Lectura Dantis Bononiensis
di Benvenuto da Imola
Edizione critica a cura di Paolo Pasquino
pp. 736, € 45,00
Angelo Longo Editore, 2017
ISBN: 978-88-8063-837-7
Nell'Italia del Trecento la diffusa Commedia di Dante Alighieri divenne
presto un cult che tutti avevano a portata d'orecchio e di memoria, ma
non potè fare a meno di tenersi dietro una ridda naturale di difficoltà
di comprensione: arduo per scelta, il poema dell'arrabbiato esule
fiorentino si presentava all'attenzione del mondo bisognoso di
chiarificazioni che ne illustrassero i contesti, i significati e gli
indecifrabili sottintesi, appassionante nella sua carica ma depotenziato
senza una spiegazione esauriente. Era nato un classico, ma dovevano
entrare in azione i promotori di una sua effettiva valorizzazione, gli
uomini in grado di soddisfare le esigenze indicate. Dopo mezzo secolo di
esperimenti interpretativi giunse l'intervento di un grande esperto di
classici, Giovanni Boccaccio, il primo a parlare di Dante a un pubblico,
e subito dopo l'analoga iniziativa di un professionista di classici, il
docente per mestiere Benvenuto Rambaldi da Imola, che inserisce fra le
sue attività un ciclo di lezioni sulla Commedia. L'istituzione del
classico diventava cosi ufficiale: era la scuola a legittimarne il
ruolo, l'impegno della didattica lo faceva diventare un sapere.
Benvenuto fece cosi ciò che faceva sempre con un testo, leggere e
spiegare, ossia una lectura. La sua prima esperienza con il nuovo
classico fiorentino si tenne nella sede abitualmente utilizzata per la
sua attività di insegnante, un'aula nella contrada di Porta Nuova a
Bologna; di quanto disse il professore restano gli appunti di un allievo
presente al corso, le cui note vengono a costituire ciò che può essere
definita come la benvenutiana Lectura Dantis Bononiensis.
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