sabato 27 gennaio 2024

Ecclesia creditur esse antiquissima

Ecclesia creditur esse antiquissima
La pieve di Santa Maria e il territorio di Piadena tra Alto e Basso Medioevo
a cura di Marco Baioni, Mariella Morandi
pp. 140; € 40,00
All'Insegna del Giglio, 2023
ISBN: 9788899547820

Nel 1747 un crollo improvviso poneva fine alla storia dell’antica chiesa di Santa Maria a Piadena, lasciando in piedi solo il presbiterio e la facciata. Dopo un breve periodo di utilizzo dell’edificio lesionato, esso venne abbattuto e al suo posto si configurò quello spazio urbano che ora costituisce piazza Garibaldi. Solo il muro settentrionale si preservò parzialmente poiché vi era appoggiato il chiostro conventuale e ora, molto rimaneggiato, funge da facciata del complesso architettonico. L’anno successivo si diede inizio alla costruzione della chiesa parrocchiale intitolata a Santa Maria Assunta e a San Pammachio, costruzione completamente nuova anche nell’orientamento nord-sud, per la quale però venne riutilizzata con successive modifiche l’antica torre campanaria. Gli scavi archeologici effettuati nel 2008 in occasione del rifacimento della piazza, continuati nel chiostro tra il 2015 e il 2016, hanno costituito l’irrinunciabile occasione di indagare le caratteristiche dell’antica struttura, nel frattempo cadute nell’oblio presso i più, se non per quanto si era riusciti a ricavare dallo studio delle fonti archivistiche. Ma le indagini hanno riservato subito una sorpresa: sotto le fondazioni della chiesa di Santa Maria sono tornati alla luce i resti di un edificio ecclesiastico precedente, più piccolo e con caratteristiche differenti. Questo volume, nato per presentare i risultati di questi scavi, si è arricchito di contributi, poiché i numerosi rimandi alla storia, alla storia dell’arte, alla storia ecclesiastica del territorio cremonese e all’archeologia, tutti scaturiti dallo studio delle strutture emerse, hanno ampliato il discorso in varie direzioni. Ne è nata un’opera che si propone di contribuire alla ricostruzione di un quadro delle nostre conoscenze sul territorio cremonese orientale tra alto e basso Medioevo.

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