Città e villaggi medievali abbandonati in Capitanata
di Vittorio Russi
pp. 136, € 24,00
Claudio Grenzi Editore, 2017
ISBN: 978-88-8431-664-6
Il territorio in esame è quello della Capitanata attuale, meno estesa di
quella medievale e delimitata dal torrente Saccione a nord e dal fiume
Ofanto a sud. Ad oriente giunge alla costa e comprende il promontorio
del Gargano, mentre i confini occidentali, che si estendono lungo i
rilievi del Subappennino Dauno, sono alquanto variati nel tempo e ci è
sembrato opportuno farli coincidere con quelli dell’odierna provincia di
Foggia.
Nel Repertorio compaiono insediamenti di vario tipo, dalle città vescovili ai casali, ma è da tener presente che nella documentazione dell’epoca si rileva l’esistenza di piccole comunità anche presso monasteri, chiese rurali, masserie regie e residenze di epoca svevo-angioina. Per non appesantire un argomento fin troppo vasto, sono stati selezionati tra gli insediamenti minori solo quelli che presentano particolari riferimenti storici, topografici ed archeologici. Per altri presunti abitati abbandonati abbiamo la sola testimonianza di autori locali, non suffragata da dati storici certi, ed è possibile che in molti casi la denominazione di ‘casale’ riguardi vecchi agglomerati di cascinali e non villaggi di epoca medievale.
Per ognuno degli insediamenti considerati vengono riportati, per quanto possibile, i dati topografici desunti dalle vecchie carte topografiche in scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare Italiano (I.G.M.), che conservano toponimi e tracce di viabilità rurale non più rilevabili nelle mappe recenti; mentre le distanze indicate, misurate in linea d’aria, sono riferite agli attuali comuni di appartenenza. I siti degli insediamenti localizzati con sicurezza sono stati per lo più verificati sul terreno direttamente dallo scrivente, mentre per gli altri abbiamo attinto notizie sia dalle raccolte di documenti medievali che da innumerevoli pubblicazioni locali, solo in parte citate nelle note. In considerazione dell’ampiezza dell’argomento, si è preferito ridurre le notizie storiche a quelle essenziali, riguardanti particolarmente le fasi iniziali del divenire di ogni abitato. [...]
[Dall’introduzione dell’autore]
Nel Repertorio compaiono insediamenti di vario tipo, dalle città vescovili ai casali, ma è da tener presente che nella documentazione dell’epoca si rileva l’esistenza di piccole comunità anche presso monasteri, chiese rurali, masserie regie e residenze di epoca svevo-angioina. Per non appesantire un argomento fin troppo vasto, sono stati selezionati tra gli insediamenti minori solo quelli che presentano particolari riferimenti storici, topografici ed archeologici. Per altri presunti abitati abbandonati abbiamo la sola testimonianza di autori locali, non suffragata da dati storici certi, ed è possibile che in molti casi la denominazione di ‘casale’ riguardi vecchi agglomerati di cascinali e non villaggi di epoca medievale.
Per ognuno degli insediamenti considerati vengono riportati, per quanto possibile, i dati topografici desunti dalle vecchie carte topografiche in scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare Italiano (I.G.M.), che conservano toponimi e tracce di viabilità rurale non più rilevabili nelle mappe recenti; mentre le distanze indicate, misurate in linea d’aria, sono riferite agli attuali comuni di appartenenza. I siti degli insediamenti localizzati con sicurezza sono stati per lo più verificati sul terreno direttamente dallo scrivente, mentre per gli altri abbiamo attinto notizie sia dalle raccolte di documenti medievali che da innumerevoli pubblicazioni locali, solo in parte citate nelle note. In considerazione dell’ampiezza dell’argomento, si è preferito ridurre le notizie storiche a quelle essenziali, riguardanti particolarmente le fasi iniziali del divenire di ogni abitato. [...]
[Dall’introduzione dell’autore]
Vittorio Russi Studioso
di archeologia e topografia storica della Capitanata, ha individuato e
schedato centinaia di insediamenti dalla preistoria al medioevo,
collaborando attivamente con la Soprintendenza della Puglia. Dal 1963 ha
iniziato l’allestimento del museo archeologico di San Severo, la città
in cui vive, e nel 1965 è stato tra i promotori del Centro di Studi
Sanseveresi di Storia e Archeologia, una delle prime associazioni del
genere in provincia di Foggia. Dal 1967, come Ispettore onorario della
Soprintendenza Archeologica e di quella ai Beni Artistici della Puglia,
ha contribuito alla salvaguardia di antichi insediamenti e di strutture
di importanza storica e artistica. Nell’ambito topografico ha
collaborato attivamente con G. Alvisi, direttrice dell’Aerofototeca
Nazionale, per un lavoro sistematico sulla viabilità romana della Daunia
e col generale G. Schmiedt, dell’Istituto Geografico Militare, per il
rilevamento di siti e fortificazioni medievali. Aggregato all’Istituto
Italiano di Preistoria e Protostoria di Firenze, ha assicurato per
decenni il supporto logistico per ricerche e scavi in siti preistorici e
nelle grotte garganiche. Socio di vari sodalizi culturali e dal 1986
membro ordinario della Società di Storia Patria per la Puglia, ha
collaborato con l’università di Bari e col Dipartimento di Archeologia
dell’ateneo di Foggia. Autore di libri e numerosi saggi a carattere
storico e archeologico, da decenni si è dedicato al rilevamento degli
oltre duecento insediamenti medievali abbandonati che compaiono in
quest’ultimo lavoro.
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