martedì 9 aprile 2019

La porta del sapere

La porta del sapere
Cultura alla corte di Federico II di Svevia
di Fulvio Delle Donne
pp. 272, € 25,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Carocci, 2019
ISBN: 9788843095025

Federico II di Svevia (1194-1250) fu l’ultimo a dare un senso universale al titolo di imperatore. Per circa un trentennio fu il signore più potente d’Europa, rivelando in ogni gesto piena consapevolezza del proprio ruolo: consapevolezza che acquisì in maniera graduale e sempre più netta mentre divampava il fuoco del violentissimo scontro con il papato. È qui la radice primigenia che lo portò a farsi fautore di uno straordinario rinnovamento ideologico, del quale furono artefici i letterati e i funzionari che lo circondarono. La sua corte divenne così polo attrattivo di tradizioni culturali multiformi e centro propulsore di innovazioni letterarie e scientifiche destinate a esercitare decisiva influenza per i secoli a venire. Nel libro si indagano compiutamente i caratteri e l’elaborazione di una dirompente concezione culturale. Per la prima volta nella storia, la conoscenza derivata dallo studio approfondito fu rappresentata come una scalinata che conduce al sapere, unica porta di accesso alla nobiltà: sia quella spirituale delle virtù sia quella più concreta delle professioni funzionali all'amministrazione dello Stato.
Fulvio Delle Donne insegna Letteratura latina medievale e umanistica all'Università della Basilicata. La sua vasta produzione scientifica, caratterizzata da interessi e metodi sia filologico-letterari che storici, copre i secoli VI-XVI. Sull’età sveva ha pubblicato numerose edizioni critiche (Nicola da Rocca, Andrea Ungaro, Breve chronicon de rebus Siculis, l’anonimo Itinerarium) e monografie, tra le quali: Il potere e la sua legittimazione. Letteratura encomiastica in onore di Federico II di Svevia (Nuovi Segnali, 2005); «Per scientiarum haustum et seminarium doctrinarum». Storia dello Studium di Napoli in età sveva (Mario Adda, 2010); Federico II: la condanna della memoria. Metamorfosi di un mito (Viella, 2012).

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