Intelletto d'amore
di Giorgio Agamben, Jean-Baptiste Brenet
Prefazione di Alain de Libera
pp. 80, € 12,50 (Acquista online con il 5% di sconto)
Quodlibet, 2020
ISBN: 9788822903860
Ciascuno dei due testi che, attraverso un fitto intreccio di rimandi e
implicazioni, disegnano la trama del libro, è una meditazione sul
fantasma come luogo e soggetto dell’amore. E lo fanno mettendo a
confronto in una prospettiva inedita due eccezionali personaggi: Guido
Cavalcanti, il «primo amico» di Dante e maestro ineguagliato della
fenomenologia amorosa, e Ibn Rushd, l’Averroè dei Latini, il filosofo
arabo che ha più profondamente segnato il pensiero occidentale dal XIII
al XV secolo.
E se, per entrambi, la congiunzione con l’intelletto unico nomina la felicità suprema, è la funzione del fantasma che si rivela ogni volta decisiva. In che modo i pensieri ci appartengono, come può un’idea diventare «mia»? È il fantasma – rispondono il poeta e il filosofo – che, mediante il desiderio, rende il pensiero proprio a un soggetto. Ma, per Cavalcanti, il fantasma deve perire perché la congiunzione amorosa abbia luogo e l’individuo sopravvive solo come un automa «fatto di rame o di pietra o di legno»; per il filosofo, invece, è la specie umana nel suo insieme il soggetto – anche politico – della felicità suprema.
E se, per entrambi, la congiunzione con l’intelletto unico nomina la felicità suprema, è la funzione del fantasma che si rivela ogni volta decisiva. In che modo i pensieri ci appartengono, come può un’idea diventare «mia»? È il fantasma – rispondono il poeta e il filosofo – che, mediante il desiderio, rende il pensiero proprio a un soggetto. Ma, per Cavalcanti, il fantasma deve perire perché la congiunzione amorosa abbia luogo e l’individuo sopravvive solo come un automa «fatto di rame o di pietra o di legno»; per il filosofo, invece, è la specie umana nel suo insieme il soggetto – anche politico – della felicità suprema.
Giorgio Agamben è filosofo e scrittore. La sua opera è tradotta e commentata in tutto il mondo. Con il progetto Homo sacer ha segnato una svolta nel pensiero politico contemporaneo. Tra le sue opere pubblicate da Quodlibet: Intelletto d’amore (con Jean-Baptiste Brenet, 2020),
Homo sacer. Edizione integrale (2018), Che cos’è la filosofia? (2016), Gusto (2015), Idea della prosa (nuova edizione aumentata, 2002-2013, 2020), L’uomo senza contenuto (1994, 2013), Bartleby, la formula
della creazione (con Gilles Deleuze, 1993, 2012).
Jean-Baptiste Brenet è filosofo e professore di filosofia araba all’università Paris 1 Panthéon-Sorbonne. È autore di Je fantasme. Averroès et l’espace potentiel (Verdier, 2017). Tra le sue pubblicazioni, Averroè l’inquietante. L’Europa e il pensiero arabo (Carocci, 2019) e Je fantasme. Averroès et l’espace potentiel (Verdier, 2017).
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