domenica 9 agosto 2020

La Trinità in Dante

La Trinità in Dante
Dalla «Vita Nuova» alla «Divina Commedia»
di Andrea Francesco Calabrese, Vincenzo Crupi
pp. 140, € 18,00
Rubbettino, 2020
ISBN: 9788849863475
 
Tutta l'opera di Dante è costellata dei segni della presenza trinitaria, centrale non solo nella cosmologia dantesca ma anche nella visione della natura, dell'uomo e dei ritmi della storia terrena. Questa presenza è talmente rilevante da influenzare la struttura stessa delle opere a partire dalla Vita nuova e fino al Paradiso. Una modalità trinitaria nel rapporto tra il mondo e Dio agisce a livello poeticoletterario e si manifesta, innanzitutto, nell'importanza che il numero, componente essenziale del simbolismo medievale, assume nelle opere di Dante. La nota insistenza dantesca, nell'ordinamento della Commedia, sul tre non è un fatto meramente numerologico, perché ha origini più profonde, collegandosi proprio alla teologia trinitaria medievale e risale già alla Vita Nuova, dove la sublimazione di Beatrice a «miracolo» ha la sua radice nella «mirabile Trinitade». Questa presenza del motivo trinitario è evidente, con modalità di volta in volta diverse, anche nelle altre opere di Dante, per cui, oltre che nella Vita Nuova, le tracce di una tematica trinitaria si rinvengono nel Convivio, nel De vulgari eloquentia, nel De Monarchia e ancora nelle Rime. Nella Divina Commedia il cammino di Dante attraverso i tre regni dell'aldilà troverà compimento proprio nella visione della Trinità alla fine del canto XXXIII del Paradiso. In questo itinerario la prima tappa è «imagine perversa» di Dio, perché l'Inferno dantesco è organizzato su una riconoscibile parodia trinitaria, mentre nel Purgatorio, dove le anime si purificano dall'amore che «corre al ben con ordine corrotto», le simbologie trinitarie sono espressione dell'uomo in cammino verso l'unità con Dio e anticipano quella che sarà l'atmosfera pienamente trinitaria del Paradiso.
Andrea Francesco Calabrese è musicista e studioso di letteratura, in particolare di Dante. In campo musicale, laureato con lode in pianoforte nonché in composizione, svolge attività concertistica come pianista e direttore d’orchestra; ha vinto numerosi premi pianistici e di composizione; partecipa regolarmente a convegni e seminari di musicologia e analisi musicale ed è docente ordinario di Teoria dell’armonia e analisi presso il Conservatorio «Francesco Cilea» di Reggio Calabria. Laureato con lode in Scienze della società e della formazione con una tesi in Linguistica italiana su Dante Alighieri, tiene corsi di Narratologia. Le sue più recenti pubblicazioni sono Ars Nova: ventuno compositori italiani di oggi raccontano la musica (Roma, Castelvecchi, 2017), Dante tra dogma ed eresia. Forme gergali e arte della scrittura fra le righe (Reggio Calabria, Leonida Edizioni, 2018), The performer as a musicologist (Cambridge, Cambridge Scholars Publishing, 2019).
Vincenzo Crupi, già ricercatore presso la cattedra di Letteratura italiana della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina, è attualmente docente a contratto presso l’Università per Stranieri «Dante Alighieri» di Reggio Calabria. Si è occupato di novellieri medievali. Un saggio su Franco Sacchetti è stato presentato nel 1977 all’Accademia dei Lincei da Vittore Branca. In riviste specialistiche e in Atti di Convegni nazionali e internazionali sono apparsi suoi scritti su Berni, Manzoni, Fogazzaro e Pirandello. Autore di una raccolta di studi apparsa nel 2003 con il titolo Saggi danteschi, ha pubblicato, in questa collana «Iride» fondata e diretta da Rocco Mario Morano, i seguenti due volumi: L’altra faccia della luna. Assoluto e mistero nell’opera di Luigi Pirandello (Soveria Mannelli, Rubbettino, 1977) e «Fra il cielo e l’inferno». Ascensioni umane nell’ultimo Fogazzaro (ivi, 2004).

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