Viterbo e le sue torri
di Noris Angeli
€ 18,00
Archeoares, 2018
ISBN: 9788899822200
Emblema stesso del potere ed essenziale elemento di
autorappresentazione della classe egemone, la torre costituisce, nelle
sue diverse forme e funzioni, uno dei tratti distintivi del paesaggio
urbano delle città medievali dell’Italia centrale.
Ciò vale anche per Viterbo, il cui panorama era – ed è tuttora –
caratterizzato dalla presenza delle torri: quelle disposte lungo il
perimetro delle mura civiche erette tra la fine dell’XI e la seconda
metà del XIII secolo; quelle erette dal Comune in punti strategici del
suburbio con funzioni di avvistamento e di controllo sulla viabilità di
accesso alla città; le torri e le casetorri appartenenti
all’aristocrazia cittadina, che punteggiavano, con maggiore o minore
densità, buona parte dell’area urbana.
Nonostante i crolli, le demolizioni e le “scapitozzature” che hanno
interessato, già in età tardomedievale, molte torri appartenenti alle
residenze nobiliari, numerose strutture rimanevano integre o comunque
ben riconoscibili ancora nella piena età moderna, sebbene ormai
sostanzialmente prive della funzione militare per cui erano state
originariamente concepite ed adibite agli usi più diversi,
frequentemente come colombaie. Intorno alla metà del XVII secolo,
Domenico Bianchi ne contava circa duecento (hebbe dal suo principio
molte Torri, sì come a questo dì d’hoggi apertamente si scorge in lei
esserne moltissime, fatte con molto artificio di pietre squadrate
altissime ed alcune con molta proportione hanno le Cortine, che in
altezza conveniente le circondano): un numero non verificabile
nella sua esattezza, ma che aiuta comunque a comprendere quanto questi
apparati continuassero ad essere considerati una presenza viva e anche
uno degli elementi più simbolici del prestigio della città. La veduta a
volo d’uccello di Viterbo disegnata da Tarquinio Ligustri nel 1596 ne
offre certamente la più efficace e realistica rappresentazione.
Anche per questo motivo, colpisce che le torri urbane viterbesi –
tanto quelle delle mura civiche, quanto quelle, ancora numerose,
conservate nel tessuto urbano – non siano state finora oggetto di uno
studio organico finalizzato a precisarne la cronologia e a definirne le
caratteristiche tipologiche.
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