Torba (Va). Scavi 2013-2019
a cuar di Alexandra Chavarría Arnau, Gian Pietro Brogiolo
€ 60,00
All'Insegna del Giglio, 2021
ISBN: 9788899547561
Il volume pubblica i risultati dello scavo condotto tra gli anni 2013 e
2019 presso il sito di Torba, estremità meridionale dell’importante
fortificazione tardoantica di Castel Seprio (Va), poi monastero
benedettino. Durante questi anni sono stati scoperti e indagati diversi
settori del sito, primo bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano, tra cui
un annesso funerario a nord della chiesa di Santa Maria, un grande
edificio a cavallo delle mura, l’area interna ed esterna all’imponente
torre e un ambiente ubicato sotto il monastero. Consistenti risorse sono
state investite per la datazione delle murature del sistema di difesa –
torri e mura – dei quali si discute da tempo la contemporaneità o meno
rispetto alle difese sommitali del castrum e degli edifici più antichi
del monastero. Gli scavi hanno indubbiamente accresciuto le nostre
conoscenze su Torba: dai processi di stratificazione, quantitativamente
imponenti non solo per le consuete attività di un insediamento –
costruttive, domestiche e artigianali – ma soprattutto per gli eventi
naturali, conseguenza della sua posizione ai piedi di un versante
geologicamente instabile. Della cinta difensiva, conservata in alzato
fino ai merli come muro di spina dell’edificio monastico addossato alla
torre, sono stati individuati i livelli di cantiere, le caratteristiche
costruttive e l’evoluzione successiva. Per l’età longobarda nuove
informazioni riguardano: gli strati di dilavamento, prodotti da intensi
fenomeni naturali, intervallati da una sporadica frequentazione, che
hanno progressivamente riempito di detriti il piano terra della torre;
vari elementi di cintura di età longobarda rinvenuti in questi strati;
una capanna addossata alle mura che ha restituito un codolo di cintura
di quel periodo e, infine, una nuova proposta per la sequenza della
chiesa di Santa Maria con una prima fase anteriore alla metà del VII
secolo. Lo scavo ha restituito una discreta quantità di reperti, sia
manufatti sia ecofatti, dai quali sono state ricavate ulteriori
informazioni sull’alimentazione, sull’ambiente, sulle caratteristiche
fisiche degli inumati, grazie al coinvolgimento di numerosi specialisti
che hanno applicato le più innovative metodologie analitiche. Il tutto è
stato possibile con il supporto economico dell’Università degli Studi
di Padova e della Regione Lombardia.
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