L'Europa nel Medioevo
di Chris Wickham
pp. 472, € 34,00
Carocci, 2018
ISBN: 9788843089963
Pochi periodi storici hanno suscitato, fra gli studiosi così come fra la
gente comune, interessi e giudizi contrastanti come il Medioevo. Il
libro di Chris Wickham – fra i più importanti medievisti a livello
internazionale – getta uno sguardo nuovo sulla storia del continente
europeo fra il 500 e il 1500, facendo piazza pulita dei tanti luoghi
comuni che nel tempo hanno finito per incrostarsi su questi dieci
secoli. Il grande merito di Wickham consiste nel saper raccontare la
storia in modo vivace e nel far parlare al lettore di oggi fatti,
persone e documenti lontani nel tempo e spesso estranei alla sensibilità
contemporanea.
Il filo conduttore di questo libro è il cambiamento. Ciò che siamo soliti chiamare “periodo medievale”, o “Medioevo”, durò un migliaio d’anni, dal 500 al 1500: alla sua fine l’Europa, oggetto di questo libro, risultava un luogo ben diverso da quel che era stato al suo inizio. Al principio infatti a dominare era l’impero romano, che unificò metà del continente europeo separandolo però bruscamente dall’altra metà; mille anni dopo l’Europa aveva assunto la complicata struttura che ha mantenuto sin da allora, con la maggior parte degli attuali Stati già in qualche modo riconoscibile. L’obiettivo di questo libro è mostrare come sia avvenuto tale cambiamento, insieme a molti altri, e quale importanza abbia avuto, senza tuttavia concentrarsi su quelli che ne furono gli esiti. Molti medievisti si sono occupati delle origini di questi “Stati-nazione” o di altri aspetti di ciò che considerano come parte della “modernità”, e per costoro sono proprio gli esiti a rivestire di significato l’intero periodo: io credo invece che un approccio simile costituisca un grave errore. La storia non è teleologica, ovvero, lo sviluppo storico non si dirige verso, ma viene da una determinata situazione; inoltre, per quel che mi riguarda, il periodo medievale – così pieno di energie – è interessante di per sé e non ha bisogno di essere convalidato da qualsivoglia sviluppo successivo.
Il filo conduttore di questo libro è il cambiamento. Ciò che siamo soliti chiamare “periodo medievale”, o “Medioevo”, durò un migliaio d’anni, dal 500 al 1500: alla sua fine l’Europa, oggetto di questo libro, risultava un luogo ben diverso da quel che era stato al suo inizio. Al principio infatti a dominare era l’impero romano, che unificò metà del continente europeo separandolo però bruscamente dall’altra metà; mille anni dopo l’Europa aveva assunto la complicata struttura che ha mantenuto sin da allora, con la maggior parte degli attuali Stati già in qualche modo riconoscibile. L’obiettivo di questo libro è mostrare come sia avvenuto tale cambiamento, insieme a molti altri, e quale importanza abbia avuto, senza tuttavia concentrarsi su quelli che ne furono gli esiti. Molti medievisti si sono occupati delle origini di questi “Stati-nazione” o di altri aspetti di ciò che considerano come parte della “modernità”, e per costoro sono proprio gli esiti a rivestire di significato l’intero periodo: io credo invece che un approccio simile costituisca un grave errore. La storia non è teleologica, ovvero, lo sviluppo storico non si dirige verso, ma viene da una determinata situazione; inoltre, per quel che mi riguarda, il periodo medievale – così pieno di energie – è interessante di per sé e non ha bisogno di essere convalidato da qualsivoglia sviluppo successivo.
Chris Wickham è stato dal 1977 al 2005 lecturer e poi professore di Storia medievale
all'Università di Birmingham; nel 2005 è stato nominato Chichele
Professor di Storia medievale a Oxford.
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