L'artista dell'anima
Giotto e il suo mondo
di Alessandro Masi
pp. 176, € 18,00
Neri Pozza Edizioni, 2022
ISBN: 978-88-54523-79-1
È l’artista che per primo ha dato un’anima alle sue opere. Dei suoi
quadri e dei suoi affreschi sappiamo perciò molto, ma della sua vita di
uomo ben poco, avvolta com’è nella leggenda. Ora da un accurato lavoro
di scavo negli archivi e dalle cronache dell’epoca, Alessandro Masi fa
nascere una rigorosa e documentatissima biografia di Giotto, del
«ragazzo» che rivoluzionò la pittura tra il Duecento e il Trecento,
quando si preparava la Rinascenza. E lo fa narrando quella vita come
fosse un romanzo. Così entriamo con Giotto nella Basilica Superiore di
Assisi, nella cappella degli Scrovegni a Padova, nelle basiliche di
Roma, Napoli, Firenze… Un racconto tanto vivido che sembra di sentire
l’odore dei colori, di stare sulle impalcature a osservarlo dipingere,
di percepire lo stupore dei committenti di fronte a opere che non
avevano alcun paragone con quanto realizzato prima. Emergono con forza i
suoi rapporti con il maestro Cimabue, con gli intellettuali della sua
epoca e in particolare con Dante, di cui fece un ritratto giovanile nel
1302, prima dell’esilio del poeta, e che incontrò nuovamente a Padova
mentre creava un capo - lavoro per una famiglia tanto ricca quanto
chiacchierata, gli Scrovegni appunto. Boccaccio fece di Giotto un
personaggio del suo Decamerone. E dietro di lui si stagliavano Petrarca e
i papi del travagliatissimo periodo della sua esistenza. Ne esce lo
spaccato di un’epoca, di un grande artista e di un uomo non privo di
ombre e contraddizioni. Migliore interprete di sempre del poverello di
Assisi, viveva nell’angoscia di diventare povero e di non poter
sistemare la sua numerosa prole. Probabilmente una volta arricchito
divenne anche usuraio e, invitato dagli intellettuali a schierarsi
nell’agone politico dell’epoca, si dimostrò tutt’altro che incline alle
azioni coraggiose.
Alessandro Masi, storico dell’arte e giornalista, è segretario generale
della Società Dante Alighieri. I suoi interessi spaziano dal futurismo (Zig Zag. Il romanzo futurista, il Saggiatore) a trattati di politica culturale del ventennio fascista (Giuseppe Bottai. La politica delle arti. Scritti 1918-1943, Editalia). Il suo recente studio sull’arte italiana a cavallo tra fascismo e repubblica (Idealismo e opportunismo della cultura italiana. 1943-1948, Mursia) ha dato vita a un lungo dibattito sulla figura di Palmiro Togliatti e gli intellettuali.
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