Il regime alimentare dei monaci nell'Alto Medioevo
di Lorenzo Petrosillo
pp. 61, € 10,5
Edizioni Saecula, 2017
ISBN: 978-88-98291-60-1
“Ecco la regola aurea dell’astinenza, secondo il giudizio dei Padri e
nostro: un pasto di solo pane ogni giorno, ma tale da lasciare
sopravvivere un po’ di fame.” Nelle parole di Giovanni Cassiano,
celebre eremita, monaco e scrittore vissuto nel V secolo, si condensa la
concezione cristiana del cibo e del rapporto dell’uomo con gli
alimenti. All’interno della giovane cristianità, il monachesimo (sia
orientale che benedettino) enfatizza la brusca frattura non solo con gli
stili di vita alimentari della tarda e declinante antichità romana, ma
anche rispetto alla coeva aristocrazia germanica, vorace di carni
animali sanguinolente, di sensualità e di violenta libido dominandi. Il monaco benedettino si sforza di ricostruire nel cenobio una societas che
rechi in sé le tracce del progetto divino: sobrietà, mitezza di cuore,
senso del limite e orrore del sangue dei viventi determinano il suo
atteggiamento riguardo l’alimentazione, seppur evitando di demonizzare
il cibo e la materia.
L’autore esplora in questo breve testo
introduttivo il disciplinamento del regime alimentare monastico nel
medioevo, con i suoi presupposti teologici e culturali e lo inquadra nel
più ampio contesto storico rappresentato dall’incontro-scontro tra
romanità e germanesimo. Il testo si basa su una accurata lettura critica
delle Regulae monastiche (non solo della più celebre – la
Regola di san Benedetto – ma anche delle altre, alcune delle quali più
antiche) condotta sui testi originali ed è completato da una sintetica
bibliografia delle fonti e della letteratura.
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