Opere già attribuite a Dante e altri documenti danteschi
a cura di Paolo Mastandrea
con la collaborazione di Andrea Manzi, Michele Rinaldi, Federico Ruggiero, Linda Spinazzè
con la collaborazione di Andrea Manzi, Michele Rinaldi, Federico Ruggiero, Linda Spinazzè
pp. XI-540, € 49,00
Salerno Editrice, 2021
ISBN: 978-88-6973-421-2
Il volume raccoglie testimonianze poetiche dell’interesse per la figura e l’opera di Dante fra i lettori dal Tre al Cinquecento.
Si tratta di documenti di grande richiamo per il lettore e lo
studioso, fino ad oggi di difficile consultazione, ora resi disponibili
in un unico volume.
Le prime due sezioni raccolgono una serie di testi poetici a lungo
attribuiti a Dante e che, una volta dimostrati non autentici dagli
studiosi moderni, non sono più stati reperibili. Le introduzioni e i
commenti dei curatori illustrano i motivi per cui poeti, lettori-copisti
e editori del passato li avevano invece letti, ricopiati o pubblicati
come opere dantesche.
La terza e la quarta sezione raccolgono, rispettivamente in latino e
in volgare, i componimenti in versi sulla morte di Dante nel 1321, o
che, per tutto il Tre e il Quattrocento, sono tornati a elogiare Dante e
la sua opera.
Chiude, come quinta sezione, una nuova edizione, con traduzione,
della famosa Epistola di frate Ilaro, un misterioso documento, noto solo
grazie a Boccaccio, che testimonierebbe della primissima circolazione
dell’Inferno e dell’originaria intenzione, da parte di Dante, di
scrivere un “poema paradisiaco” in latino invece del poema volgare che
poi ha scritto.
Paolo Mastandrea insegna Lingua e letteratura latina presso l’Università Ca’ fosacari di
Venezia. è co-autore, con Valentina Mabilia, de Il primo latino.
Vocabolario latino-italiano, italiano-latino, 2015.
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