Amore e colpa
Dante e Francesca
di Donato Pirovano
pp. 176, € 18,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Donzelli Editore, 2021
ISBN: 9788855222198
«A Francesca – all’unica donna che ha voce nell’inferno – Dante affida
il compito arduo e altissimo di riflettere intimamente sulla dinamica
del peccato e su quel confine sottilissimo attraverso il quale
un’energia salvifica può divenire dannazione».
Amore e colpa: un conflitto che scuote le coscienze in ogni epoca e
viene riproposto in questo volume ripercorrendo la produzione dantesca
dalla Vita nuova alla Commedia, alla ricerca di un difficile equilibrio
che esplora il conflitto tra la profondità del sentimento di amore e la
fragile purezza delle intenzioni del cuore e dello spirito.
Nella Vita nuova Beatrice è poeticamente amata di un amore esclusivo e
intensissimo, più forte della morte, una passione che, grazie al fedele
consiglio della ragione, Dante ha saputo alimentare come una fiamma che
non viene mai meno, progressivamente scoprendo in essa le connotazioni
dell’amore disinteressato, il cristiano agápe o caritas. Tuttavia nelle
rime scritte dopo la Vita nuova – si pensi al ciclo delle petrose o alla
cosiddetta montanina – la linea maestra dell’amore virtuoso è spesso
contraddetta da momenti di prorompente passione che soggioga
completamente Dante: il poeta si descrive in balia di un pensiero
ossessivo al quale è difficile sottrarsi e contro il quale la ragione
può poco. Non sorprende allora che questo Dante, disarmato davanti al
violento attacco di un amore folle e deviato, possa trovarsi,
improvvisamente, in una notte di primavera, immerso nella selva oscura.
La tragica storia di Paolo e Francesca è la rappresentazione più
icastica di questo «mal perverso», cioè di questo amore folle e
peccaminoso: Amore non ha ucciso i due amanti riminesi, ma li ha
comunque condotti a morte per mano di un tradito, il marito di lei e
fratello di lui. Davanti a Dante la donna nel pianto «tutta si confessa»
come, forse, avrebbe voluto fare da viva e come sicuramente fu
costretta a fare davanti al destino di Paolo poteva essere anche
quello di Dante se non ci fosse stato l’intervento di Beatrice, e ciò
gli sarà ricordato nel paradiso terrestre: forse per la consapevolezza
di questo intimo e irrisolto dissidio, il poeta, dopo aver ascoltato il
racconto di Francesca, viene investito da un’emozione tanto intensa da
svenire.
Donato Pirovano è professore ordinario di Filologia e critica dantesca
all’Università di Torino. Dirige il Dipartimento di Studi umanistici, è
membro del Senato accademico ed è socio dell’Accademia delle scienze di
Torino. Ha tenuto pubbliche letture dantesche presso varie istituzioni
culturali, tra cui la Casa di Dante in Roma, la Società dantesca
italiana di Firenze, il Circolo filologico linguistico padovano, il
Salone del Libro di Torino. Codirige la «Rivista di studi danteschi» ed è
responsabile per l’Università di Torino delle celebrazioni per il
settimo centenario della morte di Dante. Nel 2015 ha curato la nuova
edizione criticamente rivista e commentata della Vita nuova (Salerno
Editrice).
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