Il monastero come azienda
di Alessandro Paglia
Introduzione di Notker Wolf
Strategy&People, 2017
La preghiera e il lavoro scandiscono le ore dei monaci
benedettini. La REGOLA dettata da San Benedetto da Norcia nel VI secolo
continua ad essere lo "statuto aziendale" dei monasteri che operano
per la diffusione del cristianesimo nel mondo attraverso la promozione
dell'uomo come riferimento e perno di ogni attività civile.
Le testimonianze storiche del contributo benedettino offerto
alla società sono inumerevoli. Il valore di esse è soprattutto per l'Europa
incalcolabile. La letteratura su San Benedetto e sul monachesimo occidentale è
poi vastissima. Negli ultimi anni si sta
delineando un interesse sui valori etici e spirituali delle figure del monaco e
dell'abate. I saggi scritti sono molti. In modo preponderante essi
privilegiano l'importanza delle virtù
per definire una possibile
leadership cristiana secondo San Benedetto. A integrazione e
complemento di questa letteratura si presenta ora, in modo unico e inconsueto,
il lungo saggio del manager-giornalista Alessandro Paglia: IL MONASTERO COME
AZIENDA. L'autore cambia il punto di vista di lettura della REGOLA affrontando
e illustrando per la prima volta il tema della struttura organica e funzionale
del monastero con l'applicazione del
rapporto organizzazione-strategia cosi come esso vive con San Benedetto.
Nei primi capitoli il libro presenta la vita di San Benedetto
inquadrata nello sfacelo della società a seguito della caduta dell'impero
romano (476 d.C.) e la calata dei goti in Italia con le conseguenti guerre
gotico-bizantine. I primi monasteri fondati da San Benedetto a Subiaco e poi a
Montecassino appaiono come ancore di salvezza per la popolazione fuggiasca
e abbandonata e sono pienamente in linea
con le direttive di soccorso ai bisognosi impartite dai pontefici a partire da
papa Simmaco (497 d.C ).
I monasteri
trasformati da San Benedetto diventano presidi sicuri di lavoro con le nuove
norme di aggregazione che recuperano la cultura militare romana sia nella
costruzione degli edifici che con le idee di funzionamento: si veda il
recupero di fortini e di ville romane con l'edificio della chiesa in centro; l'organizzazione gerarchica
del monastero resa flessibile; il modo di decidere dell'abate in modo
"partecipato". Questi assunti diverranno nel tempo formule
strategiche di successo e faranno dei monasteri dei sistemi sociali di
primordine soprattutto in Europa. L'autore riporta al riguardo alcuni esempi
significativi.
Dopo la illustrazione delle origini della REGOLA, il Paglia
passa poi a spiegare l'attualità del dettato benedettino confrontandolo con le
teorie moderne della organizzazione del lavoro nate con Taylor all'inizio del
secolo scorso. Così si scopre come i quatro doveri e le dieci esortazioni
dell'abate come manager, le sei direttive dell'abate-imprenditore e il
costruire alla romana degli abati-ingegneri
con riferimento al pretorio contengano il meglio di tutte le forme o
teorie dell'organizzazione sviluppatesi fino ad oggi: la REGOLA le comprende
tutte con il primato dell'uomo sempre al centro di ogni attività.
Con questo tipo di lettura la figura dell'abate-manager ne esce completata con le attività di costruttore
e di imprenditore. Come pure viene approfondita la figura del
monaco-lavoratore con il suo impegno giornaliero ripartito con otto ore
dedicate alla preghiera, otto al lavoro e otto al riposo, che Paglia
chiama "la regolarità del 3 per 8". Se aggiungiamo ad essi la parte
spirituale (l'abate come rappresentante di Cristo, padre del monastero,
pastore di anime, maestro e giudice, dispensatore della casa di Dio,
sollecito e amoroso verso i fratelli; e il monaco, come innamorato di Cristo)
le figure dell'abate e del monaco diventano ammirabili. J.L. Borges ha scritto
di loro: "sono personaggi eterni".
Dalla attualità alla
originalità. Nell'ultimo capitolo del libro "L'ordine come fattore e fine
aziendali" l'autore riassume la REGOLA con un ideogramma grafico che
riporta quattro pilastri (della struttura, delle procedure, del comportamento
e delle relazioni umane) legati tra loro dal sistema dell'obbedienza e su cui
poggia la cupola dell'ordine. Una sintesi che è accompagnata da riflessioni
che dapprima spostano la ragione verso
la fede (dialogo in cui Tertullio ricorda che San Benedetto chiudeva le sue
lezioni ai monaci con le parole di Sant'Agostino "ricordatevi, fratelli,
che Dio ama l'ordine perché egli è ORDINE") e poi verso la scienza con
molteplici cenni sull'importanza del trinomio "ordine- organizazione-
obbedienza" nella fisica, nell'architettura, nell'arte, nella economia,
nella filosofia e nella sociologia. Millecinquecento anni fa San Benedetto
vedeva cose che gli altri non vedevano: innovava, creava. Il primate emerito
Notker Wolf, nella sua prefazione, sottolinea questo aspetto del libro "(l'autore) ha sempre sullo sfondo il tema dell'importanza dell'ordine, perché
Benedetto resta un vero romano, segnato dal principio - serva ordinem et ordo
te servabit-", concludendo che "rispetto ai molti libri scritti su
Benedetto e la REGOLA, Paglia fa un passo avanti".
Nessun commento:
Posta un commento