Il rupestre e l’acqua nel Medioevo
Religiosità, quotidianità, produttività
a cura di Elisabetta De Minicis, Giancarlo Pastura
pp. 198, € 45,00
All'Insegna del Giglio, 2020
ISBN: 9788892850101
Dopo due Convegni dedicati agli insediamenti rupestri di età medievale
dove è stato avviato un necessario quanto interessante confronto
scientifico tra gli studi dell’Italia centrale e quelli dell’Italia
meridionale e insulare, le aree maggiormente interessate dal fenomeno
rupestre si è ritenuto utile, con un terzo incontro a cui questo volume
si riferisce, focalizzare l’attenzione sul tema dell’acqua, qui
volutamente distinto rispetto alle strutture costruite. Tale decisione
matura, in primo luogo, dalla necessità di chiarire come il fenomeno
rupestre sia parte fondante della ricerca archeologica e non un aspetto
accessorio, come troppo spesso è stato ritenuto. Appare qui logico il
ruolo fondamentale del rapporto con l’acqua che assume diverse valenze
nella sacralizzazione di un luogo, oppure una continuità devozionale mai
interrotta che ha proprio nell’acqua il suo elemento caratterizzante.
L’importanza di uno studio specifico è ulteriormente accentuata nelle
ricerche sui cosiddetti “contesti rurali”. L’analisi di uno specifico
sistema idraulico caratterizzato da articolati insiemi di canalizzazioni
a cielo aperto, cisterne e punti di raccolta che si distribuiscono su
più livelli, spesso utilizzando le caratteristiche orografiche dei siti,
messo in relazione con elementi di cronologia assoluta trasforma anche
questi impianti in indicatori cronologici attendibili. Da qui
l’importanza di mettere l’accento sul maggior numero di esempi così da
fornire un apporto decisivo all’analisi dei contesti rupestri
trasformandoli in complessi storicamente rilevanti. I temi della
produttività assumono contorni diversi, a volte promiscui con quelli
della quotidianità; invece, negli acquedotti urbani, dove si ha una
convivenza tra l’approvvigionamento idrico delle fontane e
l’alimentazione delle attività produttive.
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