Enrico Dandolo
di Maria Carolina Campone
pp. 207, € 15,00
Graphe.it Edizioni, 2018
ISBN: 9788893720625
Enrico Dandolo (1107-1205) fu l'artefice del «dirottamento» da
Gerusalemme a Bisanzio della quarta crociata (1202-1204) che portò alla
definitiva caduta di Costantinopoli. Personaggio controverso e discusso,
in età avanzata e con salute malferma giunse a ricoprire la carica di
doge veneziano incarnando non solo il ruolo di abile stratega e
diplomatico, ma rappresentando, altresì, anche un prototipo di riscatto
moderno in una temperie di pieno Medioevo, in cui la caducità del fisico
denotava scadimento morale con conseguente emarginazione sociale.
L'attualità di Dandolo, per la contemporaneità odierna, è piuttosto
inverata dall'opposizione crescente, nel corso del Medioevo, fra
Occidente e Oriente che si esplicita nella diaspora cruenta e vessata da
conflitti economici tra Venezia, signora del ponente Mediterraneo, e
Bisanzio, egemone centro dello specchio d'acqua del bacino di levante.
La vicenda di Dandolo e la conseguente caduta di Costantinopoli,
pertanto, si compenetrano e si esplicitano nel quadro dei secolari
rapporti tra Oriente e Occidente; rapporti condizionati da una magnetica
e reciproca attrazione, a cui, quasi da contrappasso, si è affiancato
un lento e inesorabile processo di separazione e mutua incomprensione.
Maria Carolina Campone, PhD in Storia e
Critica dell’Architettura e professore a contratto presso l’Università
della Campania «Luigi Vanvitelli», è docente di lingue classiche presso
la Scuola Militare «Nunziatella» di Napoli. Membro del Comitato
scientifico di autorevoli riviste di classe A (Arte cristiana e Studi sull’Oriente cristiano) e relatrice in diversi Convegni Internazionali di Studi, ha al suo attivo numerose pubblicazioni, fra le quali Dom Paul Bellot architetto ex-centrico (Napoli, 2017), Brigida di Svezia regina di profezia (Milano, 2012), The Church of St. John Stoudion in Constantinople (New York, 2016).
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