Dante, la sua biblioteca e lo studio di Bologna
di Luciano Gargan
pp. 167, € 18,00
Antenore, 2014
ISBN: 978-8884556844
Nella "Commedia" i libri più amati dal poeta. Sulla biblioteca di
Dante circolano ancora pesanti pregiudizi che vorrebbero farne una
raccolta assai modesta, rispetto, ad esempio, a quella molto più ricca
del Petrarca e ci si ostina a ripetere che, almeno nel periodo
dell'esilio, Dante non poteva possedere molti libri a causa dei suoi
continui spostamenti e degli scarsi mezzi economici a disposizione,
dimenticando che, prima e dopo l'esilio, ogni città in cui egli
soggiornò era in grado di fornirgli nuove opportunità di venire a
contatto con i testi che lo interessavano. In mancanza di inventari
antichi e di codici superstiti, questo testo si propone di ricostruire
la biblioteca di Dante con Dante stesso attraverso una lettura mirata
delle sue opere. Nella ricostruzione virtuale della biblioteca di Dante
occupano un posto molto significativo il "Convivio" e il "De vulgari
eloquentia", due libri scritti con i libri, dove Dante dimostra di poter
attingere a piene mani a una gamma assai vasta di conoscenze (e quindi
di testi letti e riletti) che era andato accumulando nel corso del
tempo, mentre nella "Commedia" egli elabora in momenti successivi il
canone di una propria biblioteca ideale, trasformando i suoi "libri
peculiares" in personaggi che soggiornano all'interno del limbo, se
poeti o filosofi pagani o formano le due corone di spiriti sapienti nel
cielo del Sole, se teologi, mistici o dotti cristiani.
Luciano Gargan ha compiuto i propri studi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano alla scuola di Giuseppe Billanovich, laureandosi in Lettere moderne l’11 novembre 1964.
Dopo aver trascorso sei anni all’Università di Lecce, dapprima come titolare di “Filologia dantesca” (1980-1984) e poi di “Filologa medievale e umanistica” (1984-1986), dal 1986 al 2011 ha ricoperto il ruolo di professore ordinario di “Filologia medievale e umanistica” presso l’Università di Pavia.
Si è occupato soprattutto di storia della cultura letteraria e della scuola nei secoli XIV e XV, con particolare riguardo all’area veneta, ed ha analizzato vari aspetti della produzione, circolazione e utilizzazione del libro nelle Università italiane tra Medioevo e Umanesimo.
Tra le sue pubblicazioni più significative vanno ricordate le monografie Lo Studio teologico e la biblioteca dei domenicani a Padova nel Tre e Quattrocento, Padova 1971; Cultura e arte nel Veneto al tempo del Petrarca, Padova 1978(sulle collezioni di libri ed oggetti d’arte del bibliofilo trevigiano Oliviero Forzetta); L’antica biblioteca della Certosa di Pavia, Roma 1998; e le ampie ricerche dedicate all’umanista Giovanni Conversini da Ravenna, maestro di grammatica in varie scuole del Veneto nella seconda metà del Trecento (1965), al preumanesimo a Vicenza, Venezia e Treviso (1976), ai testi che venivano utilizzati negli Studi di Padova, Pavia e Bologna nei secoli XIV e XV (1983, 1990, 1994, 2009), alla cultura umanistica a Pavia in età viscontea (2007) e alla ricostruzione delle biblioteche di Dante (2009, 2011, 2012) e di Lorenzo Valla (2010).
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