L'impero che non voleva morire
Il paradosso di Bisanzio (640-740 d.C.)
di John Haldon
Traduzione di Alessio De Siena
Contributi di Immacolata Eramo
pp. XLII - 462, € 29,00
pp. XLII - 462, € 29,00
Einaudi, 2019
ISBN: 9788806235000
Se nel VI secolo l’Impero romano d’Oriente era il piú vasto stato
nell’Eurasia, appena un secolo dopo esso si era ridotto drasticamente.
Circondato da nemici, devastato da conflitti e malattie, sembrava
destinato al collasso, ma non fu cosí, e questo saggio ci spiega tutti i
motivi per cui ciò non avvenne. Nel 700 d.C. l’Impero aveva perso tre
quarti del suo territorio a vantaggio del Califfato islamico. Ma
l’accidentata geografia dei territori rimanenti in Anatolia e nell’Egeo
fu strategicamente vantaggiosa, poiché impedí ai nemici di occupare
permanentemente le città, rendendoli vulnerabili ai contrattacchi
romani. Piú l’Impero si riduceva, piú si calamitava intorno a
Costantinopoli, la cui capacità di resistere ai diversi assedi si rivelò
decisiva. Anche i cambiamenti climatici ebbero un ruolo, poiché
imposero di diversificare la produzione agricola, aiutando cosí
l’economia imperiale. La crisi costrinse la corte ad avvicinarsi alle
classi dirigenti delle province e alla Chiesa. Nonostante le perdite
territoriali, l’Impero non patí gravi crisi politiche. Ciò che restava
divenne il cuore di uno stato romano cristiano medievale, la cui potente
teologia politica predisse che l’imperatore avrebbe infine prevalso
contro i nemici, sancendo il dominio mondiale del cristianesimo
ortodosso.
John Haldon insegna Storia bizantina ed ellenistica alla Princeton University. Per Einaudi ha pubblicato L'Impero che non voleva morire (2019).
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