lunedì 22 gennaio 2024

Il Decameron di Boccaccio

Il Decameron di Boccaccio
di Guido Baglioni
pp. 136; € 19,50
Guerini e Associati, 2024
ISBN: 9788862509077

Un’ipotesi che vede in Boccaccio non tanto l’efficace realista alle prese con la descrizione del suo mondo limitato, quanto il grande letterato capace di produrre effetto di realismo maneggiando la materia letteraria con il genio fondativo e creativo del grande artista.

Giovanni Boccaccio è una tra le personalità di maggior rilievo del Trecento italiano. Uomo dotto di cultura classica, autore di numerosi scritti latini e in volgare. Fra questi ultimi spicca il Decameron, il capolavoro delle novelle. Queste riguardano aspetti comuni e quotidiani dell’esistenza: complessivamente, l’immagine della società vista dall’autore. Il capolavoro è tale per la narrazione, mentre lo è meno per il contesto di riferimento. Boccaccio accetta la società dove convive, non intende modificarla, l’impronta medievale non è terminata. Egli aderisce senza volere alcuna riforma, è un conservatore eppure audace sul tema dell’amore, tema centrale nelle relazioni sociali, specie per l’amore fisico. Le relazioni sociali appaiono prevalentemente interpersonali, fra poche persone, su pochi temi. Scarso peso hanno le aggregazioni collettive. Con questa impostazione, Boccaccio trascura il contesto di riferimento, non analizza le novità dell’alto medioevo anche se questo è complessivamente in declino. Gli sfugge il balzo di Firenze, diventata una città bellissima, complessa, luogo di poesia e di arti figurative, nonché di industria, commercio, popolazione in crescita, un complesso urbanistico imponente e durevole.
Guido Baglioni nasce nel 1928 a Gardone Valle Trompia, capoluogo di una zona marcatamente industriale e operaia. Frequenta a Brescia l’istituto tecnico ma, nel penultimo anno, si ritira per scegliere studi umanistici, specie di storia dell’arte con la guida di Carlo Ludovico Ragghianti. Insegna a Brescia materie letterarie alla scuola media e Storia dell’arte al liceo classico Cesare Arici. Avviene poi un secondo cambiamento: il ritorno all’ambito industriale con la carriera universitaria alla Università Cattolica di Milano. Diventa professore ordinario nel 1970 e insegna nelle università di Trento, Brescia, Milano (Statale), Milano-Bicocca.

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