Cavalieri mercenari e cannoni
di Marco Scardigli
pp. 504, € 13,00
Mondadori, 2014
ISBN: 9788804643951
All'alba del Trecento l'Italia era la terra più ricca d'Europa, la più
avanzata culturalmente. Sotto la cenere di tale splendore, tuttavia,
covavano le braci ardenti di conflitti mai sopiti: nel Meridione le
sanguinose lotte tra papato, baroni e pretendenti al trono di Napoli, al
Nord le bellicose vicende che avevano portato all'affermarsi dei Comuni
e poi delle Signorie. Partendo da queste premesse Marco Scardigli
racconta l'evolversi della guerra in Italia dal 1300 al 1527, l'anno del
sacco di Roma a opera dei lanzichenecchi che pose fine al ruolo
internazionale della penisola. Assistiamo così agli ultimi scontri tra
guelfi e ghibellini, alla parabola dei capitani di ventura, all'arrivo
dei possenti eserciti stranieri. Ma anche alla nascita di una
sensibilità nuova, «moderna»: gli anni dal Tre al Cinquecento furono
infatti segnati da una sequenza di guerre, scontri, massacri, eppure
sono ricordati come i secoli d'oro dell'arte e della cultura italiane,
l'epoca dell'Umanesimo e del Rinascimento. Arte e guerra, in realtà,
sono le due facce di una stessa medaglia, due aspetti di quella
vocazione alla grandezza che distinse i protagonisti dell'epoca, da
Cangrande della Scala a Ludovico il Moro. Ed è impossibile dimenticare
che, accanto ai colpi dei primi cannoni, convivevano le pennellate di
Raffaello e i colpi di scalpello di Michelangelo.
Marco Scardigli (Novara 1959), ha insegnato Storia coloniale
all'Università di Pavia e ha pubblicato opere di narrativa e saggistica
storica tra cui ricordiamo La golosa erudizione (1994), Il braccio indigeno (1996) e Lo scrittoio del generale. La romanzesca epopea risorgimentale del generale Govone (2006). Tra le opere narrative Il mistero delle code di lucertola (1996) e, con Roberto Viglino, Lillibum (1996). Negli Oscar è uscito La lancia, il gladio, il cavallo (2010).
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