Rime
di Lapo Gianni
a cura di Roberto Rea
pp. LII-164, € 24,00
Salerno Editrice, 2019
ISBN: 978-88-6973-344-4
Inserito da Dante nell’élite stilnovista in un cruciale passo del De vulgari eloquentia (I
XIII 4), Ser Lapo Gianni, notaio fiorentino, rimane a oggi una figura
controversa e sfuggente, al punto che negli ultimi decenni ne è stato
messo in dubbio persino il nome e quindi l’appartenenza al canone dello
Stilnovo.
La critica ha infatti da sempre espresso opinioni discordanti sulla
collocazione di Lapo nella storiografia letteraria e sul valore stesso
della sua poesia: c’è chi ha riconosciuto in lui un attardato epigono
cortese, poi attratto nell’orbita cavalcantiana, tanto da esercitare, a
sua volta, un’influenza su un più giovane Dante; chi ha insistito
sull’idea di una certa vicinanza e collaborazione di ‘scuola’ con i più
celebri amici; chi, infine, lo ha ritenuto un più o meno tardo
imitatore della maniera cavalcantiana e dantesca.
Il presente volume propone una nuova edizione critica commentata
delle rime sicuramente attribuibili a Lapo Gianni, per le quali il testo
di riferimento è stato fino a oggi, nonostante la revisione proposta da
Iovine (1989), ancora quello fissato da Contini nei Poeti del Duecento (1960).
Il nuovo testo critico è corredato, per ogni componimento, dalla
necessaria documentazione filologica, in modo che i lettori possano, per
la prima volta nel caso di Lapo, verificare puntualmente le scelte
sostanziali e linguistiche, nonché la condotta dei diversi testimoni.
Il commento, oltre a rendere le liriche del tutto accessibili e a
fornirne un’interpretazione puntuale, si propone di ricostruire la
cultura linguistica e letteraria dell’autore, sforzandosi soprattutto
di chiarire i suoi rapporti con la poesia cavalcantiana e dantesca, al
fine di definire il suo ruolo all’interno della più alta esperienza
stilnovista.
Roberto Rea insegna Filologia della letteratura italiana e Filologia dantesca
presso l’Università Tor Vergata di Roma. Tra le sue pubblicazioni, Cavalcanti poeta. Uno studio sul lessico lirico (Roma, 2008); ha inoltre curato, con Giorgio Inglese, l’edizione commentata delle Rime di Guido Cavalcanti (Roma, 2011).
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