Le tecniche della pittura medievale
Materiali, lavorazioni e percezione visiva
di Virginia Caramico
pp. XXVI - 246; € 28,00
Piccola Biblioteca Einaudi, 2024
ISBN; 9788806259525
Tutt’altro che inerti, i dipinti medievali sono animati in superficie da trapassi continui di luce, materia e spessori: effetti di pittura a corpo si alternano a campiture levigate, intarsi di opaca immaterialità a fenomeni di lucentezza puntuale, parti concave a inserti in rilievo, e cosí via. Sin dalle prime fasi del lavoro, i pittori perseguivano la sensibilizzazione ottica delle superfici combinando materiali e lavorazioni in tessiture pittoriche screziate, che reagivano alla variabile incidenza della luce e alla mobilità del punto di vista dei fruitori nello spazio. I modi della percezione cangiante che cosí si realizzava sono poco evidenti all’occhio moderno, abituato a condizioni di fruizione delle opere sempre piú standardizzate e uniformanti. Questo libro vuole guidare lo sguardo a riconoscere le operazioni strumentali a quella valorizzazione mutevole e soggettiva dei materiali che è cifra caratteristica della pittura medievale.
Virginia Caramico, storica dell'arte, ha conseguito il dottorato di ricerca tra
Firenze e Losanna. I suoi studi sono dedicati in prevalenza alla pittura gotica
e tardogotica delle regioni dell'Italia centrale e meridionale. Ha pubblicato
Il Sacro Speco di Subiaco illustrato. Topografia sacra e narrazione per immagini
fra Due e Trecento (Firenze 2020). Attualmente, svolge le sue ricerche
tra la Scuola IMT di Lucca e l'Università di Firenze, dove è anche titolare
di incarichi di docenza.
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