mercoledì 3 febbraio 2016

La banca e il ghetto

La banca e il ghetto
Una storia italiana (Secoli XIV-XVI)
di Giacomo Todeschini
pp. 272, € 22,00
Laterza, 2016
ISBN: 9788858122167

La banca e il ghetto sono due invenzioni italiane. Nel 1516 veniva fondato il ghetto di Venezia. Negli stessi anni, sempre in Italia, si assisteva alla nascita di un nuovo modello finanziario, destinato a grandi fortune: la banca pubblica.
Questa coincidenza non è casuale. La banca e il ghetto sono le due costruzioni complementari di una modernità che riconosce nella finanza l’aspetto più efficace del governo politico. La banca diventa in Italia, tra Medioevo e Rinascimento, un’invenzione strategica grazie alla quale le oligarchie cristiane al potere (dagli Sforza ai Gonzaga ai Medici, dal papa alle élites di Venezia o Genova) controllano direttamente lo spazio sociale che dominano.
Si crea così la possibilità di indicare come economia ‘dubbia’ quella in cui operano gli ‘infedeli’. Il prestito a interesse e le attività economiche affidate dai governi agli ebrei sono derubricate ad attività minori e non rappresentative dell’economia ‘vera’ degli stati. Questo percorso conduce alla delegittimazione progressiva della presenza ebraica in Italia e culmina con l’istituzione dei ghetti.
Giacomo Todeschini insegna Storia medievale nell’Università di Trieste. È autore, tra l’altro, di: I mercanti e il Tempio. La società cristiana e il circolo virtuoso della ricchezza fra medioevo ed età moderna (Bologna 2002); Ricchezza Francescana. Dalla povertà volontaria alla società di mercato (Bologna 2004, traduzione francese 2008 e inglese 2009); Visibilmente crudeli. Malviventi, persone sospette e gente qualunque dal medioevo all’età moderna (Bologna 2007, traduzione francese 2015); Come Giuda. La gente comune e i giochi dell’economia all’inizio dell’epoca moderna (Bologna 2011).

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