Dante e i confini del diritto
di Justin Steinberg
Traduzione di Sara Menzinger
pp. 227, € 29,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2016
ISBN: 9788867286539
Scritto con chiarezza e argomentato con eleganza, questo saggio
rappresenta il primo studio complessivo della struttura giuridica su cui
si regge la Divina Commedia, colmando in questo modo una
lacuna nella bibliografia critica del poema. Justin Steinberg mostra
come Dante immagini un aldilà dominato da leggi, giurisdizioni,
funzionari e giudici, servendosi però di questo sistema articolato per
esplorarne soprattutto le eccezioni. L’autore della Commedia
viene così inserito nel dibattito contemporaneo sui rapporti fra
letteratura e diritto, sullo stato d’eccezione e sulla sovranità.
Dante sentiva che nel mondo reale il sistema giuridico era sempre più minacciato dalla doppia crisi della Chiesa e dell’Impero, dagli abusi e dagli eccessi dei papi e dall’assenza di un vero imperatore. Steinberg mostra come la costruzione dantesca di un oltremondo cerchi di colmare il vuoto che esisteva fra il valore universale del diritto romano e la mancanza di un potere sovrano in grado di applicarlo.
Dante sentiva che nel mondo reale il sistema giuridico era sempre più minacciato dalla doppia crisi della Chiesa e dell’Impero, dagli abusi e dagli eccessi dei papi e dall’assenza di un vero imperatore. Steinberg mostra come la costruzione dantesca di un oltremondo cerchi di colmare il vuoto che esisteva fra il valore universale del diritto romano e la mancanza di un potere sovrano in grado di applicarlo.
Justin Steinberg è professore di Letteratura italiana presso il
Department of Romance Languages and Literatures della University of
Chicago. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Accounting for Dante: Urban Readers and Writers in Late Medieval Italy (University of Notre Dame Press, 2007). Dirige la rivista «Dante Studies».
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