Cangrande, Dante e il ruolo delle stelle
di Maurizio Brunelli
pp. 252, € 16,00
Ginko Edizioni, 2019
ISBN: 8895288955
Nessuna persona colta al tempo di Dante dubitava dell’influenza degli
“astri” sull’uomo e sulla materia in genere e per questo l’Astrologia
era una scienza che veniva insegnata nelle Università. Avrebbe allora
potuto un vaticinio astrologico influenzare una famiglia come i Della
Scala di Verona, già potente localmente ed emergente nella Lombardia
d’allora, a tal punto da pianificare per il figlio più giovane e
promettente un progetto ambizioso di espansione territoriale?
Un’espansione che avrebbe potuto in seguito assumere le proporzioni di
un Regno? O forse la profezia forniva ad Alberto della Scala, il padre
di Cangrande, la conferma delle stelle di un’idea che già egli cullava e
che avrebbe potuto realizzarsi solo se dalle stelle ne avesse avuto la
consacrazione? Se cioè quel piano avesse avuto un uomo capace di
realizzarlo? Si spiegherebbe così l’insolita determinazione di Cangrande
(“in non curar d’argento né d’affanni”) nel realizzare il suo grande
progetto. E potrebbe Dante Alighieri aver conosciuto il vaticinio ed il
progetto in occasione del suo “primo rifugio e primo ostello”, ossia
della sua prima venuta a Verona? E qualche anno più tardi, una volta
constatato che questo progetto non era stato frutto solo di brama di
potere ma aveva una natura etica, potrebbe averlo spinto a scegliere di
nuovo Verona per seguire da vicino i passi di colui che come Enrico VII
pareva essere “l’uomo della Provvidenza”?
L’autore prova a dimostrare
tutto ciò. Propone, soprattutto, l’esistenza di questo vaticinio e la
reale possibilità che esistesse un oroscopo oggi perduto. Avanza infine
la suggestiva ipotesi che Cangrande si sentisse per questo davvero un
predestinato dalle stelle e che proprio questa consapevolezza gli
avrebbe dato l’energia necessaria al raggiungimento del suo fine.
Maurizio Brunelli vive a Verona, si è laureato in lettere
moderne all’Università di Padova ed è storico medievalista per passione.
Da oltre un trentennio si occupa di storia scaligera con particolare
attenzione alla figura di Cangrande I della Scala. Ha pubblicato nella
collana di Studi Storici Veronesi Luigi Simeoni (1985) “La casa di
Alberto e la prima dimora di Cangrande” e “Affreschi inediti nei palazzi
scaligeri”; in Civiltà Veronese, a.II, 1985 “Un importante ritrovamento
sul castello di Montorio”; con A. Volpi ha tradotto, curato e pubblicato
nel 1992 per conto della Provincia di Verona la biografia “Cangrande I
della Scala” dello storico tedesco Hans Spangenberg (Berlin, 2 volumi,
1892-1895); ha pubblicato nel 2013 per i tipi della Bastogi Editrice
Italiana il romanzo storico “Cangrande I della Scala. Il sogno di un
principe cortese” e, in nuova edizione, nel 2016, per la Bastogi Libri;
ha curato nel 2018, per conto della Fondazione Barbieri di Verona, la
traduzione degli “Statuti di Cangrande del 1327”. E’ stato cancelliere
presso il Tribunale di Verona e per molti anni presidente della locale
sezione di Archeoclub d’Italia.
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