mercoledì 31 dicembre 2014

Carmina. Symphonia armonie celestium revelationum

Carmina
Symphonia armonie celestium revelationum
di Hildegarda di Bingen
a cura di Maria Emanuela Tabaglio
pp. 208, € 16,50
Gabrielli Editori, 2014
ISBN: 978-88-6099-235-2
 
La ricerca e la ricomposizione dell’armonia. Se volessimo sintetizzare al massimo il messaggio di Ildegarda, senza peraltro semplificarlo eccessivamente, potremmo dire che questo ne è il volto, questa la ricetta. Fra l’uomo e i suoi simili, fra i governanti e i loro sudditi, fra la Chiesa e i suoi fedeli, fra l’uomo e la natura, fra il corpo e l’anima, fra Dio e l’uomo. E quale esempio migliore di armonia, se non la musica? Non solo perché l’anima di ogni uomo vibra sulle sue melodie, non solo perché mille e mille voci grazie ad essa si fondono, ma anche perché la musica e il canto sono l’eco dell’armonia celeste, il ricordo più vivo che l’uomo conserva del suo essere paradisiaco, il segno permanente di ciò che ci accomuna agli angeli, la via da seguire per un ritorno alla luce.
Ildegarda di Bingen, una delle figure femminili più entusiasmanti del Medioevo, compone un ciclo di canti per spiegare il valore dell’uomo e della sua azione nella storia della Salvezza. La intitola Sinfonia dell’armonia delle rivelazioni celesti. E parla dell’uomo, del suo mondo e spiega come custodirlo, prenderne cura. Riarmonizzare, riarmonizzarsi: questo è il segreto a cui chiunque può accedere. Questa la via.
Maria Emanuela Tabaglio a Ildegarda di Bingen e alla cultura medievale ha dedicato diversi studi e ricerche. Tra le sue pubblicazioni: Ad cælestem harmoniam. Poesia e musica in Ildegarda di Bingen (1998),   e Ordo virtutum. Il cammino di Anima verso la salvezza (1999).

martedì 30 dicembre 2014

Le pietre della memoria

Le pietre della memoria
di Federico Sanapo
pp. 216, € 19,90
YouCanPrint, 2014
ISBN: 9788891153340

I Cavalieri Templari sono da sempre al centro di leggende e superstizioni. Questo saggio di Federico Sanapo, studente e ricercatore di Archeologia Medievale all'Universita di Bari, appassionato e storico dei Templari, servendosi di storia, documenti e archeologia cerca di portare chiarezza a 700 anni dalla morte dell'ultimo Gran Maestro Jacques de Molay su chi erano questi monaci-guerrieri, sulla loro vita e le loro gesta, ma anche sui loro lati più "oscuri" e misteriosi per sfatare miti e leggende dove c'è ne sono, e narrare fatti ed eventi poco conosciuti, importanti per la storiografia dell'Ordine Templare. Il libro contiene un'ampia sezione di storia Templare generale, poi nella seconda parte l'autore passa ad analizzare la sua città, ovvero quella Brindisi templare, spesso dimenticata anche dalla storia ufficiale, presentando nuovi monumenti e soprattutto grazie all'archeologia e le fonti documentarie, avanzare nuove ipotesi sul processo ai Templari di Brindisi del 1310, l'unico processo nel Sud-Italia ai Templari. Il tutto inserito nella "cornice" generale della storia templare europea. Prefazione del volume curata da Marco Lucisani.

lunedì 29 dicembre 2014

Signorie di Mezzogiorno

Signorie di Mezzogiorno
Società rurali, poteri aristocratici e monarchia (XII-XIII secolo)
di Sandro Carocci
pp. 592, € 49,00
Viella, 2014
ISBN: 9788867283224

Qual era il vero volto della signoria nel Mezzogiorno italiano? Cosa può apportare il Sud alle grandi discussioni sul feudalesimo e sui poteri aristocratici, sulla loro struttura e sulla loro evoluzione, sul loro impatto economico e sociale? Che contributo può venire dal Regno di Sicilia agli studi sulla dialettica che avveniva fra sovrani, nobiltà e società contadine? E poi, lo studio dei poteri signorili e delle società rurali può riconfigurare le classiche tematiche meridionali dell’arretratezza economica e della centralità monarchica?
Questo libro costituisce la prima analisi sistematica sulla signoria nel Mezzogiorno durante l’epoca normanno-sveva e primo-angioina. Offre nuove interpretazioni sul potere della nobiltà, sulle società rurali e sulla politica monarchica. Mostra come fra re, nobili e contadini si attuò un gioco complesso, condotto attraverso le leggi e la violenza, i rapporti feudali e gli investimenti economici, le discussioni sulla libertà e la servitù, lo sfruttamento di uomini e risorse naturali. I suoi protagonisti sono mondi contadini dal dinamismo finora insospettato, re determinati a limitare il potere aristocratico, e nobili costretti ad adattare la propria signoria alla forza delle società rurali e della politica monarchica. Ne esce un Mezzogiorno finora sconosciuto, vitale e articolato, la cui lettura permette di comprendere meglio non solo le vicende del meridione, ma quelle di molte altre regioni.
Sandro Carocci insegna Storia medievale presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. Tra le sue pubblicazioni: Baroni di Roma. Dominazioni signorili e lignaggi aristocratici nel Duecento e nel primo Trecento (Roma 1993). Ha progettato e curato i volumi relativi al medioevo della Storia d’Europa e del Mediterraneo (Roma 2006-2007). 

mercoledì 24 dicembre 2014

Il linguaggio segreto dell'Antelami

Il linguaggio segreto dell'Antelami
di Claudio Muti
pp. 64, € 12,00
Edizioni all'insegna del Veltro, 2014
ASIN: B00DW22LI2

Benedetto Antelami, misterioso artista affiliato a una corporazione di costruttori che aveva custodito il retaggio dei collegia fabrorum romani, ha lasciato nel Battistero di Parma una testimonianza della spiritualità di cui era portatrice l’arte muratoria del Medio Evo. Claudio Mutti intende decifrare, sulla base di un codice simbolico di cui viene a mano a mano mostrata l’universalità, lo zooforo del Battistero di Parma, cioè quella serie di settantanove figure (e anche di questo numero l’autore cerca di dare una ragione) che circonda l’edificio sacro. La lettura di tale sequela di figure – nella quale si avvicendano, in una ridda fantastica, animali e mostri – costituisce, secondo l’autore, “un viaggio iniziatico attraverso il cosmo… un pellegrinaggio spirituale verso la Terra Santa”. Nel corso di tale viaggio, che si conclude con quel medesimo simbolo del Veltro che apparirà un secolo più tardi nella predizione dantesca, incontriamo le immagini della lonza, del leone e della lupa, animali che cercheranno di ostacolare il cammino iniziatico del nostro maggiore Poeta; incontriamo l’uomo, il leone, il vitello e l’aquila, simboli dei quattro evangelisti, ma anche, in tradizioni non cristiane, delle quattro direzioni dello spazio; Ercole e l’asino, emblemi di due forze che si scontrano in una battaglia di cui viene messo in luce il significato sul piano mitico e storico. Nel medesimo contesto l’autore spiega il senso della formella raffigurante la Fides, cui si accompagnano la Pace e la Giustizia: l’applicazione storico-politica di tali simboli ci parlerebbe della riconnessione del ghibellinismo medioevale alla tradizione primordiale, cosicché le figure della Pace e della Giustizia dovrebbero essere intese quali attributi della funzione imperiale. Riteniamo, in conclusione, che questo saggio possa dischiudere nuove prospettive e nuove possibilità agli studiosi di storia e d’arte locali, i quali saranno stimolati a cercare il significato di opere che ci parlano continuamente col linguaggio universale dei simboli.

lunedì 22 dicembre 2014

La Vera Croce

La Vera Croce
Storia e leggenda dal Golgota a Roma
di Chiara Mercuri
pp. 192, € 16,00
Laterza, 2014
ISBN: 9788858114711

È la più suggestiva rappresentazione della passione di Cristo, l’emblema stesso del cristianesimo e insieme un simbolo di potere. Tutti vorrebbero vantarne il possesso.
Dalla Terra Santa a Costantinopoli, da Aquisgrana a Roma, la storia della Vera Croce, tra pietà religiosa e interesse sacrilego, tra esaltazione fanatica e scellerate persecuzioni.
Nell’anno 326, secondo un’antichissima tradizione, Elena, madre di Costantino, scopre a Gerusalemme il legno della Croce. Quel ‘legno’ può, secondo l’imperatrice, ribadire il passaggio fisico di Cristo sulla terra e rendere più salda la fede della comunità dei cristiani, lacerata da divisioni interne. Per sollevare gli animi e stringere i fedeli attorno alla loro storia comune, Elena fa costruire un’imponente basilica sul Golgota, il ‘Martyrium’, emblema della passione di Cristo. Ma un luogo non è abbastanza. La basilica non può restare un guscio vuoto, bisogna dotarla di un cuore vivo, una reliquia. I Vangeli, però, lo dicono con chiarezza: non è possibile cercare il corpo di Gesù, i cristiani sono destinati ad adorare un sepolcro vuoto. La Croce, allora, può diventare il miglior surrogato di quel corpo. Quel legno intriso prima dal suo sudore, durante l’ascesa al monte Calvario, e poi dal suo sangue, durante le lunghe ore dell’agonia, può cambiare di segno e da patibolo diventare il fondamento della fede cristiana. L’imperatrice cerca, scava e infine trova: da quel momento la reliquia diviene l’emblema della Gerusalemme cristiana e la protagonista di una complessa serie di vicende, sempre al confine tra storia e leggenda, tra realtà e immaginazione.
Chiara Mercuri si è specializzata in Storia medievale in Francia. È autrice di molti studi scientifici, tra cui un libro sulla reliquia della corona di spine (Edizioni di Storia e Letteratura), tradotto in francese col titolo Saint Louis et la couronne d’épines (Riveneuve 2011), che ha ottenuto il prestigioso premio dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres. Attualmente scrive per la rivista “Medioevo”.

sabato 20 dicembre 2014

Italiae Medievalis Historiae V

Italiae Medievalis Historiae V
di autori vari
pp. 121, € 12,00
Italia Medievale, 2014
ISBN: 9781326125936

Il volume contiene i racconti vincitori della ottava e nona edizione (2013-2014) di © Philobiblon, Premio Letterario Italia Medievale per racconti brevi e inediti liberamente ispirati al Medioevo.
Sette avvincenti racconti che ci condurranno in un Medioevo sospeso tra realtà storica e finzione letteraria.
Indice:
Lazzaro è vivo di Federico Zucchelli
Adalberto eretico di Alessio Innocenti
I re della torbiera di Marco Corrias
Think Tank nella casa del rabbino di Franco Ligonzo

Il destino di Gregorio Magno di Marco Corrias
Il principe ribelle di Luciano Poletto Ghella
I crociati anteriori di Marina Vellucci

Il volume è acquistabile online.
Nato nel 2006 da un'idea dell'Associazione Culturale Italia Medievale, Philobiblon è un conorso letterario il cui titolo si rifà ad un’opera di Riccardo di Bury (1287-1345), monaco benedettino inglese, cancelliere del re Edoardo III, del quale fu precettore. Terminò appena un anno prima di morire il Philobiblon, scritto in latino, testo che gli avrebbe assicurato la riconoscenza e l’affetto di generazioni di bibliofili. Trattatello morale in lode alla lettura e manuale di bibliofilia dedicato alla scelta, al reperimento, alla conservazione dei libri.
A Philobiblon sono anche dedicati un blog ed un gruppo Facebook.

venerdì 19 dicembre 2014

L'armonia delle donne

L'armonia delle donne
di Trotula de' Ruggiero
Interventi di Eva Cantarella e Andrea Vitali
pp. 136, € 14,00 (In eBook, € 8,99)
Manni Editori, 2014
ISBN: 978-88-6266-581-0
 
De ornatu mulierum, qui tradotto e presentato con testo a fronte, è il primo manuale di cosmesi del mondo occidentale. A scriverlo è Trotula de’ Ruggiero, allieva e poi magistra, nel secolo XI, presso la Scuola Medica Salernitana, autrice anche del De passionibus mulierum in, ante et post partum, trattato di ostetricia e ginecologia che ebbe grande autorità e fortuna per tutto il Medioevo.
In L’armonia delle donne Trotula dà indicazioni su come conservare e migliorare la bellezza femminile attraverso la preparazione di creme e infusi naturali.
Oltre ad insegnamenti sul trucco, suggerisce come eliminare le rughe, il gonfiore dal volto, le borse sotto gli occhi, i peli superflui, come donare candore alla pelle, nascondere lentiggini e impurità, lavare i denti ed eliminare l’alitosi, e ancora tingere i capelli, curare screpolature di labbra e gengive, e anche “ut virgo putetur que corrupta fuit”, ossia come, con le erbe, riacquistare la verginità.
La cura estetica non rappresenta un aspetto frivolo, anzi: la bellezza di una donna ha a che fare con la filosofia della natura cui si ispira l’arte medica del tempo, ed è il segno di un corpo sano in armonia con l’universo.
In Appendice le piante officinali citate da Trotula: ancora oggi si trovano nelle campagne e in erboristeria.

giovedì 18 dicembre 2014

Le questioni anniane. Viterbo tra realtà e finzione

Le questioni anniane. Viterbo tra realtà e finzione
di Annio da Viterbo
a cura di Jacopo Rubini
pp.194, € 13,00
Sette Città Editore, 2014
 
Erudito, umanista, filologo sui generis, creatore di miti e genealogie fittizie, amante dell'antichità, spregiudicato falsario: tutto è stato detto riguardo Annio e le sue opere. Un'ascesa irresistibile nell'ambito della Curia romana, fino alla carica di Magister Sacri Palatii, la conoscenza personale di tutti i più potenti uomini del suo tempo e degli artisti più illuminati. Un uomo capace di creare una genealogia illustre e famosa, operazione che realizzò con abilità anche per importanti personaggi laici ed ecclesiastici. La sua città natale venne beneficata di centinaia di pagine celebrative e per Viterbo Annio creò un lignaggio tanto aulico quanto improbabile, intrecciando riferimenti all'antico Egitto, alla classicità, all'Alto Medioevo di Longobardi e Carolingi; riuscì a far divenire Viterbo un crocevia di divinità, re, principi e papi, alterando le testimonianze documentarie e inventandone altre con assoluta disinvoltura. In questo senso le "Questioni anniane" rappresentano la sintesi perfetta della sua mirabolante visione del mondo.
Jacopo Rubini nasce a Viterbo nel 1989. Nel Settembre 2011, dopo 6 mesi di studio nel Regno Unito presso la University of Bristol, si laurea con lode in Lettere Classiche all’Università degli Studi di Siena, con una tesi in Lingua e Letteratura Latina Medievale sullo stesso argomento di questo volume e discussa con il prof. Gioachino Chiarini. Attualmente frequenta il corso magistrale di Filologia, Storia e Letterature del Mondo Antico presso l’Università La Sapienza.

mercoledì 17 dicembre 2014

Pittura tardogotica nel Salento

Pittura tardogotica nel Salento
di Sergio Ortese
pp. 356, € 50,00
Congedo Editore, 2014
ISBN: 9788867660834

È significativo rilevare come queste testimonianze siano la cartina al tornasole di una cultura figurativa tardogotica originale e sostanzialmente autoctona rispetto a quella di altre aree del Sud Italia, a cominciare da Napoli. «Siamo di fronte dunque al fiorire di una cultura pittorica essenzialmente “pugliese”, con la particolarità di non essere, per questo suo aspetto locale, una cultura dagli esiti qualitativi meno felici, che anzi il livello artistico ne è, non di rado, elevato». Nel corso di questa ricerca saranno illustrati oltre trenta esempi di architetture del Salento che, oltre al celeberrimo cantiere di Santa Caterina d’Alessandria di Galatina (v. infra il saggio di Antonella Cucciniello), presentano ancora oggi, sia pure in forma frammentaria, isolata o priva di contesto, decorazioni murali tardogotiche, spesso originariamente partecipi di un programma iconografico più vasto. Inoltre, almeno sette di questi edifici contemplano veri cicli pittorici tardogotici. Questi dati, già estremamente notevoli alla luce di quanto sopra esposto, sono certamente suscettibili di nuove acquisizioni se si procederà con maggiore sistematicità nell’applicazione di aggiornati metodi di indagine specialistica prima di qualsiasi azione-manomissione su beni architettonici e manufatti scultorei, anche ove apparentemente privi di finiture o di interesse “culturale”. Per comprendere appieno l’importanza della questione relativa alle opere totalmente dimenticate, perché celate, si deve considerare che la quasi totalità delle decorazioni murali tardogotiche superstiti, sopraccitate, sono state rinvenute nell’ultimo mezzo secolo sotto a semplici scialbature o a più complesse sovrammissioni, anche strutturali. Era dunque per così dire fisiologico che le potenzialità territoriali chiamate in causa dallo stesso Pellegrino di Puglia avessero inciso anche sul piano della produzione figurativa e del mercato artistico. Era altresì logico che il primato raggiunto dal capoluogo salentino nel Cinquecento, all’interno del panorama regnicolo (Lecce alias ‘Neapolis’), poggiasse sugli antefatti di un «Rinascimento negato». In effetti, il Salento in epoca tardomedievale era stato una realtà socioeconomica, politica e artistica, molto più simile a un centro che a una periferia, anche per la presenza della più potente, sia pure turbolenta, casata feudataria del Regno, una presenza reale e consapevole, totalmente lontana dalla mistificante apparenza di una periferia addirittura coloniale.
Sergio Ortese, storico dell’Arte classe 1971, vive e lavora a Lecce. Nel 2000 si laurea con lode presso l’Università degli Studi di Lecce, Facoltà di Beni Culturali. Da quest’ultima ottiene un assegno di ricerca biennale (2001-2003) occupandosi di ‘committenza artistica nel Salento fra Tre e Quattrocento; contestualmente stabilisce una proficua collaborazione con l’insegnamento specialistico di Storia dell’Arte Medievale in Puglia, in qualità di cultore della materia e membro della commissione di profitto negli esami. Nel 2009 consegue il titolo di dottore di Ricerca in Storia dell’Arte Meridionale tra Medioevo ed Età Moderna presso l’ateneo leccese. Consulente per il Museo Provinciale di Lecce per oltre dieci anni, ha collaborato con prestigiosi enti di ricerca (Isufi, Politecnico di Bari) e insegnato Storia dell’Arte presso università, accademie e scuole di ogni ordine e grado. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, nel 2009 fonda e dirige, curandone i primi cinque volumi, la collana De là da mar. Scritti di Storia dell’Arte (Lupo editore) che si prefigge di riconoscere, studiare e valorizzare, in forma multidisciplinare, alcuni misconosciuti tesori artistici della Puglia.

martedì 16 dicembre 2014

Cavalieri mercenari e cannoni

Cavalieri mercenari e cannoni
di Marco Scardigli
pp. 504, € 13,00
Mondadori, 2014
ISBN: 9788804643951
 
All'alba del Trecento l'Italia era la terra più ricca d'Europa, la più avanzata culturalmente. Sotto la cenere di tale splendore, tuttavia, covavano le braci ardenti di conflitti mai sopiti: nel Meridione le sanguinose lotte tra papato, baroni e pretendenti al trono di Napoli, al Nord le bellicose vicende che avevano portato all'affermarsi dei Comuni e poi delle Signorie. Partendo da queste premesse Marco Scardigli racconta l'evolversi della guerra in Italia dal 1300 al 1527, l'anno del sacco di Roma a opera dei lanzichenecchi che pose fine al ruolo internazionale della penisola. Assistiamo così agli ultimi scontri tra guelfi e ghibellini, alla parabola dei capitani di ventura, all'arrivo dei possenti eserciti stranieri. Ma anche alla nascita di una sensibilità nuova, «moderna»: gli anni dal Tre al Cinquecento furono infatti segnati da una sequenza di guerre, scontri, massacri, eppure sono ricordati come i secoli d'oro dell'arte e della cultura italiane, l'epoca dell'Umanesimo e del Rinascimento. Arte e guerra, in realtà, sono le due facce di una stessa medaglia, due aspetti di quella vocazione alla grandezza che distinse i protagonisti dell'epoca, da Cangrande della Scala a Ludovico il Moro. Ed è impossibile dimenticare che, accanto ai colpi dei primi cannoni, convivevano le pennellate di Raffaello e i colpi di scalpello di Michelangelo.
Marco Scardigli (Novara 1959), ha insegnato Storia coloniale all'Università di Pavia e ha pubblicato opere di narrativa e saggistica storica tra cui ricordiamo La golosa erudizione (1994), Il braccio indigeno (1996) e Lo scrittoio del generale. La romanzesca epopea risorgimentale del generale Govone (2006). Tra le opere narrative Il mistero delle code di lucertola (1996) e, con Roberto Viglino, Lillibum (1996). Negli Oscar è uscito La lancia, il gladio, il cavallo (2010).

mercoledì 10 dicembre 2014

Marco Polo

Marco Polo
Un esploratore veneziano sulla Via della Seta: il primo europeo alla scoperta dell'Asia
di Marina Montesano
pp. 336, € 22,00 (in Ebook a € 14,99)
Salerno Editrice, 2014
ISBN: 978-88-8402-945-4
La fama planetaria del Milione ha dato origine a una bibliografia smisurata a fronte della quale i profili biografici di Marco Polo sono pochi. Colpa dei dati oggettivi scarni che abbiamo sul personaggio. Sappiamo che rimase in viaggio, lontano da Venezia per circa 25 anni, ma all’interno di quel periodo della sua vita poche sono le scansioni cronologiche sicure. Gli studi filologici e storici hanno portato ad affinare le nostre conoscenze sul testo, e quindi indirettamente, sul suo autore, ma il Milione resta un libro misterioso. È un diario di viaggio? Un mélange di fantastico e di reale? È un testo di pratica di mercatura arricchito dalla prosa del Rustichello? Per rispondere a queste domande partiremo dal contesto originario del veneziano: il Mediterraneo nella seconda metà del Duecento e lo seguiremo in viaggio, lungo la via della seta, fino alla Cina e all’India. Ripercorreremo con lui i luoghi che visitò per scoprire uno sguardo molto più attento alla realtà di quanto non si creda; uno sguardo che non si soffermava solo sulle merci e le ricchezze, ma che comunicava all’Occidente particolari inediti sull’antropologia, i costumi, i riti, delle società osservate. Se ancora oggi emergono dubbi sulla realtà del viaggio di Marco Polo, la posizione di questo libro è chiara: il veneziano visitò l’Asia e la descrisse come nessuno aveva mai fatto prima di lui. E poiché la vita è un viaggio, il viaggio di Marco Polo sarà la sua biografia.
Marina Montesano insegna Storia medievale all’Università di Messina. Con la Salerno Editrice ha pubblicato 'Caccia alle streghe', 2012.

lunedì 8 dicembre 2014

La giustizia del vescovo

La giustizia del vescovo
Società, economia e Chiesa cittadina ad Asti tra XIII e XIV secolo
di Ezio Claudio Pia
pp. 244, € 26 (Acquista online con lo sconto del 15%)
Viella, 2014
ISBN: 9788867282944

Il tribunale del vescovo di Asti è il centro di un complesso sistema di relazioni economiche e politiche che innervano la società astigiana del tardo medioevo. I registri redatti fra XIII e XIV secolo dai chierici notai e in generale la documentazione vescovile testimoniano infatti una concentrazione eccezionale di competenze giuridiche e finanziarie presso il tribunale ecclesiastico: dalle questioni relative al credito e all’usura, alle liti matrimoniali, fino ai conflitti politici che dividono le famiglie eminenti. Si delinea bene la capacità della Chiesa astigiana di valutare e di riorganizzare i rapporti sociali e le gerarchie economiche della città grazie a un uso sapiente dei meccanismi di inclusione e di esclusione, in particolare della scomunica.
Con gli inizi del Trecento, tuttavia, il coinvolgimento crescente del clero nei conflitti di fazione riduce l’efficacia dell’azione della corte vescovile. Entrano allora in crisi sia la capacità della curia di dare ordine alle relazioni sociali sia il modello ideologico di unità civica sostenuto a lungo dalla Chiesa.
Ezio Claudio Pia, dottore di ricerca in Storia medievale, è membro del Centro di ricerca sulle istituzioni e le società medievali presso l’Università di Torino e collabora con il Centro studi «Renato Bordone» sui Lombardi, sul credito e sulla banca di Asti. È autore di studi dedicati alla storia politica e sociale e alle dinamiche creditizie del basso medioevo.

sabato 6 dicembre 2014

Falegnami e muratori a Bologna nel Medioevo: statuti e matricole (1248-1377)

Falegnami e muratori a Bologna nel Medioevo: statuti e matricole (1248-1377)
di Elisa Erioli
pp. 504, € 50,00
Pàtron Editore, 2014
ISBN: 9788855532464

Il volume analizza il ruolo delle corporazioni delle arti legate all’edilizia in una città particolarmente attiva come Bologna nel loro rapporto con le istituzioni politiche e amministrative, con i singoli operatori del settore e con l’organizzazione del lavoro. Lo studio della ricca documentazione statutaria e matricolare prodotta tra XIII e XIV secolo, comparata alla normativa relativa alla città, permette di evidenziare la stretta connessione tra le società dei falegnami e dei muratori e i mutamenti istituzionali della vita comunale. Si tratta di una fase determinante dove la capacità che le singole arti mostrarono di trasformarsi da corporazioni, dedite anche al potere politico locale, a società di controllo degli operatori del settore e dei processi produttivi e lavorativi, una volta radicalizzata, avrebbe determinato la loro longevità e specializzazione. Lo studio, attraverso anche l’individuazione degli operatori del settore coinvolti e della loro collocazione nella topografia cittadina, rappresenta una sintesi tra l’analisi degli aspetti corporativi delle arti legate all’attività edilizia bolognese e quelli lavorativi, mettendo in luce l’organizzazione delle botteghe e dei cantieri cittadini.
INDICE:
PRESENTAZIONE DI Renata Giannella - PREFAZIONE DI Paola Galetti - NOTA DELL’AUTORE - INTRODUZIONE STORICA: le fonti, origini e assetto delle società, organizzazione, la vita interna alle arti, il lavoro, gli operatori del settore, l’evoluzione di falegnami e muratori dalle corporazioni alle società d’arte. Note e riflessioni conclusive - CRITERI DI EDIZIONE - I MANOSCRITTI - lo statuto della società dei muratori degli anni 1258-1262 - lo statuto della società dei muratori dell’anno 1329 - lo statuto della società dei muratori dell’anno 1335-1355 - lo statuto della società dei muratori dell’anno 1376 - lo statuto della società dei falegnami degli anni 1255-1262 - lo statuto della società dei falegnami degli anni 1264-1271 - lo statuto della società dei falegnami degli anni 1270-1294 - lo statuto della società dei falegnami dell’anno 1288 - lo statuto della società dei falegnami dell’anno 1298 - lo statuto della società dei falegnami del primo semestre dell’anno 1320[a] - lo statuto della società dei falegnami del secondo semestre dell’anno 1320[b] - lo statuto della società dei falegnami degli anni 1335-1336 - lo statuto della società dei falegnami degli anni 1377-1387 - STATUTO DELLA SOCIETÀ DEI MURATORI 1258-1262 - STATUTO DELLA SOCIETÀ DEI MURATORI 1329 - STATUTI DELLA SOCIETÀ DEI MURATORI 1335-1355; 1376 - STATUTI DELLA SOCIETÀ DEI FALEGNAMI 1255-1262; 1264-1271; 1270-1294; 1288 - STATUTI DELLA SOCIETÀ DEI FALEGNAMI 1298; 1320[a]; 1320[b] - STATUTI DELLA SOCIETÀ DEI FALEGNAMI 1335-1355; 1377 - FONTI INEDITE - FONTI EDITE - BIBLIOGRAFIA - STRUMENTI - INDICE DEI NOMI, DEI LUOGHI E DELLE COSE NOTEVOLI.

venerdì 5 dicembre 2014

Gusti del Medioevo

Gusti del Medioevo
I prodotti, la cucina, la tavola
di Massimo Montanari
pp. 292, € 12,00
Laterza, 2014
ISBN: 9788858115640

Un viaggio tra ricettari e condimenti, dal ‘sapore dell’acqua’ allo ‘statuto ambiguo del pesce’, dall’importanza della cucina monastica al ruolo della tavola come ‘rappresentazione del mondo’. Una guida rigorosa, utile al gourmet quanto allo storico che voglia addentrarsi nei sapori di quest’epoca. Rocco Moliterni, “Tuttolibri”
Siamo seduti a tavola e il cibo viene servito in una successione uguale per tutti. Oggi accade normalmente e ci pare ovvio: ma è stato sempre così? Non nel Medioevo. La tavola medievale segue un altro modello, simile a quello che troviamo ancora praticato in Cina e in Giappone: i cibi sono serviti simultaneamente e spetta a ciascun convitato sceglierli e ordinarli secondo il proprio gusto. Ancora: la cucina contemporanea tende a rispettare i sapori ‘naturali’ e a riservare a ciascuno di essi uno spazio distinto. La cucina medievale invece preferiva mescolare i sapori ed esaltava l’idea dell’artificio, che modifica la natura.
Ma se le differenze di gusto fra noi e il Medioevo sono importanti, altrettanto forti sono le continuità. Alcune preparazioni costituiscono tuttora un segno forte dell’identità alimentare. E allora: il Medioevo è vicino o lontano?

Massimo Montanari insegna Storia medievale e Storia dell’alimentazione all’Università di Bologna, dove è anche direttore del Master “Storia e cultura dell’alimentazione”. Fra i suoi lavori più importanti: L’alimentazione contadina nell’alto Medioevo (Napoli 1979); Campagne medievali (Torino 1984); Atlante dell’alimentazione e della gastronomia (curato con F. Sabban, Torino 2004).