Riscoprendo Arnolfo II e il suo tempo
Arsago Seprio e la sua pieve. Storia di una comunità
a cura di Paola Marina De Marchi, Martino Rosso
pp. 154, € 29,00
All'Insegna del Giglio, 2019
ISBN: 978-88-99547-32-5
Questo
volume è il risultato concreto dei Seminari che si sono svolti ad Arsago
Seprio con l’obiettivo di ricordare il Millenario della morte del
Vescovo di Milano Arnolfo (998-1018) che, nato ad Arsago, da questo
borgo ricco di tradizioni e cultura trasse i suoi primi indirizzi
culturali e religiosi. Attorno a lui si snodano numerosi temi di ricerca
interdisciplinare, intesi in primo luogo a ripercorre l’origine e lo
sviluppo di questo importante vicus romano prima e abitato altomedievale
poi, del quale restano numerose testimonianze archeologiche. In secondo
luogo, a ricostruire le origini della Pieve di San Vittore con
l’annesso Battistero di San Giovanni, citati in un documento del 1050,
ma sicuramente risalenti all’alto medioevo, se non addirittura ad età
paleocristiana. Il centro pievano, come mostrano documenti di IX secolo,
estendeva la sua giurisdizione su un’ampia parte dei centri abitati
dipendenti dal distretto territoriale del Seprio, creando un legame con
il centro di potere longobardo di un maggior rilievo della Lombardia
occidentale. La pieve altomedievale mantenne un ruolo centrale per un
lungo periodo, subendo un inevitabile declino con l’ascesa del casato
visconteo (XI-XII secolo), che elesse il suo luogo di dimora nella
vicina Somma Lombardo. Arnolfo II, uomo di forte personalità, marca il
momento di maggior vigore di Arsago, coincidendo cronologicamente quasi
con l’edificazione del complesso pievano romanico, che ancora oggi
costituisce uno più importanti nuclei religiosi del romanico lombardo,
più volte modificato per andare incontro a rinnovate pratiche liturgiche
e restaurato di recente. Restauri che in questa sede vengono
sintetizzati e affiancati da un saggio chiarissimo che invita non a
restaurare ma a procedere a manutenzioni attente e costanti, meno
costose ma più utili alla conservazione dell’edilizia storica. Il
Vescovo Arnolfo ebbe una personalità ricca e complessa. Fu uomo di
religione e cultura, al quale si accostano le realizzazioni di
importanti volumi a carattere laico e religioso, tra questi il celebre
Libro di preghiere, in questa sede analizzato con rigore nei suoi
caratteri artistici, che rinviano a precisi ambiti stilistici o di
“scuola”. Fu però anche uomo di potere, conscio dell’importanza delle
alleanze “politiche” che si intrecciavano nelle lotte per la successione
al vertice dell’impero. Non a caso agiva a Milano, città ambiziosa e di
“vertice”, della quale fu indubbiamente un interprete discusso ma
rappresentativo, mentre alle sue spalle si muoveva il suo successore il
carismatico Ariberto. Il volume si completa con uno studio che indaga la
complessità della cultura religiosa del tempo a scala europea: le
dispute, i dubbi interpretativi e umani, dovuti all’incontro tra
religiosi di diversa formazione. Qui incontriamo il monaco Anselmo di
Aosta, di cultura laica, che entrato in monastero analizza il rapporto
tra conoscenza e fede, in quanto per lui credere è la via per conoscere.
In questo dilemma tra intelletto e fede si muovono sensibilità ed acume
ancora oggi attuali. In questo, come in numerosi altri casi, l’incontro
virtuoso tra Istituzioni (Comune di Arsago, Regione Lombardia,
Arcidiocesi, Soprintendenza e le Università Cattolica del Sacro Cuore e
Politecnico di Milano) ha contribuito in modo sostanziale alla
realizzazione del Millenario e di questo volume.
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