Giorgio Antonio Vespucci 1434-1514
di Karl Schlebusch
pp. 520, € 40,00
Edizioni Nerbini, 2017
ISBN: 978-88-6434-130-9
Fino agli anni Settanta il bibliofilo umanista
Giorgio Antonio Vespucci è stato conosciuto soprattutto per i suoi
legami con Marsilio Ficino e con il famoso nipote Amerigo. Solo in epoca
più recente ha ottenuto la rilevanza che merita. Noto per la sua
biblioteca, il Vespucci, tuttavia, fu ben più che un collezionista di
libri e un proprietario di centinaia di manoscritti e incunaboli;
proprio i suoi libri gli permisero di diventare uno stimatissimo erudito
e un grande esperto delle lingue classiche. Per molti anni insegnò alla
gioventù di Firenze, specialmente ai figli della nobiltà; in età
avanzata, fu canonico e preposto del Duomo prima di vestire l’abito
domenicano – e, val la pena di sottolinearlo, per mano di Savonarola in
persona – ed entrare nel Convento di San Marco. Il suo nome però, come
quelli di tutti gli altri Vespucci, si oscurò davanti alla fama del
nipote Amerigo onorato dal nome del Nuovo Mondo, anche se non fu del
tutto dimenticato. Gli studi recenti hanno evidenziato invece il suo
grande contributo al Rinascimento fiorentino e italiano. Fu il pioniere
del revival della drammaturgia latina classica e scrisse probabilmente
la prima grammatica latina di stampo umanistico. In questo lavoro Karl
Schlebusch ha raccolto tutti i documenti archivistici e non che
riguardavano il Vespucci, per ricostruire la biografia più completa di
uno dei personaggi più rilevanti del Rinascimento fiorentino.
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