sabato 1 febbraio 2025

Da Matelda a Beatrice

Da Matelda a Beatrice
I canti XXVIII e XXXI del Purgatorio
di Enrico Malato
pp. 72; € 14,00
Editrice Antenore, 2025
ISBN: 978-88-8455-742-1

Giunto a un traguardo intermedio fondamentale del suo viaggio salvifico, nel punto in cui, abbandonando definitivamente lo spazio del peccato, tra inferno e purgatorio, si prepara all’ultimo tragitto nel regno della beatitudine, Dante indugiando nel paradiso terrestre, sulla vetta del monte della purificazione, si sofferma a riflettere sul percorso fin qui compiuto, che è anche un modo per chiarire al lettore le ragioni che lo hanno indotto a narrarne la storia e i fini che tale narrazione si propone. Certo, l’ambizione di comporre una grande opera letteraria, dalla quale
potrà derivargli onore e fama, ma non solo. Viene esplicitata la raccomandazione a lui di narrare fedelmente ciò che ha visto, «in pro del mondo che mal vive», che diventa un altro fine essenziale del poema, unitamente a quello, emergente dal contesto, di celebrare la gloria di Beatrice, che si compie con la sua elevazione al ruolo di guida nel percorso fino all’Empireo, sede di Dio e di tutti i beati. Ma nel nuovo contesto imprevedibilmente acquista rilievo un elemento nuovo: riappare Guido Cavalcanti, occultato dietro un personaggio emblematico del suo mondo poetico ‒ la «pasturella» ‒, ideato e portato sulla scena letteraria forse proprio in opposizione a Dante, che Dante recupera e accoglie nella Commedia in un ruolo ambiguo e indefinito nella sua reale identità. Gli ultimi canti del Purgatorio, lo spazio di convergenza e di definitivo chiarimento di questi segnali sparsi nelle prime due cantiche, condotto tuttavia nel consueto modo sfumato, allusivo, anche volutamente sfuggente, se la chiarificazione è diluita in un lungo e complesso tracciato espositivo, con intermezzi che, rendendo meno netto lo scenario, lo rendono meno percettibile, e non è stato infatti còlto dalla esegesi secolare. Se ne offre qui un’anticipazione, distinta dalla presentazione complessiva della cantica, con un accostamento in continuità dei canti XXVIII e XXXI, perché è sembrata utile la proposta di una lettura ravvicinata di due canti cruciali, strettamente collegati nella trasmissione di un messaggio che può sfuggire se trasmesso in quadri particolarmente distanziati.
Enrico Malato, professore emerito di Letteratura italiana nell’Università di Napoli Federico II, filologo, critico letterario e storico della letteratura, è presidente della Commissione scientifica preposta all’Edizione Nazionale dei Commenti danteschi e coordinatore della «Nuova edizione commentata delle Opere di Dante (NECOD)» promossa dal Centro Pio Rajna. Ideatore e direttore di una grande Storia della letteratura italiana (14 voll., 1995-2005), è direttore responsabile dei periodici «Filologia e Critica», «Rivista di Studi Danteschi.