Note e quaderni di Meglioranza da Thiene
Notaio dei Patriarchi di Aquileia (1302-1310, 1318-1319)
a cura di Martina Carmeli
pp. 380, € 27,00
ISIME; 2017
ISBN: 978-88-87948-41-7
Originario di Thiene, nel Vicentino (ma in diocesi di Padova),
con studi e ordinazione chiericale probabilmente padovani, Meglioranza è
un notaio-chierico-forestiero che fa fortuna nella Patria del Friuli. Notarius domini patriarche ovvero notarius et scriba patriarchalis curie Aquilegensis,
egli fu tra i tanti che prestarono la propria sapienza professionale e
il proprio talento umano per coadiuvare i vescovi e metropoliti
aquileiesi nella complessa opera di governo, in spiritualibus e in temporalibus,
di una Chiesa che accorpava in un unico ordinario funzioni
disparatissime. Di lui – che prestò la sua opera a vari patriarchi (da
Ottobono, primus artifex della sua fortuna, a
Pagano Della Torre, a Bertrando di Saint-Geniès fino a Nicolò di
Lussemburgo) – si conservano presso la Biblioteca Comunale “Vincenzo
Joppi” di Udine, nel Fondo Principale, tre protocolli con segnature
1474/I, II e III. Il 1474/III, il più voluminoso e consistente dei tre è
stato pubblicato in questa collana nel 2009, sempre a cura di Martina
Cameli. Protocollo notarile tout-court e non registro di curia, esso
rappresenta l’attività di Meglioranza, intesa in toto: quella sua al
servizio della curia patriarcale e quella sua privata, e si presenta
come un libro-archivio, uno zibaldone destinato a contenere tutto ciò
che Meglioranza riteneva importante e potenzialmente utile.
Martina Cameli ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia del
Cristianesimo (Antichità, Medio Evo, Età Moderna) presso l’Università
degli Studi di Padova, la specializzazione presso la Scuola per
Conservatore di beni archivistici e librari della civiltà medievale
dell’Università di Cassino e il diploma della Scuola di Paleografia,
Diplomatica ed Archivistica presso l’Archivio di Stato di Modena. Dopo
essersi occupata della storia monastica delle Marche meridionali, ha
focalizzato il suo interesse sull’episcopato di Ascoli Piceno nei secoli
XI-XIII, rivolgendo particolare attenzione alle scritture documentarie
da esso prodotte.
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