Il carisma della magnificenza
L’abate vallombrosano Biagio Milanesi e la tradizione benedettina nell’Italia del Rinascimento
di Francesco Salvestrini
pp. 764, € 70,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2017
ISBN: 9788867289011
L’odierna percezione della storia benedettina è fortemente condizionata dal passato medievale della medesima. Scarsa è stata l’attenzione che la ricerca ha prestato alle relazioni fra il monachesimo e la civiltà umanistica, oppure ai superiori degli Ordini contemplativi in quanto uomini di potere e protagonisti della vita politica. La vicenda di Biagio Milanesi (1444-1523), fiorentino, abate generale dell’Ordine vallombrosano, evidenzia, al contrario, come anche un personaggio proveniente da tale contesto si sia potuto connotare quale “principe” del Rinascimento. Egli fu un abile stratega e un attento governatore, in grado di fronteggiare e per molti aspetti condizionare rilevanti dinamiche e forze disgregatrici, come il movimento osservante interno alla sua congregazione, le strategie beneficiali di Lorenzo de’ Medici, il radicalismo del Savonarola, le pressioni del collegio cardinalizio e infine l’ostilità espressa da papa Leone X. Il personaggio venne ritenuto dai suoi contemporanei un raffinato mecenate committente di opere d’arte e un munifico protettore di poeti e prosatori, animatore di una vera e propria “corte” monastica destinata a lasciare il segno nell’Italia del Quattrocento.
Francesco Salvestrini è docente di Storia Medievale, Storia delle Istituzioni Ecclesiastiche Medievali, Storia Sociale del Medioevo, Esegesi delle fonti per la Storia Medievale e Storia della Storiografia sul Medioevo (settore scientifico-disciplinare M-Sto/01) presso il Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze. E' membro della Giunta del Dipartimento SAGAS; presidente del Gruppo di Autovalutazione per la certificazione CRUI della qualità del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Storiche; membro del Collegio ristretto dei docenti del Dottorato di ricerca in Studi Storici delle Università di Firenze e Siena; del Comitato Scientifico della Fondazione Centro Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo in San Miniato (direttore della medesima dal 2002 al 2007); deputato della Deputazione di Storia Patria per la Toscana; segretario e componente del Consiglio Scientifico del Centro di Studi sulla Civiltà Comunale; membro dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa; accademico ordinario per la Classe di Discipline Umanistiche e Scientifiche dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze; componente del Comitato Scientifico del Centro Internazionale di Studi “La ‘Gerusalemme’ di San Vivaldo”; del Comitato scientifico e della redazione delle riviste: “Ricerche Storiche”, “Miscellanea Storica della Valdelsa”, "De Strata Francigena", e delle collane: “Archeologia Pubblica” di Firenze University Press; Storia della Chiesa Fiesolana, Nuova Serie, Studium Faesulanum.
L’abate vallombrosano Biagio Milanesi e la tradizione benedettina nell’Italia del Rinascimento
di Francesco Salvestrini
pp. 764, € 70,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2017
ISBN: 9788867289011
L’odierna percezione della storia benedettina è fortemente condizionata dal passato medievale della medesima. Scarsa è stata l’attenzione che la ricerca ha prestato alle relazioni fra il monachesimo e la civiltà umanistica, oppure ai superiori degli Ordini contemplativi in quanto uomini di potere e protagonisti della vita politica. La vicenda di Biagio Milanesi (1444-1523), fiorentino, abate generale dell’Ordine vallombrosano, evidenzia, al contrario, come anche un personaggio proveniente da tale contesto si sia potuto connotare quale “principe” del Rinascimento. Egli fu un abile stratega e un attento governatore, in grado di fronteggiare e per molti aspetti condizionare rilevanti dinamiche e forze disgregatrici, come il movimento osservante interno alla sua congregazione, le strategie beneficiali di Lorenzo de’ Medici, il radicalismo del Savonarola, le pressioni del collegio cardinalizio e infine l’ostilità espressa da papa Leone X. Il personaggio venne ritenuto dai suoi contemporanei un raffinato mecenate committente di opere d’arte e un munifico protettore di poeti e prosatori, animatore di una vera e propria “corte” monastica destinata a lasciare il segno nell’Italia del Quattrocento.
Francesco Salvestrini è docente di Storia Medievale, Storia delle Istituzioni Ecclesiastiche Medievali, Storia Sociale del Medioevo, Esegesi delle fonti per la Storia Medievale e Storia della Storiografia sul Medioevo (settore scientifico-disciplinare M-Sto/01) presso il Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze. E' membro della Giunta del Dipartimento SAGAS; presidente del Gruppo di Autovalutazione per la certificazione CRUI della qualità del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Storiche; membro del Collegio ristretto dei docenti del Dottorato di ricerca in Studi Storici delle Università di Firenze e Siena; del Comitato Scientifico della Fondazione Centro Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo in San Miniato (direttore della medesima dal 2002 al 2007); deputato della Deputazione di Storia Patria per la Toscana; segretario e componente del Consiglio Scientifico del Centro di Studi sulla Civiltà Comunale; membro dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa; accademico ordinario per la Classe di Discipline Umanistiche e Scientifiche dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze; componente del Comitato Scientifico del Centro Internazionale di Studi “La ‘Gerusalemme’ di San Vivaldo”; del Comitato scientifico e della redazione delle riviste: “Ricerche Storiche”, “Miscellanea Storica della Valdelsa”, "De Strata Francigena", e delle collane: “Archeologia Pubblica” di Firenze University Press; Storia della Chiesa Fiesolana, Nuova Serie, Studium Faesulanum.
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