mercoledì 22 giugno 2022

Artù, Lancillotto e il Graal - Volume III

Artù, Lancillotto e il Graal - Volume III
Lancillotto del Lago (La carretta - Agravain)
A cura di Lino Leonardi
Traduzione, introduzioni e commento di Carlo Beretta, Luca Cadioli, Massimiliano Gaggero, Claudio Lagomarsini, Elena Stefanelli, Roberto Tagliani
pp. XV - 888, € 90,00
Einaudi, 2022
ISBN: 9788806251376

Lettrici e lettori che siano arrivati fin qui, nel loro percorso attraverso le pagine del ciclo di Lancillotto e del Graal, avranno già oltrepassato la metà dell’immenso edificio narrativo. Dopo gli antefatti della Storia del Santo Graal e le storie di Merlino e del giovane Artú (vol. I), le prime due sezioni del grande romanzo centrale, il Lancillotto del Lago (vol. II), hanno seguito il migliore dei cavalieri dall’infanzia presso la Dama del Lago e dall’arrivo alla corte di Artú attraverso le sue mille avventure, l’amore ricambiato per la regina Ginevra, l’amicizia con Galehaut, l’odio di Morgana, l’ammissione alla Tavola Rotonda, le guerre, i tornei, le foreste e gli incantamenti. A metà del romanzo, nella pagina che chiude il volume precedente di questa edizione, quel mondo sembra essere arrivato a un punto di non ritorno, con la tragica morte di Galehaut. Il re delle Isole Lontane, che pur essendo in grado di sconfiggere Artú gli si era sottomesso solo per amore di Lancillotto, e che aveva avuto poi un ruolo decisivo nel favorire la reciproca dichiarazione d’amore e il primo bacio tra lui e Ginevra, l’amico che aveva assicurato a Lancillotto in ogni momento un punto d’appoggio sicuro nel suo complesso rapporto con la corte arturiana, muore di dolore, credendo che il suo amico sia morto. Questo snodo dell’intreccio era necessario per introdurre la vicenda della carretta, la prova infamante a cui Lancillotto si sottopone per salvare Ginevra, rapita dal crudele Meleagant: l’episodio, con cui inizia la seconda metà del romanzo in prosa, era stato infatti oggetto del celebre romanzo in versi di Chrétien de Troyes, Le chevalier de la charrette (1180 ca.), il primo a noi noto che abbia Lancillotto come protagonista, e in quel romanzo la figura di Galehaut non è menzionata. L’autore del Lancillotto del Lago introduce qui l’episodio (CVII-CXIII), quando Galehaut è morto ma Lancillotto ancora non lo sa: lo apprenderà solo in seguito, quando troverà la sua tomba (CXX). Con questo accorgimento il romanzo in prosa può inserire l’episodio della carretta seguendo il celebre precedente quasi alla lettera, sfruttando la fama di Chrétien ma allo stesso tempo incastonando quel singolo exploit, ben noto al suo pubblico, nella complessa storia del protagonista. Dopo aver appreso della morte di Galehaut in realtà Lancillotto non sarà piú lo stesso: per due volte, sebbene inconsapevolmente, tradisce Ginevra, è costretto a fare i conti con i propri limiti, che gli impediranno, a lui il cavaliere migliore del mondo, di essere il predestinato all’impresa del Graal, e in piú d’un’occasione si abbandona alla follia (incarnando un modello ben presente all’Ariosto per la pazzia di Orlando). E con la trasformazione del suo protagonista, il romanzo prende un andamento diverso.
Livio Leonardi è nato a Roma nel 1961, formatosi a Firenze con d’Arco Silvio Avalle e poi a Padova con Gianfranco Folena, ha insegnato Filologia romanza a Firenze, a Pescara e infine a Siena, prima all’Università per Stranieri, poi all’Università degli Studi, dove ha coordinato il dottorato internazionale in Filologia e critica. È stato visiting all'École Nationale des Chartes di Parigi e al St John's College di Cambridge. Dal 2014 al 2018 ha diretto a Firenze l'Istituto CNR Opera del Vocabolario Italiano. Si è occupato principalmente della poesia italiana delle origini, dei volgarizzamenti, del romanzo arturiano in prosa francese, delle traduzioni della Bibbia, di metodo filologico e di digital humanities. Tra i suoi lavori, spesso in équipe, l’edizione dei sonetti di Guittone d’Arezzo (Einaudi 1994), lo studio dei canzonieri italiani del Duecento (Sismel 2001, 2010), i repertori dei testi agiografici e dei manoscritti biblici in volgare (Sismel 2003, 2018), la direzione dell’edizione del Ciclo di Guiron le Courtois, di cui sono usciti i prolegomena (Garnier 2018) e i primi cinque volumi (Sismel 2020-2021), la traduzione del Lancelot-Garal (tre volumi, Einaudi 2020-2022), un manuale di critica del testo (Le Monnier 2022). Socio dell’Accademia della Crusca e della Commissione per i Testi di Lingua di Bologna, è direttore responsabile della rivista «Medioevo romanzo», membro della direzione della rivista «Studi di filologia italiana», direttore della collana «Archivio romanzo» (Edizioni del Galluzzo), membro del comitato scientifico della collana «Romanische Texte des Mittelalters» (Winter Verlag), direttore della Fondazione Ezio Franceschini – Archivio Gianfranco Contini. Rappresenta l’Italia nello European Research Infrastructure Consortium DARIAH-ERIC. È membro del Comitato della International Arthurian Association in quanto Presidente della Sezione Italiana.

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