di Carlo Cresti
pp. 126, € 15,00
Angelo Pontecorvi Editore, 2018
ISBN: 978-88-3384-006-2
Considerata assai attendibile l’ipotesi, recentemente formulata con plausibili argomentazioni, che la costruzione del Tempio ottagono, adibito poi a Battistero, risalga al V secolo, e che conseguentemente sia da reputare arbitraria la finora adottata aggettivazione ‘romantica’ che implicava la datazione al X-XI secolo di tale edificio (probabile memorial della vittoria conseguita nell’ottobre del 406 d.C., da Stilicone sul barbaro Radagaiso assediante Firenze), è sembrata
decisamente opportuna la rilettura critica riguardante le vicende architettoniche dal Tardo-Antico al Medioevo.
La rilettura ha consentito di constatare l’impossibile contemporaneità del magistero costruttivo caratterizzante l’organismo strutturale e le partiture compositive dei geometrici ornamenti del Tempio ottagono, nel confronto con gli elementari sistemi edificatori delle chiese (classificate ‘romaniche’) di San Miniato al Monte, dei Santi Apostoli, e con le modeste facciate della Badia Fiesolana e di San Salvatore al Vescovo. Dalla rilettura è apparsa altresì improbabile la ideazione di Arnolfo riguardante la nuova cattedrale di Santa Reparata, assegnatali soltanto nominalmente, risultando problematico ascrivergli l’attuazione della imcompiuta facciata distrutta nel 1587, e al quale, inoltre, il Vasari, attribuisce il progetto di Santa Croce la cui autografia arnolfiana è alquanto controversa e forse inverosimile. Pertanto esclusa l’appartenenza del Tempio ottagono alla aleatoria stagione del ‘romanico’, messi in dubbio i connotati stilistici di altri edifici ecclesiali, ridimensionati o confutati gli interventi progettuali di Arnolfo, rimangono ad attestare, in Firenze gli epicali valori dell’architettura da tardo-antica a medievale, le certezze inverate dai prestigiosi significati espressivi e simbolici dell’assoluta straordinarietà del Tempio ottagono divenuto Battistero, dall’ardita torre dei Priori, del formidabile triconco absidale di Santa Maria del Fiore, e dall’originalità del granaio di Orsanmichele.
Carlo Cresti, architetto, già professore ordinario di Storia dell’Architettura
nell’Università di Firenze. È vice presidente della classe di Architettura dell’Accademia fiorentina delle Arti del Disegno. È stato direttore del ‘Dipartimento di Storia dell’Architettura e Restauro delle strutture architettoniche’ dell’Università di Firenze, coordinatore del Dottorato di Ricerca in ‘Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica’,
direttore della ‘Scuola di Specializzazione in Storia, Analisi e Valutazione dei Beni Architettonici e Ambientali’.
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