La fine di Bisanzio
di Jonathan Harris
pp. 312
Il Mulino, 2013
ISBN: 978-88-15-24047-7
«Dall’alto delle loro postazioni sulle mura, essi
potevano notare le cataste di scale d’assedio, i rampini da scalata e la
frenetica attività nel campo degli assedianti turchi: i preparativi per
l’ultimo assalto erano ormai completi. La resistenza era però destinata
a essere vana: alle prime ore del 29 maggio 1453 l’imperatore e molti
dei suoi comandanti erano già morti e i turchi sciamavano in città,
segnando la fine della lunga storia della Costantinopoli cristiana»
Il 29 maggio 1453, dopo un lungo assedio, gli Ottomani
guidati dal sultano Maometto II espugnavano Costantinopoli. Finiva, dopo
secoli di storia, l’impero bizantino. Ma da cinquant’anni almeno
Bisanzio era l’ombra di un impero, ridotto a pochi brandelli di
territorio: Costantinopoli, Tessalonica, il Peloponneso. A guidare i
comportamenti degli ultimi bizantini, dei governanti come dei semplici
individui, non fu uno scontro tra cristianesimo e islam, una battaglia
per la fede, ma un meno eroico e più umano affannarsi per salvare se
stessi. Cronache, lettere, racconti dei viaggiatori, materiali
d’archivio documentano nel libro l’agonia e la morte di Bisanzio, come
pure i profondi effetti che quell’evento ebbe sulla cultura europea.
Jonathan Harris insegna Storia bizantina al
Royal Holloway, University of London. Fra i suoi libri «Byzantium and
the Crusades» (2006) e, tradotto in italiano, «Costantinopoli» (Il
Mulino, 2011).
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