Rime di Gano da Colle
a cura di Raffaele Cesaro
pp. LXIV-200, € 32,00
Salerno Editrice, 2022
ISBN: 978-88-6973-727-5
Il volume offre ai lettori la prima edizione critica e commentata del
corpus di rime di Gano di Lapo Pasci, un poeta colligiano vissuto
intorno alla metà del XIV secolo, non sfuggito all’erudizione
settecentesca, ma presto caduto nell’oblio. La notizia di una sua
presunta corrispondenza con Francesco Petrarca, lo scambio di sonetti
con il più noto Antonio Beccari e i tasselli della Commedia che
impreziosiscono i suoi versi ne giustificarono il recupero e soprattutto
ne favorirono l’associazione alla schiera dei poeti ammiratori ed emuli
del Dante “comico”.
I sette componimenti attribuiti al Colligiano (quattro canzoni morali,
un capitolo ternario e due sonetti), nel riprendere e rifunzionalizzare
materiali dal poema sacro, confermano senz’altro l’ipotesi
dell’imitazione dantesca come una delle principali linee interpretative
della poesia del Trecento. Tuttavia questo esibito dantismo ha finora
lasciato in ombra altre componenti della poesia di Gano, che a uno scavo
più profondo appare attraversata da una pluralità di modelli, dalla
laudistica ai satirici latini, e centrata sulla radicale opposizione tra
opulenza e povertà, potere e schiavitù, edonismo e mortificazione, in
definitiva sui temi che maggiormente animavano il dibattito civile e
religioso della società comunale trecentesca.
L’edizione, arricchita da una proposta attributiva, ovvero un lungo
volgarizzamento ovidiano in forma di serventese, si avvale di un nuovo
censimento dei manoscritti, di cui viene fornita una descrizione
analitica e una discussione dei rapporti nella Nota al testo. Apre il
volume una Introduzione dove confluiscono da un lato significative
novità biografiche emerse dallo studio di fonti d’archivio talvolta
inedite, utili a definire con più precisione la personalità di un autore
altrimenti del tutto ignoto, e dall’altro un’analisi storico-critica
complessiva della produzione di Gano, funzionale a ridefinirne il valore
e il significato nel contesto della poesia trecentesca alternativa al
petrarchismo. Infine ciascun testo è corredato da note di commento tese a
fare luce sulla lingua, lo stile e la cultura dell’autore.
Raffaele Cesaro è assegnista di ricerca in Filologia italiana presso la
Scuola Superiore Meridionale di Napoli. Ha curato l’edizione critica del
Corbaccino del fiorentino Lodovico Bartoli (Bologna 2021), riscrittura tardo-trecentesca in ottave del boccacciano Corbaccio,
e ha pubblicato contributi in volumi e in riviste dedicati a diversi
aspetti della letteratura del Tre e del Quattrocento, con particolare
riguardo allo statuto dell’elegia volgare e alle forme della poesia
popolare.
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