Falsi e falsari nella Storia
di Paolo Preto
a cura di Walter Panciera, Andrea Savio
pp. 620, € 32,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2020
ISBN: 9788833132891
I falsi percorrono la storia come un filo rosso, a volte impalpabile, a volte capace di
modificare il corso degli eventi.
Solo a distanza di anni, se e quando vengono svelati, rivelano la loro efficacia: così la Donazione di Costantino per la storia della Chiesa o i Protocolli dei savi
anziani di Sion nel diffondere l’antisemitismo. Si falsificano atti
diplomatici, lettere, testamenti, documenti storici, ma anche le antiche
epigrafi, e non solo per denaro. Anche la letteratura e l’erudizione
vengono coinvolte, come nel caso dei falsi ottocenteschi della poesia
ceco-medievale. La falsificazione abbonda nell’arte: una legione di
imbroglioni pratica una lucrosa professione, che fa il paio con quella
dei falsari di merci e di monete.
Dietro i falsi ci sono appunto i falsari, ora nascosti nell’ombra,
ora proiettati verso una fama spesso ambiguamente ammirata, come nei
casi di Annio da Viterbo, che riscrive una falsa storia antica o di
George Psalmanazar che offre agli inglesi una Formosa inesistente. Sono
solo alcuni dei capifila di un esercito che, con alterna fortuna, ha
conquistato la nostra civiltà fin dai tempi antichi
Paolo Preto (1942-2019) ha insegnato Storia moderna presso l’Università di Padova. Tra i suoi libri, ricordiamo Peste e società a Venezia nel 1576 (Vicenza 1979), Epidemia, paura e politica nell’Italia moderna (Bari 1988), I servizi segreti di Venezia (Milano 1994). Con i nostri tipi ha pubblicato Venezia e i Turchi (2013).
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