Roselle. Le monete dagli scavi archeologici (1959-1991) e dal territorio
a cura di Massimo De Benetti e Fiorenzo Catalli
pp. 304, € 25,00
C&P Adver Effigi, 2013
ISBN: 978-88-6433-281-9
Città etrusca, romana e poi medievale, Roselle
ha restituito, nell'arco di più di cinquanta anni di attività della
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, una grande
quantità di dati e materiali. A partire dalle più antiche attestazioni
di esemplari di zecche campane ed etrusche (IV-III secolo a.C.) le
monete recuperate contribuiscono a delineare i contesti socio-economici
nei diversi periodi storici e a ipotizzare movimenti di uomini e scambi
di merci. Una parte consistente dei rinvenimenti è pertinente al periodo
repubblicano, quando Roselle conobbe un rinnovato sviluppo (II sec.
a.C.) successivo alla conquista romana del 294 a.C., e alla prima età
imperiale, in concomitanza con la monumentalizzazione della città (I
sec. d.C.). La presenza di moneta è abbondante per tutta l'età
imperiale, con un picco di attestazioni nella seconda metà del III
secolo e una riduzione evidente nel IV secolo, quando in città cessarono
attività edilizie ex novo. L'assenza di nominali coniati dopo il 388
d.C. rende plausibile l'ipotesi che anche a Roselle si utilizzassero,
tra la fine del IV ed il V secolo, emissioni coniate precedentemente.
Dopo un vuoto di alcuni secoli, l'evidenza numismatica riappare alla
fine dell'VIII secolo con un denaro di Carlo Magno e più tardi con
esemplari di XI e XII secolo, a ricordare il ruolo avuto da Roselle come
sede vescovile fino al 1138 prima di cadere definitivamente in rovina.
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