Furto e ritualità?
Riaprire le sepolture nell'alto medioevo
A cura di Caterina Giostra, Daniel Winger, Edeltraud Aspock
€ 38,00
SAP, 2024
ISBN: 9788899547974
Per molto tempo, le tombe “disturbate” di ambito barbarico sono state descritte con termini come sacrilegio, furto o saccheggio e sono state valutate in modo univoco; ciò ha trovato riferimenti anche nella legislazione dell'epoca. L’espressione “furto in tomba” sta oggi lasciando il posto a “riapertura”, “intervento secondario” o “manipolazione”. L’assunto dell'apertura illecita per vantaggio economico si confronta oggi con un più ampio spettro di interpretazioni, che vanno dalla (de)legittimazione di antenati e discendenti a regolari pratiche funerarie nell’ambito di riti di passaggio. L’incontro internazionale ha voluto portare anche in Italia la riflessione su questa complessità, materiale e di significato. Nel volume si riporta il dibattito maturato Oltralpe, si affrontano questioni metodologiche, includendo esempi di analisi tafonomica e archeo-tanatologica, vengono confrontati casi di studio da gran parte dell’Europa, dall'Italia alla Scandinavia e dalle Isole Britanniche alla Romania, si rilegge la fonte normativa. Quando e come è avvenuta una riapertura? Come venivano trattati gli oggetti e i resti del defunto? Con quale atteggiamento si continuava a interagire con gli inumati? Ma soprattutto: a cosa dovremmo prestare attenzione durante gli scavi futuri per poter rispondere a queste domande e porne di nuove?
Caterina Giostra, dottore di ricerca, è professore associato di
Archeologia cristiana e medievale presso l’Università Cattolica del
Sacro Cuore, sede di Milano. Temi di ricerca privilegiati riguardano i
regni romano-barbarici in Italia: in merito, partecipa a progetti di
ricerca anche internazionali.
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