Scicli
Storia, cultura e religione (V-XVI secc.)
di Salvo Micciché, Stefania Fornaro
pp. 404, € 39,00
Carocci, 2018
ISBN: 9788843092826
Che cosa si conosce realmente di Scicli nel Medioevo? Che cosa
tramandano le fonti, i reperti dell’abitato e del circondario (e poi
della citta?) di Scicli e le varie forme del suo toponimo (Xicli, Sicli,
Sycla, Shiklah...)? Per rispondere a queste domande, il volume analizza
la storia, la cultura e la religione di Scicli dal Medioevo al
Cinquecento commentando le fonti e i reperti relativi alla storia della
città. L’importanza di Scicli nell’ambito della Contea di Modica, il più
vasto Stato feudale della Sicilia, si impose con forza anche grazie
alla sua felice posizione geografica, non lontana dal mare.
Toponomastica, onomastica, culti e storie di uomini e luoghi, cristiani
ed ebrei, dal V al XVI secolo: la storia che conduce alla nascita della
città iblea che sarà poi barocca e moderna e che Vittorini definì «la
più bella del mondo».
Salvo Micciché è consulente informatico e direttore editoriale di “Ondaiblea. Rivista del
Sud Est”, scrive per “Il Giornale di Scicli” e collabora con quotidiani
e tv. Ha pubblicato: Onomastica di Scicli (Scicli 1991), Argu lu cani (Ragusa 2016), Zàghiri e Parmi – Omaggio al Siciliano (Ragusa 2016), Dall’Alba ai Girasoli (con M. Iannizzotto; Ragusa 2016) e Scicli: onomastica e toponomastica (Ragusa 2017).
Stefania Fornaro, laureata in Archeologia del Mediterraneo all’Università di Messina, ha
partecipato a diverse campagne di scavo in area siciliana. Ha pubblicato
alcuni contributi in Scicli: onomastica e toponomastica (Ragusa 2017) e collabora con “Ondaiblea. Rivista del Sud Est”.
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