Anselmo duca, abate, santo
Fondatore dell'abbazia di Nonantola
di Gabriella Malagoli
pp. 64, € 9,00
Edizioni Artestampa, 2019
ISBN: 9788864626789
Il fondatore dell’abbazia di Nonantola fu l’unico santo
longobardo di stirpe nobile; nel corso della sua vita egli svolse ruoli
diversi, visse esperienze di cui seppe fare tesoro e che furono preziose
per la conduzione del suo cenobio. Nato da stirpe regale a Cividale del
Friuli, la Forum Iulii famosa nel mondo romano perché sede di un
importante mercato, divenne duca di questo strategico territorio e
fidato collaboratore del re Astolfo, che aveva sposato sua sorella
Giseltrude.
Come giunse dunque Anselmo a Nonantola, dove le prime
quattro formelle dello stipite sinistro del portale della basilica sono a
lui dedicate?
Al ducato del Friuli egli rinunciò per divenire monaco
benedettino, e in questa veste fondò un monastero e un ospitale a
Fanano; esigenze di carattere strategico però indussero re Astolfo a
donare al cognato le terre di Nonantola, poste sul confine con
l’esarcato bizantino. Ecco perciò che nel 752 Anselmo con suoi monaci si
trasferì in locum nonantule, nella vasta pianura, occupata in
gran parte da folte boscaglie e paludi. Qui egli diede vita ad una
abbazia monastica, che divenne in breve tempo rinomata e fiorente e che
fu all’origine della trasformazione di plaghe incolte in terre
coltivate.
Gabriella Malagoli, nata e
residente a Nonantola, laureata in Lettere classiche presso l’Università
di Bologna, ha conseguito il diploma di paleografia e archivistica
presso l’Archivio di Stato di Modena, ha insegnato italiano, latino e
greco negli istituti di istruzione superiore e materie letterarie nelle
scuole medie inferiori.
Sinceramente appassionata alla storia del
paese, ha pubblicato articoli in diverse riviste, è coautrice di
un’opera sulla storia di Nonantola ed ha profuso il suo impegno, in
collaborazione con Enti ed Associazioni e in particolare con
ArcheoNonantola e con il Museo benedettino nonantolano e diocesano di
arte sacra, per dare ai concittadini la piena consapevolezza del
patrimonio culturale ed artistico loro affidato, affinché sia
conosciuto, conservato e valorizzato.
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