Basilio II e l'apogeo dell'Impero bizantino
di Giannantonio Zambon
pp. 228, € 18,00
Kimerik, 2022
ISBN: 979-12-5466-058-4
Giannantonio Zambon in quest'opera narra le epiche vicende dell’età
dell’oro di Bisanzio, condite di dovizie di dati storici e aneddoti,
mettendo nero su bianco i cinquant’anni di regno – un’epoca – del
glorioso imperatore Basilio II, senza tralasciare i fortunati
avvenimenti e gli illustri personaggi che spianarono la strada al Megas
Basileus che restituì a Bisanzio quel prestigio di romana memoria.
Basilio II, detto il Bulgaroctono (Boulgaroktonos) e cioè “il
Massacratore di Bulgari”, si prodigò d’asceta per Bisanzio: fu
l’impavido supremo comandante degli eserciti bizantini, il giusto e
incorruttibile giudice, l’abile legislatore e il paladino della vera
Fede; in altre parole, Basilio II incarnò l’idea di Bisanzio. Alla sua
morte lasciò in eredità ai deboli successori un impero cristiano che si
estendeva nuovamente entro i suoi confini “ideali”, dalle sponde del
Danubio alle rive dell’Eufrate, dallo Stretto di Messina alle montagne
innevate del Caucaso; esso comprendeva la Penisola Balcanica, l’Asia
Minore, il Nord della Siria, l’Alta Mesopotamia, l’Armenia e l’Italia
meridionale.
Il basileus Basilio II incarnò Bisanzio, i suoi ideali e le sue aspirazioni universali. Tenne per cinquant’anni le redini di questo impero millenario – affidatogli da Dio – con indomita energia, ammirevole fermezza e assoluta austerità. Piegò al proprio dovere l’arrogante aristocrazia militare anatolica rafforzando il potere centrale e redistribuì le terre tra i suoi contadini-soldati accattivandosi il loro consenso. Annientò i suoi nemici interni ed esterni, pretendendo la più completa sottomissione. Per Basilio, a differenza di altri imperatori e regnanti della storia, una campagna militare finiva una volta raggiunto l’obiettivo finale, vale a dire la conquista, senza concedersi pause o svaghi inutili.
Il basileus Basilio II incarnò Bisanzio, i suoi ideali e le sue aspirazioni universali. Tenne per cinquant’anni le redini di questo impero millenario – affidatogli da Dio – con indomita energia, ammirevole fermezza e assoluta austerità. Piegò al proprio dovere l’arrogante aristocrazia militare anatolica rafforzando il potere centrale e redistribuì le terre tra i suoi contadini-soldati accattivandosi il loro consenso. Annientò i suoi nemici interni ed esterni, pretendendo la più completa sottomissione. Per Basilio, a differenza di altri imperatori e regnanti della storia, una campagna militare finiva una volta raggiunto l’obiettivo finale, vale a dire la conquista, senza concedersi pause o svaghi inutili.
Giannantonio Zambon, nato nel 1977 a San Bonifacio (VR), nonostante
abbia conseguito un titolo di studio di indirizzo tecnico-economico, è
sempre stato appassionato di storia antica e medievale, nonché cultore
di filologia romanza e slava meridionale. Da anni si dedica a
ricerche e studi approfonditi sulla storia e sulla civiltà dell'Impero
bizantino e degli Slavi meridionali. La passione per la scrittura lo
accompagna sin dalla tenera età e la divulgazione del mondo bizantino
costituisce la sua missione: un mondo ben rappresentato dalle icone e
dai canti religiosi greco-bizantini, dove i princìpi e la logica del
classicismo greco-romano lasciano il posto al mistero, al misticismo,
così come alla tristezza e all'irrazionalità tipiche dell'Oriente.
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