Ekaterina
Una schiava russa nella Firenze dei Medici
di Marialuisa Bianchi
pp. 384, € 15,00
END Edizioni Non Deperibili, 2017
EAN: 9788895770512
La presenza di giovani schiave nelle città europee del Quattrocento è
un fenomeno poco noto e per certi versi rimosso dall'immaginario
collettivo che si riferisce a uno dei periodi più affascinanti della
Storia esaltandone in modo quasi esclusivo i risultati artistici e
culturali. Eppure a partire dalla metà del Trecento tante furono le
ragazze russe, tartare, greche, turche, saracene strappate alle loro
terre e condotte nelle case dei ricchi d'Italia e non solo per svolgere i
lavori domestici più umili, accudire gli anziani e soddisfare i
desideri sessuali dei padroni.
Marialuisa Bianchi ci mostra senza infingimenti la quotidianità,
fatta di violenze, soprusi, umiliazioni e rari momenti di serenità, di
una giovane schiava russa che si trova a vivere nella turbolenta Firenze
di Cosimo de' Medici. Pagina dopo pagina siamo guidati alla scoperta di
una città di antichi mercati, botteghe artigiane e viuzze mal
frequentate, che caratterizzavano lo spazio urbano di allora tanto
quanto i sontuosi palazzi, le chiese, gli ospedali che ancora oggi
possiamo ammirare. L'accurata ricostruzione storica è parte stessa di
una narrazione appassionante in cui personaggi esistiti e vicende
realmente accadute diventano un tutt'uno con l'invenzione letteraria a
cui spetta il compito di dare voce a chi non l'ha avuta. La schiava Ekaterina,
il garzone Francesco, la serva Ghita, la prostituta Hysa intrecciano
così le loro storie con quelle del vescovo Antonino Pierozzi, di
Giovanni della Casa e della bellissima Lusanna di Benedetto, di
Alessandra Macinghi Strozzi, di mercanti e preti che hanno lasciato
traccia di sé nel Rinascimento fiorentino. Ne deriva un affresco mosso,
sempre vivace della Firenze quattrocentesca e il racconto coinvolgente
del cammino rischioso e pieno di sorprese di una schiava alla ricerca
ostinata della propria libertà.
Ingenua, a tratti disperata, ma sempre fiera e curiosa del mondo, la schiava Caterina, come la chiamano i fiorentini, è l'immagine stessa della capacità femminile di non arrendersi alle circostanze. Amore, amicizia, incontri inaspettati e avventure, dentro e fuori le mura di Firenze, ne fanno un personaggio indimenticabile che ci conduce alla scoperta del Rinascimento degli ultimi e della vita, spesso dura e difficile, delle donne di allora.
Ingenua, a tratti disperata, ma sempre fiera e curiosa del mondo, la schiava Caterina, come la chiamano i fiorentini, è l'immagine stessa della capacità femminile di non arrendersi alle circostanze. Amore, amicizia, incontri inaspettati e avventure, dentro e fuori le mura di Firenze, ne fanno un personaggio indimenticabile che ci conduce alla scoperta del Rinascimento degli ultimi e della vita, spesso dura e difficile, delle donne di allora.
Marialuisa Bianchi, molisana
d’origine, si è laureata in storia medievale a Firenze, dove vive e
insegna in una scuola superiore. Collabora con la storica associazione
culturale Il giardino dei Ciliegi, presso cui conduce seminari di
scrittura creativa e organizza incontri letterari, lavorando anche in
ambito formativo. Ha scritto saggi sulla storia fiorentina, tra cui La
grande storia dell’artigianato: il 400, edito da Giunti. Per l’opera
Campobasso capoluogo del Molise, pubblicato dal Comune di Campobasso nel
2008, ha curato il saggio Andata e Ritorno, la descrizione degli
intellettuali: uno spaccato sull’immagine della città nei secoli
attraverso lo sguardo di scrittori e scrittrici molisani, tra cui
Francesco Jovine. Sempre per la Regione Molise ha ideato e organizzato
La selvatica timidezza di Lina Pietravalle, un convegno di studi
svoltosi presso l’Università del Molise nel 2006. Ha scritto recensioni
per riviste letterarie e racconti per raccolte antologiche fra cui Quel
libro nel cammino della mia vita di Giuseppe Pontiggia. Ha pubblicato un
libro di racconti Vie di Fuga. Storie di e per adolescenti (Franco
Angeli, 2005) con prefazione di Dacia Maraini e nel 2009 il testo
teatrale Apparizioni. Tre atti liberamente ispirati al romanzo Signora
Ava di F. Jovine (Filopoli).
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