Sandro Botticelli e il Perugino; Domenico Ghirlandaio e Cosimo
Rosselli; Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio… Nell’arco di
alcuni decenni, tra Quattrocento e Cinquecento, nel cuore della
cristianità si avvicendano due generazioni di artisti che danno vita a
uno dei risultati più mirabili dell’arte occidentale: la Cappella
Sistina.Una storia straordinaria raccontata da uno dei massimi esperti
del Rinascimento italiano.
La Cappella Sistina è uno dei luoghi più celebri al mondo. È il
capolavoro che segna il passaggio dalla bottega rinascimentale al
trionfo del genio creativo moderno. Quello in cui l’opera d’arte inizia a
essere riconosciuta come prodotto di puro ingegno. Quello attraverso
cui la politica realizza pienamente il potenziale comunicativo e
propagandistico dell’arte. È qui che papa Sisto IV, per fronteggiare
l’insidia alla sua guida spirituale posta da Maometto II, inaugura
un’impresa artistica che sarà un manifesto della legittimità papale: la
decorazione della cappella più importante della cristianità. Un vero e
proprio consorzio di maestri realizza la decorazione della parte
inferiore della Sistina. Il risultato è uniforme, quasi fosse l’opera di
una sola mano; è la massima espressione della maestria delle botteghe
toscane del Quattrocento. Anni dopo, nel 1505, papa Giulio II – nipote
di Sisto IV – imprime una svolta. Sedotto dal talento prodigioso di un
ragazzo fiorentino, lo chiama a Roma. È Michelangelo Buonarroti, che
sarà poi scelto per decorare la volta della Sistina. Nel suo
rivoluzionario lavoro, Michelangelo si stacca da ogni tradizione
precedente e segna una svolta nel mondo dell’arte. Antonio Forcellino ci
fa vivere il prodigio del cantiere della Cappella Sistina, ricostruendo
le vicende dei protagonisti che l’hanno voluta e realizzata – i
pontefici e gli artisti – e la storia materiale di questo straordinario
capolavoro.
Antonio Forcellino è tra i maggiori studiosi europei di arte
rinascimentale. Ha realizzato restauri di opere di valore assoluto, come
il Mosè di Michelangelo e Le Sibille di Raffaello.
Come storico, la sua attenzione si rivolge da sempre a tutta la
ricchezza del fare arte, ai contesti storici, alle tecniche e ai
materiali, alle radici psicologiche e biografiche dei grandi capolavori.
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