La mala vita
Donne pubbliche nel Medioevo
di Maria Serena Mazzi
pp. 182, € 14,00
Il Mulino, 2018
ISBN: 978-88-15-27907-1
Anche nel Medioevo
troviamo donne disposte a vendere il proprio corpo «pro pretio, lucro et
questu»: condannata e ritenuta una vergogna, la prostituzione era però
considerata ineliminabile e persino necessaria. Giustificabile, perché
salvava da mali peggiori come la corruzione delle vergini e delle spose e
«l’abominevole vizio della sodomia». Ma qual'era la posizione della
Chiesa e dei pubblici poteri nel regolare questo fenomeno divenuto assai
rilevante? Nel Trecento, infatti, si assiste ovunque in Europa al
proliferare dei postriboli, a volte quasi piccole fortezze del piacere, a
volte strade o quartieri riservati, e la vita delle donne pubbliche –
forestiere o straniere, spesso sopraffatte dai debiti – dentro e fuori
fu sottoposta a rigide norme. «Idio sempre schifa i maggiori mali, e
d’ogne male ch’egli sostiene sempre trae un maggior bene… Or non vedi
che ssi sostengono le meretrici nelle cittadi? Questo è un grande male, e
se si sottraesse, sì ssi sottrarrebbe un grande bene, però che ssi
farebbero più adulterii, più soddomie, che sarebbe molto peggio»
Giordano da Pisa
Maria Serena Mazzi ha insegnato
Storia medievale nelle Università di Firenze e Ferrara. Con il Mulino ha
pubblicato «In viaggio nel Medioevo» (2015) e «Donne in fuga. Vite
ribelli nel Medioevo» (2017).
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