abitata: Chiara d'Assisi (Laterza 2006). I suoi libri sono tradotti nelle principali lingue europee, oltre che in giapponese e in coreano. 

venerdì 3 ottobre 2014

Le sante sufi

Le sante sufi
di Ibn al-Gawzi
a cura di Giancarlo Rizzo
pp. 92, € 9,00
Jouvence, 2014
ISBN: 9788878014329

La storia del sufismo si basa esclusivamente sui manuali scritti dai maestri, eppure la dimensione sufi ha aperto alle donne la parità con gli uomini elevandole al rango di amici di Dio, wali, riconoscendo la loro santità. Non è scritto infatti che solo gli uomini possano avvicinarsi a Dio, coloro che sono sulla strada di Dio sono nafs, anime, quindi individui che anelano all’unione con Lui. Il libro sulle donne sufi di Ibn al- awz qui proposto delinea le figure delle sante di Basra. Dai loro profili emerge un percorso ascetico molto semplificato rispetto alla via tracciata dai più celebri saggi ed il tentativo di instaurare un rapporto con Dio molto diretto che si nutre dei concetti dell’amore, dell’ascesi e dell’unione. Ibn al-Gawzi (Baghdad 1116-1200) fu un abile filologo e commentatore del Corano, brillante studioso nel campo delle scienze del hadith ma anche storia, lingua, medicina, tafsir e fiqh. Ricevette un’educazione religiosa tradizionale e, al termine dei suoi studi, scelse la carriera di insegnante. Fu un fervente aderente della dottrina hanbalita e fu ben visto dai califfi della città per i suoi sermoni ortodossi ed allineati alla Tradizione. Tra le sue opere, Illusione di Satana si configura come un atto d’accusa di tutte le dottrine e le pratiche non ortodosse contrarie alla shariah, mentre i suoi scritti Sifat as-Safwa e Minhag al-qasidin sono considerati pilastri nel campo della conoscenza del sufismo. Giancarlo Rizzo, laureato in Lingue e Letterature Orientali (Venezia 1998), in Filosofia (Milano 2006) e in Scienze Storiche (Milano 2012), è uno studioso di mistica islamica. I suoi articoli sono apparsi sulle riviste “Aperture”, “Segni e Comprensione”, “A Oriente”. Per Mimesis ha pubblicato testi medievali di Avicenna, Sulami, Gilani e Gazali.

giovedì 2 ottobre 2014

I Normanni del Mezzogiorno e il movimento crociato

I Normanni del Mezzogiorno e il movimento crociato
di Luigi Russo
pp. 192, € 25,00
Adda Editore, 2014
ISBN: 9788867171309

Uno degli equivoci storiografici ancora oggi meglio radicati è quello di una sostanziale differenza nella partecipazione normanna al movimento crociato, improntata ad istanze di natura prettamente terrena, al contrario di quanto avvenuto per gli altri pellegrini reclutati al seguito dell’appello di Clermont lanciato da papa Urbano II nel novembre del 1095. In una serie di saggi scritti nell’ultimo decennio e presentati in numerose sedi internazionali, l’autore intende fornire una completa rivisitazione del movimento di espansione con cui i Normanni del Mezzogiorno si rivolsero, tra la fine del secolo XI ed i primi tre decenni del secolo successivo, in direzione dell’impero bizantino e della Terrasanta latina, meglio conosciuta sotto il nome di Outremer. Facendo il punto sugli esiti più aggiornati delle ricerche storiografiche a livello internazionale, l’intento di questo volume è collocare l’apporto dei Normanni nel più ampio contesto storico dei secoli XI-XII, e comprenderne ragioni e motivi che li spinsero a dispiegare una politica di espansione così ampia ed impegnativa.
Luigi Russo: Ricercatore di Storia medievale presso l’Università Europea di Roma, collabora con importanti riviste storiche, tra cui «Studi Medievali» e «Cristianesimo nella Storia», ed è redattore dell’«Archivio Normanno-Svevo». È stato inoltre revisore scientifico della Enciclopedia del Medioevo (Garzanti 2007). È membro effettivo e componente del Consiglio d’Amministrazione del CESN (Centro Europeo di Studi Normanni, Ariano Irpino) e membro dell’OUEN (Office universitaire d’Etudes normandes, Caen).

mercoledì 1 ottobre 2014

Carmi

Carmi
di Eriugena Giovanni Scoto
A cura di: Filippo Colnago
Prefazione di: Giulio D'Onofrio
pp. 248, € 28,00
Jaca Book, 2014
ISBN: 978-88-16-41267-5
 
Secoli prima della Commedia dantesca, Giovanni Scoto Eriugena, monaco, teologo, insigne traduttore e filosofo irlandese alla corte di Carlo il Calvo, produsse uno sforzo simile per esprimere «la delicata relazione tra Creatore e creatura attraverso l’impiego dell’immagine poetica». Nasce così questa raccolta di carmi intensi, complessi e spesso di non agevole interpretazione, dove incontriamo erudite interpolazioni nel tessuto linguistico latino di termini filosofici e teologici in greco. L’immaginazione poetica si muove a supporto del pensiero teoretico anche dinanzi al più delicato aspetto del sistema eriugeniano, la necessità di conciliare sussistenza e causalità, trascendenza e presenza costante del divino nel cosmo creato, aggirando ogni sospetto di ‘immanentismo’. Se infatti, il linguaggio della ragione logica, che sarà sempre quel- lo ordinario e consueto per l’uomo nella sua vita temporale, deve arrestarsi dinanzi a questa variegata organizzazione verticale dei gradi del conoscere, resta tuttavia aperta al filosofo la possibilità di incaricare la poesia per l’efficacia del suo linguaggio evocativo, della sua sonorità penetrante e delle sue immagini significanti – di spingersi oltre i limiti ordinari della razionalità, fino a dire qualcosa, sottraendosi alle regole della scienza e abusando liberamente della loro funzionalità, sulle indicibili verità dell’eterno. I Carmi rappresentano un'opera importante ma fino a oggi poco nota anche agli storici della letteratura medievale, proposta nell'elegante traduzione in lingua italiana, con testo originale a fronte, di Filippo Colnago, arricchita dall'indispensabile commento storico-filologico e teoretico.