Concezione e valore della profezia tra riflessione antropologica e funzione politca (XII-XV secolo)
a cura di Maria Valeria Ingegno
pp. 276, € 18,00
Aracne Editrice, 2018
ISBN: 978-88-255-1089-8
Quale fu la concezione della profezia sviluppata dagli intellettuali
attivi fra il Medioevo e l’Età Moderna? Quale la funzione in essa
riconosciuta? Il volume prende le mosse dalle ricerche condotte in
merito al “fatto profetico” da Paul Alphandéry per poi ispirarsi ai
risultati ottenuti in sede magistrale da Jean-Pierre Torrell. La genesi e
la natura della profezia sono però indagate attraverso una varietà di
proposte e di soluzioni che non si limitano all’ambito scolastico, ma si
estendono anche ad altre cerchie. Al di là di ogni distinzione, a
partire dal tardo Medioevo l’attività profetica si qualifica sempre più
per una forte componente di riflessione di carattere politico,
riflessione che perdura nella nostra cultura fino a tutto il primo
Rinascimento. Realizzato da una équipe internazionale, il volume getta
una luce sulla storia del pensiero religioso e politico di ambito
europeo.
Maria Valeria Ignegno è nata il 20 dicembre 1972 e ha conseguito la
Laurea in Storia della letteratura latina medievale all’Università di
Firenze, Facoltà di Lettere, con la votazione “Trenta e lode e le
congratulazioni della giuria” nel 1998. Nel 2009 ha conseguito il
Diploma di dottorato in Studi medievali conseguito con il giudizio “Très
honorable” all’EPHE. (École Pratique des Hautes Études, Section de
Sciences Religieuses, Parigi, Sorbonne). Fra le sue pubblicazioni:
« Matrimonio e divorzio in Gilberto Porretano (I Cor. VII, 1-16) », in Revue d’Études Augustiniennes et patristiques LVI (2010); Le
texte biblique adopté au XIIe siècle par trois commentaires de la Ire
Épître de Paul aux Corinthiens: Le cas de Gratia Dei, de Gilbert de la
Porrée et de l’Anonyme poitevin, in Traduction et texte sacré (Fès, 18–19 aprile 2012), Fès, 2014.
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