Artù, Lancillotto e il Graal - Volume III
Lancillotto del Lago (La carretta - Agravain)
A cura di Lino Leonardi
Traduzione, introduzioni e commento di Carlo Beretta, Luca Cadioli, Massimiliano Gaggero, Claudio Lagomarsini, Elena Stefanelli, Roberto Tagliani
pp. XV - 888, € 90,00
Einaudi, 2022
ISBN: 9788806251376
Lettrici e lettori che siano arrivati fin qui, nel loro percorso
attraverso le pagine del ciclo di Lancillotto e del Graal, avranno già
oltrepassato la metà dell’immenso edificio narrativo. Dopo gli antefatti
della Storia del Santo Graal e le storie di Merlino e del giovane Artú (vol. I), le prime due sezioni del grande romanzo centrale, il Lancillotto del Lago
(vol. II), hanno seguito il migliore dei cavalieri dall’infanzia presso
la Dama del Lago e dall’arrivo alla corte di Artú attraverso le sue
mille avventure, l’amore ricambiato per la regina Ginevra, l’amicizia
con Galehaut, l’odio di Morgana, l’ammissione alla Tavola Rotonda, le
guerre, i tornei, le foreste e gli incantamenti. A metà del romanzo,
nella pagina che chiude il volume precedente di questa edizione, quel
mondo sembra essere arrivato a un punto di non ritorno, con la tragica
morte di Galehaut. Il re delle Isole Lontane, che pur essendo in grado
di sconfiggere Artú gli si era sottomesso solo per amore di Lancillotto,
e che aveva avuto poi un ruolo decisivo nel favorire la reciproca
dichiarazione d’amore e il primo bacio tra lui e Ginevra, l’amico che
aveva assicurato a Lancillotto in ogni momento un punto d’appoggio
sicuro nel suo complesso rapporto con la corte arturiana, muore di
dolore, credendo che il suo amico sia morto. Questo snodo dell’intreccio
era necessario per introdurre la vicenda della carretta, la prova
infamante a cui Lancillotto si sottopone per salvare Ginevra, rapita dal
crudele Meleagant: l’episodio, con cui inizia la seconda metà del
romanzo in prosa, era stato infatti oggetto del celebre romanzo in versi
di Chrétien de Troyes, Le chevalier de la charrette (1180 ca.),
il primo a noi noto che abbia Lancillotto come protagonista, e in quel
romanzo la figura di Galehaut non è menzionata. L’autore del Lancillotto del Lago
introduce qui l’episodio (CVII-CXIII), quando Galehaut è morto ma
Lancillotto ancora non lo sa: lo apprenderà solo in seguito, quando
troverà la sua tomba (CXX). Con questo accorgimento il romanzo in prosa
può inserire l’episodio della carretta seguendo il celebre precedente
quasi alla lettera, sfruttando la fama di Chrétien ma allo stesso tempo
incastonando quel singolo exploit, ben noto al suo pubblico, nella
complessa storia del protagonista. Dopo aver appreso della morte di
Galehaut in realtà Lancillotto non sarà piú lo stesso: per due volte,
sebbene inconsapevolmente, tradisce Ginevra, è costretto a fare i conti
con i propri limiti, che gli impediranno, a lui il cavaliere migliore
del mondo, di essere il predestinato all’impresa del Graal, e in piú
d’un’occasione si abbandona alla follia (incarnando un modello ben
presente all’Ariosto per la pazzia di Orlando). E con la trasformazione
del suo protagonista, il romanzo prende un andamento diverso.
Livio Leonardi è nato
a Roma nel 1961, formatosi a Firenze con d’Arco Silvio Avalle e poi a
Padova con Gianfranco Folena, ha insegnato Filologia romanza a Firenze, a
Pescara e infine a Siena, prima all’Università per Stranieri, poi
all’Università degli Studi, dove ha coordinato il dottorato
internazionale in Filologia e critica. È stato visiting all'École
Nationale des Chartes di Parigi e al St John's College di Cambridge. Dal
2014 al 2018 ha diretto a Firenze l'Istituto CNR Opera del Vocabolario
Italiano. Si è occupato principalmente della poesia italiana delle origini, dei
volgarizzamenti, del romanzo arturiano in prosa francese, delle
traduzioni della Bibbia, di metodo filologico e di digital humanities. Tra i suoi lavori, spesso in équipe,
l’edizione dei sonetti di Guittone d’Arezzo (Einaudi 1994), lo studio
dei canzonieri italiani del Duecento (Sismel 2001, 2010), i repertori
dei testi agiografici e dei manoscritti biblici in volgare (Sismel 2003,
2018), la direzione dell’edizione del Ciclo di Guiron le Courtois, di cui sono usciti i prolegomena (Garnier 2018) e i primi cinque volumi (Sismel 2020-2021), la traduzione del Lancelot-Garal (tre volumi, Einaudi 2020-2022), un manuale di critica del testo (Le Monnier 2022). Socio dell’Accademia della Crusca e della Commissione per i Testi di
Lingua di Bologna, è direttore responsabile della rivista «Medioevo
romanzo», membro della direzione della rivista «Studi di filologia
italiana», direttore della collana «Archivio romanzo» (Edizioni del
Galluzzo), membro del comitato scientifico della collana «Romanische
Texte des Mittelalters» (Winter Verlag), direttore della Fondazione Ezio
Franceschini – Archivio Gianfranco Contini. Rappresenta l’Italia nello
European Research Infrastructure Consortium DARIAH-ERIC. È membro del
Comitato della International Arthurian Association in quanto Presidente
della Sezione Italiana.
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