L'"ebreo" nella letteratura medievale inglese
di Enrico Giaccherini
pp. 208, € 18,00
Pisa University Press, 2016
ISBN: 978-886741-6318
Chimere”, fantasie irrazionali disancorate
dalla realtà verificabile, è il termine con il quale agli inizi degli
anni ’90 lo storico canadese Gavin Langmuir definì le rappresentazioni
degli ebrei cristallizzate nell’immaginario comune dell’Europa medievale
e cristiana. Ecco perché anche quella elaborata in una manciata di
testi della narrativa e della drammaturgia medioinglesi soprattutto fra
XIV e XV secolo non è una rappresentazione letteraria degli, o di, ebrei
nell’Inghilterra del tempo, ma dell’“Ebreo”: una chimera, appunto, una
creatura fantastica appartenente allo spazio del mito piuttosto che a
quello del reale.
Privilegiando, pur senza rinunciare alla indispensabile contestualizzazione “culturale”, l’analisi testuale e letteraria, questa indagine si rivolge in particolare a quelle opere che, sempre nell’ottica del cristianesimo imperante, collocano l’“Ebreo”, nelle sue varie declinazioni, al centro dell’invenzione tematica, con esiti talora sorprendenti. Dopo aver passato in rassegna le sporadiche allusioni presenti nel macrotesto del maggiore autore del medioevo inglese, Geoffrey Chaucer, lo studio affronta quindi in modo specifico i rari testi esemplari di questa tradizione. Se il più celebre di questi è, dello stesso Chaucer, il Prioress’s Tale, o “Racconto della Priora”, dai Canterbury Tales, gli altri appartengono invece al genere del romance storico e a quello teatrale dei miracle plays; in quest’ultimo caso, in particolare, il testo inglese viene messo a confronto con coeve rappresentazioni italiane e francesi che inscenano il medesimo mito della profanazione giudaica dell’ostia consacrata.
Privilegiando, pur senza rinunciare alla indispensabile contestualizzazione “culturale”, l’analisi testuale e letteraria, questa indagine si rivolge in particolare a quelle opere che, sempre nell’ottica del cristianesimo imperante, collocano l’“Ebreo”, nelle sue varie declinazioni, al centro dell’invenzione tematica, con esiti talora sorprendenti. Dopo aver passato in rassegna le sporadiche allusioni presenti nel macrotesto del maggiore autore del medioevo inglese, Geoffrey Chaucer, lo studio affronta quindi in modo specifico i rari testi esemplari di questa tradizione. Se il più celebre di questi è, dello stesso Chaucer, il Prioress’s Tale, o “Racconto della Priora”, dai Canterbury Tales, gli altri appartengono invece al genere del romance storico e a quello teatrale dei miracle plays; in quest’ultimo caso, in particolare, il testo inglese viene messo a confronto con coeve rappresentazioni italiane e francesi che inscenano il medesimo mito della profanazione giudaica dell’ostia consacrata.
Enrico Giaccherini (La Spezia, 1947) è ordinario
nell’Università di Pisa. Sulla letteratura in volgare del medioevo
inglese, cui ha dedicato tutti i suoi studi, ha pubblicato volumi (in
questa stessa collana, Orfeo in Albione. Tradizione colta e tradizione popolare nella letteratura inglese medievale, 2002), saggi, edizioni di testi, traduzioni.
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