Imprevisti e altre catastrofi
Perché la storia è andata come è andata
di Glauco Maria Cantarella
pp. 204, € 26,00
Einaudi, 2017
ISBN: 9788806232603
Alarico muore all'improvviso, i Visigoti finiscono per andare in Spagna e
la storia della Spagna sarà quella che conosciamo. Ottone III muore d'un
tratto, il suo progetto di ridisegnare e circoscrivere il Patrimonium Beati
Petri finisce con lui e la storia sarà, sul lungo periodo, quella dello Stato
della Chiesa. Guglielmo II d'Altavilla muore di colpo e il Regno di Sicilia
finisce a Enrico VI di Svevia; ma anche Enrico VI muore all'improvviso e
il Regno passa sotto la tutela del papa prima di arrivare nelle mani di Federico
II; che a sua volta morirà bruscamente proprio alla vigilia della sua
vittoria sul papa. Quante aspettative sono finite nell'abisso perché qualche
evento inaspettato ha impedito che prendessero la piega desiderata?
Imprevisti e altre catastrofi tratta principalmente di storia medievale, ma
con qualche scorribanda nella storia precedente e successiva, raccontando
alcune circostanze che hanno impedito alla storia di essere diversa da
come è stata. Che ci piaccia o non ci piaccia, la storia è andata e sta
andando cosí come è andata e sta andando. Piaccia o non piaccia alla
cosiddetta storia controfattuale.
La storia non si può scrivere per schemi: gli schemi possono essere utili per inquadrare, cogliere analogie, proporre paradigmi di interpretazione. Ma la storia è costituita di eventi, che sono concreti anche se non possono essere colti nella loro fattualità. Un paradosso solo apparente: questi fatti spesso sono «irrazionali », ma al tempo stesso sono razionali benché abbiano avuto un'origine irrazionale: cosa c'è di piú razionale e prevedibile infatti della morte? E che cosa di piú «irrazionale» che le morti improvvise, impreviste, che troncano qualunque possibilità di sviluppi − concreti − già programmati?
È negli eventi e nel loro corso che occorre cercare per trovare la cifra della loro comprensione. Negli eventi come sono andati, non come sarebbero potuti andare. Morti eccellenti, battaglie, situazioni che si sono capovolte in pochissimo tempo, a volte in poche ore, e che hanno determinato il futuro; protagonisti che ricompaiono perché morti, battaglie ed eventi sono anelli della medesima catena, quella della vita prima ancora che della storia. Per questo si ritroveranno a piú riprese, in questo libro, ad esempio, gli imperatori Enrico IV, Enrico VI, Federico II, il famoso Riccardo Cuor di Leone, il normanno Roberto il Guiscardo, Bonifacio di Canossa, il lorenese Goffredo il Barbuto, i papi Leone IX e Gregorio VII. Sia chiaro: non sempre gli imprevisti debbono essere catastrofici, a volte possono essere persino apocalittici nel senso piú stretto del termine, cioè rivelatori.
La storia non si può scrivere per schemi: gli schemi possono essere utili per inquadrare, cogliere analogie, proporre paradigmi di interpretazione. Ma la storia è costituita di eventi, che sono concreti anche se non possono essere colti nella loro fattualità. Un paradosso solo apparente: questi fatti spesso sono «irrazionali », ma al tempo stesso sono razionali benché abbiano avuto un'origine irrazionale: cosa c'è di piú razionale e prevedibile infatti della morte? E che cosa di piú «irrazionale» che le morti improvvise, impreviste, che troncano qualunque possibilità di sviluppi − concreti − già programmati?
È negli eventi e nel loro corso che occorre cercare per trovare la cifra della loro comprensione. Negli eventi come sono andati, non come sarebbero potuti andare. Morti eccellenti, battaglie, situazioni che si sono capovolte in pochissimo tempo, a volte in poche ore, e che hanno determinato il futuro; protagonisti che ricompaiono perché morti, battaglie ed eventi sono anelli della medesima catena, quella della vita prima ancora che della storia. Per questo si ritroveranno a piú riprese, in questo libro, ad esempio, gli imperatori Enrico IV, Enrico VI, Federico II, il famoso Riccardo Cuor di Leone, il normanno Roberto il Guiscardo, Bonifacio di Canossa, il lorenese Goffredo il Barbuto, i papi Leone IX e Gregorio VII. Sia chiaro: non sempre gli imprevisti debbono essere catastrofici, a volte possono essere persino apocalittici nel senso piú stretto del termine, cioè rivelatori.
Glauco Maria Cantarella, storico del medioevo,
ha insegnato Storia medievale, Storia dell'Europa
medievale e Istituzioni politiche medievali
all'Università di Bologna. Per Einaudi ha pubblicato
il fortunato volume I monaci di Cluny (la cui
ultima edizione è del 2006), Principi e corti.
L'Europa del XII secolo (1997), Manuale della fine del mondo (2015) e Imprevisti e altre catastrofi (2017).
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